Isaac Asimov (1920-1992) è stato uno scienziato e ricercatore statunitense di origine sovietica, docente di biochimica e autore di molte opere di argomento scientifico; ma la sua fama è legata ai racconti di fantascienza: fu trai primi a introdurre in questo tipo di racconti la robotica e gran parte delle sue storie ha come tema centrale il rapporto tra l’uomo e la macchina. Con il racconto “L’ultima domanda”, pubblicato nel 1956 su una rivista e poi successivamente in varie raccolte, Asimov ci fornisce un personalissimo punto di vista sull’origine del universo.
Asimov compone il racconto con varie storie vagamente connesse tra loro, che narrano di un immaginario computer Multivac, gioco di parole con UNIVAC – UNIVersal Automatic Computer – una famosa linea di computer all’epoca. Il computer è un enorme calcolatore a cui ormai sono affidate tutte le operazioni direttive e assumerà delle trasformazioni attraverso i secoli fino ad essere individuato col nome di AC. Attraverso sette diverse ambientazioni storico-temporali Asimov sviluppa la storia evolutiva del computer. La prima volta che viene posta l’ultima domanda è l’anno 2061 come risultato di una scommessa di 5 dollari tra due amici assistenti a Multivac durante una bevuta. La domanda riguarda come si possa affrontare la minaccia alla sopravvivenza umana a causa della morte termica dell’universo e ai due amici viene in mente di porla proprio a Multivac.
“Adell era abbastanza brillo per provare, abbastanza in sé per poter comporre i simboli e le operazioni necessarie per una domanda che, in parole, sarebbe suonata pressappoco così: Potrà un giorno il genere umano, senza dispendio di energia, essere in grado di riportare il sole alla sua piena giovinezza perfino dopo che sarà morto di vecchiaia? O magari, in maniera più semplice, si sarebbe potuta formulare così: Com’è possibile diminuire in modo massiccio il quantitativo di entropia dell’universo?”
I due amici, Adell e Lupov, sono intimoriti ed ansiosi in attesa della risposta del computer che nel silenzio assoluto compie le sue operazioni. All’improvviso la telescrivente collegata al computer dà segni di vita e i simboli decifrati dai due assistenti fanno cadere la scommessa: il computer non riesce a rispondere.
“Le parole erano cinque in tutto: DATI INSUFFICIENTI PER RISPOSTA SIGNIFICATIVA.”
Asimov prosegue il racconto articolandolo in varie sequenze, ognuna delle quali presenta una fase successiva dell’evoluzione dell’uomo e della macchina. Uomo e macchina collaborando risolvono in modo positivo alcuni grandi problemi dell’esistenza, compresi quello della vecchiaia e persino della morte. Ma l’ultima domanda, se sarà mai possibile invertire l’entropia, continua a non trovare risposta. Il computer Multivac, dopo vari progressi, ha lasciato il posto ad AC cosmico che in un universo caotico si trova ancora alle prese con l’ultima domanda, consapevole dello sforzo dei suoi predecessori e come loro senza successo. Quando si arriva all’ultimo stadio dell’evoluzione, nell’ultima parte del racconto, uomo e macchina sono fusi insieme e le entità che erano uomini, riversano le loro conoscenze nel grande computer finale, unica entità sensibile in un universo ormai morto.
Quel che una volta era non c’è più, l’universo è diventato caos ed è a tal punto che AC galattico riorganizza il programma dando la risposta all’ultima domanda, posta dieci trilioni d’anni prima da due ubriachi, che si realizza in una nuova origine dell’universo.
“La coscienza di AC abbracciò tutto quello che un tempo era stato un Universo e meditò sopra quello che adesso era Caos. Un passo alla volta, così bisognava procedere.
LA LUCE SIA! disse AC.
E la luce fu … “
Asimov e la genesi
Asimov con questo racconto fornisce la sua idea che, per quanto evoluta e tecnologicamente avanzata, nessuna società riuscirà mai ad esaurire l’ambito della conoscenza e trovare una risposta a tutte le domande: rispondere all’ultima domanda sarebbe la fine per il genere umano perché verrebbero a crollare le motivazioni che sono alla base della sua stessa natura.
L’autore costruisce le tappe di una possibile storia dell’uomo che arriverà a fondersi con la macchina, ma ogni sostanziale progresso è sempre accompagnato da un punto interrogativo, da un’ultima incertezza che però determina l’azione, il movimento successivo che permette all’esistenza la continuità del suo svolgimento anche in una situazione-limite come è costruita in questo racconto. Il potente calcolatore AC galattico si è evoluto e fuso insieme all’uomo in un processo più spirituale che materiale; infatti il racconto di Asimov trae spunto dal libro della Genesi biblica, che narra della creazione del mondo da parte di Dio, di cui fornisce un’elegante interpretazione in chiave fantascientifica.
L’autore statunitense ipotizza Dio non come punto di partenza, ma come il prodotto dell’evoluzione combinata di uomo e macchina: è questo Essere, ormai diventato come un Dio, a creare o ricreare dalla materia rarefatta l’universo. E la creazione (“LA LUCE SIA!” nel racconto e “Fiat lux” nella Genesi biblica) costituisce appunto la risposta all’ultima domanda. Sospeso a quell’ultima domanda, il racconto nelle ultime righe trova la brillante soluzione ma è importante il tema della luce, cui è legata la risposta, attraverso la creazione.
Maurizio Marchese
Fonti:
Il meglio di Asimov, Mondadori, Milano, 1987