Natura ed essere umano due mondi spesso distanti tra di essi, Katerina Plotnikova (qui un suo profilo) è riuscita a far combaciare questi due opposti.
Scenari naturali, mozzafiato, quasi irreali fanno da sfondo alle fotografie di Katerina Plotnikova, la fotografa russa che riesce a ritrarre un istante di momentanea convivenza tra animali che solitamente sono definiti pericolosi e l’essere umano, in questo caso modelle dalle caratteristiche affascinanti.
La steppa russa è solitamente immaginata come un luogo solitario all’interno del quale gli unici in grado di sopravvivere sono unicamente gli animali nati in quel territorio, ma questi animali negli scatti della fotografa russa si dimostrano molto meno terrificanti, quasi si trattasse di un cucciolo che da sempre è in contatto con l’uomo e che è lui stesso a cercare un segno d’affetto da parte dell’uomo.
I colori che caratterizzano le scene catturate da Katerina Plotnikova, caldi o freddi che possano essere, vengono sempre sottolineati da un vibrante gioco di luce che la fa da padrone e che mette ancor più in risalto il sentimentale legame che si crea tra due esseri dello stesso mondo spesso in conflitto tra di essi, quasi sempre causa errori umani.
Katerina Plotnikova: uomo e animale a confronto
In queste fotografie la figura dell’uomo viene totalmente spogliata di tutte quelle che potrebbero essere le precostruzioni che fanno apparire l’uomo superiore all’animale, qui l’uomo è riportato quasi al suo stato embrionale e ritratto nella sua estetica fragilità mentre la natura si esprime in tutto il suo lato più selvaggio e forte. Bisogna sottolineare un dettaglio importante, tutte queste scenografie vengono realizzate in totale sicurezza e soprattutto grazie alla collaborazione di personale estremamente competente in grado di saper interagire con questo tipo di animali.
Ma nonostante ciò le pose che le giovani modelle, dalla bellezza enigmatica, assumono sembrano estremamente naturali, quasi si trovassero a rapportarsi con il peluche che ha segnato la loro infanzia, un peluche vivente, pensante e troppo spesso maltrattato in questo caso. Il fatto che sia l’uomo ad immergersi nel mondo della natura e non l’animale a diventare protagonista di scenari urbani dimostra come Katerina Plotnikova cerchi di sottolineare l’esiste di un sopito e possibile equilibrio tra esseri viventi di una diversa specie.
Qualcuno certamente potrebbe avere un atteggiamento critico nei confronti di queste immagini pensando che possa trattarsi unicamente di un’ulteriore forma di strumentalizzazione dell’animale al fine di giustificare alcuni comportamenti dell’uomo, opinione legittima, ma quello che è palese ed evidente è il riconoscimento della vena poetica di queste raffigurazioni.
Vincenzo Morrone
Fonti: dailybest.it, art-vibes.com