Tra le strade più famose e vive della città e del centro storico di Napoli, si annovera il Decumano Inferiore, luogo percorso da viuzze che separa la città, dividendola tra nord e sud. Da questa sua caratteristica particolare deriva il nome della strada, Spaccanapoli, considerando la sua funzione di separare due parti del territorio cittadino.
Spaccanapoli: la storia del Decumano Inferiore
Il Decumano Inferiore inizia in via Pasquale Scura, attraversa i Quartieri Spagnoli e prosegue fino ad arrivare alla conosciuta via San Biagio dei Librai, dove termina il quartiere di Forcella. Tra le caratteristiche stradine del centro, spiccano interessanti ed antichissimi monumenti storici, come la Basilica di Santa Chiara, la Chiesa del Gesù Nuovo e la Chiesa di San Domenico Maggiore.
Tuttavia il dedalo di stradine buie e caratteristiche è noto non soltanto per l’interesse architettonico che suscita, ma anche per la bellezza di alcuni palazzi storici nobiliari (ad esempio Palazzo Filomarino, Palazzo Petrucci, Palazzo Marigliano). A Spaccanapoli si trova Gay Odin, un vero e proprio laboratorio di produzione artigianale del miglior cioccolato della città, e il rinomato Bar Nilo, suggestivo bar storico, in cui i napoletani si ritrovano per assaggiare uno dei più buoni caffè di Napoli.
La strada dei Presepi
Il Decumano Inferiore, dal latino Decumanus Inferior, è il principale tra i tre decumani che articolano la pianta urbana della città. Viene anche chiamato Decumano del mare, poiché è quello situato più vicino al mare. Le origini di Spaccanapoli sono antichissime e risalgono all’epoca greco-romana, quando il nucleo della piccola polis ancora non si era sviluppato.
Oggi affascinante luogo in cui è possibile trovare oggettistica, porcellana e artigianato locale, il Decumano incontra anche Via San Gregorio Armeno, strada famosa in tutto il mondo per le botteghe e i negozi in cui si realizzano i migliori presepi in circolazione. Sede italiana del mercato dei presepi, Spaccanapoli rappresenta per la città un vanto di inestimabile importanza per il patrimonio culturale ed artigianale.
Spaccanapoli e il centro antico sono luoghi che raccontano la storia della bella città della Sirena, storia che affascina per il senso dell’antica bellezza che aleggia, luoghi di arte e cultura che vivono ancora in un’atmosfera quali sacra, ovattata e lontana dal mondo circostante.
Nei piccoli vicoletti del Decumano si ricorda la storia di Benedetto Croce, amato filosofo napoletano che si affacciava dal balcone del suo palazzo, tra il 1913 e 1952. Oggi la strada porta il suo nome. Per Benedetto Croce vivere nel centro antico e affacciarsi nel ventre, significava ritornare nel “grembo della mai dimenticata Grande Madre” e rappresentava la passione, poi trasformatasi in ricerca e lavoro di vita, di riscoprire la storia e l’origine della cultura napoletana e dei suoi luoghi più affascinanti.
La parte bassa del Decumano, nota come abbiamo già detto con il nome di via San Biagio dei Librai, prende il suo nome da San Biagio, figura cattolica adorata dalle monache armene e protettore dei libri e della lettura. Intorno alla seconda metà del Seicento crescente e florida fu la ripresa della vita intellettuale e culturale della Spaccanapoli di quei tempi; di grande interesse godevano i libri, soprattutto se cuciti in copertina rigida e da collezione.
Così, sull’onda dell’emozione culturale del momento, le botteghe dei libri germogliarono e si moltiplicarono, dando vita ad un nuovo mercato di libri provenienti da angoli remoti dell’Europa. Seguendo l’esempio di Napoli, Francia, Olanda e Inghilterra incrementarono il loro commercio, intensificando l’attività delle botteghe da strada. La via presenta ancora oggi nell’assetto urbanistico le particolarità di quei tempi antichi, permettendo grazie alla sua immutabilità di far apprezzare ai turisti una delle meraviglie della città.
Spaccanapoli e la città sotterranea
«Nel mezzo della città si apre via Spaccanapoli, un rettilineo di più di un chilometro, stretto e vociante, che divide in due l’enorme agglomerato. È il cuore di questa babele della storia. Qui visse e morì Benedetto Croce.»
(Stanislao Nievo)
Attenti e precisi studi della GeoMed agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento riportarono alla luce ben 28 pozzi d’acqua ostruiti da materiale di accumulo, quali macerie, polvere, detriti e frammenti di palazzi antichi crollati durante il bombardamento del 1943 che colpì tutta la lineare, da Via San Biagio dei Librai e fino a Via Benedetto Croce. Invece il Centro Speleologico Napoletano nel 1970 rinnova altri 15 di struttura e dimensione simili, situati nel sottosuolo di Via Tribunali, probabilmente corridoi sotterranei tutti collegati tra di loro.
Tutta la linea di cunicoli che serpeggiano sotto Spaccanapoli è stratificata da condotti costruiti artificialmente con lo scopo di rendere scorrevole l’acqua da bere ed evitare il reflusso. I cunicoli sotterranei fanno parte dell’ opus reticulatum, che parte da Santa Caterina a Formiello e raggiunge la chiesa dei Santi Apostoli. Alcuni ricercatori parlano di un vero e proprio acquedotto che prende vita dalla chiesa di Santa Maria del Pianto, nella zona cimiteriale, fino a Via Settembrini, nei pressi di Porta San Gennaro.
Che si tratti di un dedalo di stradine e corridoi o di un antico acquedotto sotterraneo, la verità racconta che sotto il tracciato di Spaccanapoli esiste un’altra città, buia ed angusta. Secondo le numerose leggende che rendono sublime il fascino del folklore campano, i cunicoli sarebbero abitati ancora oggi dalle anime vaganti dei caduti in guerra.
Forse si tratta di fantasmi o forse di presenze magiche, non è dato saperlo: ma nella Napoli sotterranea aleggia quell’atmosfera di magico mistero e, talvolta, di paura che affascina e spaventa contemporaneamente, rappresentando secondo le più antiche tradizioni popolari, il luogo da cui hanno origine tutte le leggende e le storie della Napoli dei misteri.
Valentina Labattaglia
Sitografia:
http://www.storiacity.it/guide/42-spaccanapoli