Con ‘Il ratto delle Sabine‘, il francese Nicolas Poussin apre la sua produzione artistica di stampo classico alla ricerca sperimentale e dinamica. Quali sono le sue peculiarità?
Poussin e l’arte barocca
Cronologicamente, rientra nell’arte barocca qualsivoglia manifestazione artistica che ritroviamo tra manierismo e neoclassicismo, e, per quanto riguarda la pittura, ha le sue principali peculiarità nel dinamismo e nel coinvolgimento dello spettatore, che deve sentirsi parte integrante della rappresentazione, e quest’obiettivo è direttamente ricollegabile al fatto che il barocco è una forma artistica in linea con il cattolicesimo, in quanto tramite l’arte si cercava di arrivare all’animo umano: questo spiegherebbe le forme generalmente fastose, la comune ricerca del movimento e l’accentuazione dei contrasti, in pittura con il chiaroscuro, in architettura con l’alternarsi di linee curve, che suggerivano un certo dinamismo.
In pittura, vediamo svilupparsi due diverse correnti: una con a capo Caravaggio (anche se si tratta di una definizione impropria, poiché il Merisi non ebbe mai una sua bottega), che perseguiva il naturalismo e aveva come riferimento principale il quotidiano, il comune e il reale, l’altra invece quella ispirata dai Carracci, che con la loro Accademia degli Incamminati diedero il via ad una pittura classicista, che contrariamente alla pittura naturalistica preferiva invece equilibrio e monumentalità, che ricordava l’arte del Rinascimento, e il modello da imitare era quello dell’arte classica. È in quest’ultima ottica che ritroviamo il pittore Francese Nicolas Poussin.
Nicolas Poussin: profilo d’artista
Nicolas Poussin (1594-1665), dopo un primo periodo di formazione a Parigi, arriva in Italia, dove fa una prima tappa a Venezia, e successivamente a Roma, ed è in queste città che venne rispettivamente a contatto con i modelli per eccellenza della precedente generazione, ossia Tiziano e Raffaello.
I maggiori insegnamenti dei due grandi maestri hanno una loro traduzione nello stile di Poussin: colori vividi e impostazione classicheggiante che si mescolano a chiarezza e ordine. Se i ‘colleghi caravaggisti’ miravano a rappresentare la realtà nella sua forma più comune, Poussin conferiva alle sue opere un impronta idealistica che ben si amalgamava con l’ equilibrio e la compostezza della sua pittura. Poussin seguiva infatti il classicismo dell’area bolognese, e si interessava in particolare alla produzione artistica di Guido Reni.
Il ‘vero’ è sì un elemento imprescindibile nella rappresentazione, ma deve adattarsi a precisi canoni di bellezza ed equilibrio.
Negli anni trenta, il suo stile filo-emiliano si apre alle sperimentazioni del barocco.
L’opera : il ratto delle Sabine
L’opera qui considerata è stata oggetto di pareri discordanti in merito alla sua collocazione storica, salvo poi accettare che si tratti del 1637-1638.
Il soggetto – è il caso di dirlo- rappresenta un classico: quello del ratto delle Sabine è uno degli accadimenti più noti della storia romana. Secondo la tradizione il primo re Romolo, rappresentato nell’opera con il mantello rosso, una volta fondata la città, avrebbe cercato di ottenere alleanze con i popoli vicini, oltre che donne al fine di procreare e così popolare la città, e, al rifiuto dei popoli coinvolti, Romolo fece rapire le donne con l’inganno, attirando gli uomini in uno spettacolo.
In quest’opera Poussin, pur avendo sempre come riferimento la scultura romana (lo si intende dalle proporzioni dei corpi e dalla complessiva monumentalità della scena), carica il suo stile con il dinamismo tipico della pittura barocca così come la si intende comunemente, e l’ordine e l’impronta bucolica che caratterizzavano le sue opere ora lasciano il posto ad una scena caotica e che suggerisce l’idea dei movimenti precedenti e successivi a quelli rappresentati, cui è affiancata la teatralità delle azioni.
Il ‘classicismo’ però non riguarda l’architettura della scena, grazie al quale Poussin riesce a conferire una perfetta prospettiva.
Rossella Cavallo