La mano di Fatima è uno dei simboli più antichi, risalente addirittura alla cultura sumero – babilonese.
Fin dall’antichità, la mano ha avuto un ruolo cruciale nella storia dell’umanità. Lo testimonia una delle prime raffigurazioni rupestri di mani nella Grotta di Cosquer, databili intorno a 27.100 anni fa. Le impronte, ottenute con una polvere che veniva soffiata sulla mano appoggiata alla parete, costituiscono un vero e proprio linguaggio simbolico.
La mano simboleggia il potere e possiede valenze positive e negative, a seconda delle culture e tradizioni diverse. Per il Cristianesimo la mano destra dà ordine al mondo, mentre la mano sinistra è la grazia divina. Inoltre, nella Bibbia la mano esprime la capacità dell’uomo di potere o non fare qualcosa: “è in sua mano”, oppure “cadere nelle mani”. Nell’antica Grecia la mano rappresentava l’oltretomba e, al contempo, la fertilità e l’immortalità.
Le mani sono il nostro universo interiore, in grado di comunicare attraverso un linguaggio segreto. Le mani congiunte richiamano il gesto della preghiera, il momento in cui l’uomo cerca un contatto con il divino. Presso i Greci e i Romani la mano chiusa a pugno con il pollice stretto fra l’indice e il medio simboleggiava un vero e proprio amuleto contro la malasorte.
Con il lemma ebraico jad, la mano compare 1618 volte nell’Antico Testamento, e con 178 occorrenze nel Nuovo (con il lemma cheìr). È la gestualità delle mani a comunicare lo stato d’animo o l’identità della persona. Mosè apre e alza le mani al cielo in segno di preghiera e di intercessione, il popolo batte le mani in segno di acclamazione. La mano si tende, si porge.
Uno dei gesti – simbolo che ritroviamo di frequente, sia nell’arte, sia nella quotidianità è la mano con il palmo aperto, che richiama la famosa mano di Fatima.
La mano di Fatima: antichità e simbologia
La mano di Fatima è un simbolo antichissimo, collegato al culto di Tanit, la dea più importante di Cartagine. Tanit era la divinità della fertilità, dell’amore carnale, della fecondità e della Terra. Secondo la mitologia Tanit era anche una guaritrice, incarnando in pieno l’immagine della femminilità, regale ed indipendente. La dea Tanit veniva spesso raffigurata con le mani aperte portate al collo. Per tale ragione, la mano di Fatima trae origine dalla dea.
Si tratta di un amuleto islamizzato, che per i credenti rappresenta serietà ed autocontrollo, indossato soprattutto dalle donne. La mano ha cinque dita e richiama i cinque pilastri dell’Islam. Nel folklore popolare, il simbolo è utilizzato per scacciare il malocchio. Con un occhio raffigurato al centro del palmo, l’amuleto ha la funzione di allontanare le malattie.
Secondo lo studioso Desmond Morris, anche le pietre utilizzate per decorare l’oggetto assumono un significato simbolico: l’ametista protegge dall’ebbrezza durante le feste, lo smeraldo aiuta la memoria, il rubino è contro gli incidenti, lo zaffiro allontana le forze maligne.
La leggenda di Fatima: tra amore e convinzione
Fatima sposò Ali, cugino del padre e divenne famosa per i suoi molti miracoli ottenuti con la pioggia.
Una sera Fatima stava preparando cena per suo marito, del quale era follemente innamorata, quando dalla finestra lo scorse rientrare a casa con una concubina. Fatima soffrì alla vista del marito con un’altra donna, tanto che non si accorse di aver immerso la mano nella zuppa bollente. Non sentiva alcun dolore fisico ma un immenso dolore al cuore.
Il marito entrò in cucina e trovandola in quello stato, le chiese cosa stesse facendo. Solo in quel momento, lei si riscosse, accorgendosi della bruciatura e del forte dolore alla mano. Ali si prese cura di lei, la medicò ma poi le comunicò che avrebbe passato la notte con la nuova sposa. Fatima non poté far altro che accettare la decisione del marito. Giunta la sera, quando lui si recò nella camera con la concubina, lei li osservò di nascosto da una fessura tra le assi di legno della parete della camera.
A questo punto il cuore di Fatima era in pezzi. Al del marito con la nuova moglie, una lacrima le scese dagli occhi e si andò a poggiare sulla spalla di Ali, facendogli capire l’amore che provava per lui e convincendolo a rinunciare alla nuova concubina.
Da questa leggenda le giovani donne arabe ed islamiche traggono l’importante simbologia che accompagna il pendente dedicato a Fatima. Le donne che lo indossano, infatti, riceveranno il dono della pazienza, che porterà loro gioia, fortuna e ricchezza. Il simbolo delle cinque dita aperte rimanda, secondo la leggenda, alla lacrima di Fatima, che fece ravvedere il marito.
Giovannina Molaro
Bibliografia:
- P. Ferrari, La mano nella sacra scrittura, note per una teologia biblica, Servitium, III 191, 2010.
Sitografia: