Attraverso le opere di Alberto di Fabio si compie un viaggio verso l’universo. Le teorie scientifiche hanno condizionato la nascita delle opere dell’artista che compie così un viaggio onirico ispirato dalle possibilità date dal cosmo infinito.
Alberto di Fabio nasce ad Avezzano (AQ) nel 1966. Si forma presso il Liceo Artistico di Roma negli anni Ottanta, per poi proseguire i suoi studi in Accademia. Attualmente lavora tra Roma e New York ma può vantare un interessante percorso espositivo. Tiene personali in tutta Europa e negli Stati Uniti e partecipa a numerose mostre collettive.
Osservando le opere dell’artista, quello che colpisce è prima di tutto l’utilizzo del colore: dalle tinte pastello a colori sgargianti che attirano lo sguardo. Le opere nella loro impostazione grafica, creano un universo in cui lo spettatore è inevitabilmente coinvolto in cui filamenti e trame luminose sembrano essere gli elementi caratterizzanti.
L’artista crea nelle sue tele un mondo piacevole dove l’armonia è l’elemento dominante. Allo stesso tempo, Di Fabio guarda al futuro e lo fa attraverso colori più vivaci come il voler battezzare la nascita del paesaggio del futuro attraverso la stimolo dei sensi di chi guarda. L’artista si confronta anche con la realtà umana e le sue ambizioni. Osserva gli spazi aperti sia naturali e sia quelli cosmici da potersi considerare ‘infiniti’. Questi incitano l’individuo ad un senso di libertà attraverso l’elevazione. L’artista con le sue opere propone il paesaggio che l’uomo visiterebbe attraverso la sua elevazione: immagina di attraversare varchi spazio-temporali e buchi neri, creando una vera e propria esperienza sensoriale.
Di Fabio si confronta anche con la ricerca scientifica contemporanea tanto da aver esposto al CERN di Ginevra. Questo dimostra che forse le teorie scientifiche possono essere rese visibili attraverso l’arte stimolando la fantasia. Così alla logica scientifica sembrano essere necessari anche la fantasia e il sogno.
Alberto di Fabio è approdato anche al Castel Sant’Elmo con la sua opera Particella di Dio. L’artista non è estraneo alla città di Napoli in quanto il suo primo rapporto risale al 1993, quando espose da Lucio Amelio e ancora oggi è attivo presso la galleria di Umberto Marino. Il Castel Sant’Elmo ispira le opere dell’artista che, attraverso il suo paesaggio ‘infinito,’ trasmette un senso di libertà e di ricerca d’elevazione.
L’artista per la sua Particella, ha scelto un angolo apparentemente buio, presente sulla Piazza d’Armi del Castello, non lontano dal panorama. È nato così un angolo di galassia in cui sembra aperto uno spazio temporale, in un luogo in cui tempo e storia sono parte costituente.
Informazioni utili: