La leggenda di Jack O’Lantern
Il più noto e grottesco simbolo della festa di Halloween è Jack O’Lantern, la zucca intagliata e illuminata al suo interno da una candela accesa. Il simbolo della zucca deriva da una antica leggenda del folklore irlandese e poggia le sue origini su un detto popolare, “ne’er do well“, letteralmente “non faccio nulla di buono“; in realtà, il modo di dire irlandese si collega al personaggio del “non ne combino una giusta“, il fannullone e il nullafacente chiamato Stingy Jack, figura dell’uomo dedito alla vita da strada e all’alcool.
Il fannullone si ricollega alla rappresentazione popolana del combina guai che si imbatte in situazioni talvolta pericolose e molto ingarbugliate. Sulla scia del folklore nordico, le origini del fannullone sono da far risalire alla più particolare tra le leggende legate alla lunga notte di Halloween, in cui streghe e fantasmi si svegliano dal torpore silenzioso della fantasia e vengono a bussare alla porta del reale.
La leggenda racconta che quell’anno, imprecisato nella storia, l’inverno si prospettava freddo e più solitario del consueto; il vento ululava forte e si sentiva nell’aria l’arrivo di una tempesta. Durante una sera di Halloween, il fannullone, che aveva bevuto più del solito, incontrò il demonio. Questi era intenzionato ad impossessarsi della sua anima ma prima di sottoporsi agli incantesimi del maligno, Jack, il fannullone, gli chiese di poter bere ancora una volta e di brindare ai peccati commessi.
Il demonio acconsentì e concesse l’ultima volontà alla sua vittima. Jack allora lo ringraziò, lamentandosi di non avere nemmeno un soldino per pagare l’ultimo brindisi della sua esistenza, così chiese al demonio di trasformarsi in una moneta per pagare la sua consumazione. Avvenuta la trasformazione, il furbacchione raccolse la monetina e la conservò nella tasca interna del suo portafogli, che portava ricamata una croce. Jack aveva imprigionato il maligno e gli propose un patto: per riottenere la libertà, il diavolo avrebbe dovuto concedere ancora un anno di vita al peccatore.
L’anno seguente, la sera di Halloween, il demonio andò nuovamente a far visita al fannullone e si presentò per avere in cambio dell’anno di vita concesso, l’anima peccatrice dell’uomo. Anche questa volta, il furbo Jack propose una sfida: il maligno avrebbe dovuto salire su un albero e riuscire a scendervi. Il demonio rise per la facilità dell’impresa e accettò la sfida, salendo sull’albero più vicino. Con un gesto rapido, jack incise sul tronco dell’albero dove giaceva il maligno, la stessa croce che era ricamata sul suo portafogli: gli impediva così di saltare giù.
Nonostante avesse ottenuto con grande maestria la vittoria sul maligno, Jack gli propose un ultimo patto: avrebbe cancellato la croce, se le tentazioni non lo avrebbero più coinvolto e inseguito. Il demonio accettò e dopo un anno l’uomo morì. Tuttavia, quando si recò alle porte del Paradiso, venne allontanato poiché gli era proibito entrare: i peccati della sua vita dissoluta rendevano impura la sua anima di uomo.
La stessa risposta ottenne all’uscio dell’Inferno: il diavolo ancora offeso con Jack per i loro trascorsi, gli negò il permesso di entrare ma gli regalò un tizzone che avrebbe dovuto illuminargli la strada per il resto della sua esistenza, confinato a vivere nel purgatorio oscuro, a metà strada tra il regno dei vivi e quello delle anime perdute.
Il peccatore allora pensò di far durare più a lungo possibile la luce del suo tizzone e la ripose in una zucca svuotata del suo interno; ricavando così una lanterna, Jack accettò il suo destino di viandante infelice nel limbo senza uscita dei suoi peccati e ancora oggi nelle notti di Halloween è possibile intravedere la fiammella della sua lanterna, che vaga senza meta alla ricerca della sua destinazione: nacque così Jack O’Lantern.
Valentina Labattaglia