Il Padre nostro è la più importante preghiera cristiana. La terza petizione riguarda l’avvento del Regno di Dio, uno dei temi centrali della fede cristiana.
Il Padre Nostro ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella vita cristiana e nella riflessione patristica per il suo profondo contenuto spirituale. Una delle petizioni più interessanti è senza dubbio la terza: Venga il tuo Regno. Quest’ultimo è una colonna fondamentale dell’insegnamento gesuano, per questo è da sempre al centro della ricerca teologica. Adalbert Gautier Hamman ed Emiliano Jimenez Hernandez, hanno dedicato a questo tema un volume intitolato proprio Venga il tuo Regno (edizione Chirico).
Venga il tuo Regno
Nella terza petizione del Padre Nostro, il credente chiede che si manifesti la maestà divina, si tratta di una realtà sempre al centro della predicazione di Cristo. Come ha notato Padre Cantalamessa, il Regno è la premessa implicita di ogni suo insegnamento:
Il regno di Dio è giunto in mezzo a voi, perciò amate i vostri nemici; “il regno di Dio è giunto in mezzo a voi”, perciò se la tua mano ti scandalizza tagliala: è meglio entrare monco nel regno di Dio che con tutte e due le mani rimanerne fuori…(Cos’è “il Regno di Dio” tra noi?)
Si tratta quindi di un argomento così centrale da poter essere messo in relazione con ogni aspetto della predicazione gesuana, facendone un concetto molto ampio. Per questo ricopre un posto di rilievo nel Padre nostro, l’unica preghiera insegnata da Gesù nella Scrittura. E ogni petizione del Padre nostro, dipende in qualche modo dalla terza che stiamo analizzando. Compito della teologia è quello di tenere insieme tutti i diversi punti di vista forniti dalla Scrittura che, solo se considerati in maniera unitaria, possono dare un’idea più precisa e fedele possibile.
Cos’è il Regno?
Hamman ed Hernandez hanno cercato di dare una definizione, compito non facile visti per i sopraddetti motivi. La prima cosa da mettere in evidenza è che il Regno dei cieli “non è di questo mondo” (Giovanni 18,36), non è una realtà spazio-temporale ma un evento: la Redenzione di Cristo. E, proprio come un evento, viene annunciato. Secondo il Vangelo, l’attività di Gesù era proprio la predicazione del “vangelo del regno” (Matteo 9,35), ovvero della “buona notizia”. Esso infatti è ormai giunto con Cristo (Matteo 12,28), perchè
Gesù in persona è il mistero del Regno di Dio, dato da Dio ai discepoli. Il futuro delle promesse è oggi in Gesù. Il Regno di Dio si trova in Lui…(Hamman ed Hernandez, Venga il tuo Regno, p. 17)
Il Kerigma (il cuore dell’annuncio cristiano) è tutto incentrato sulla figura del Salvatore, sulla sua morte e risurrezione (1 Cor 15, 3-8).
Padre nostro e manifestazione del Regno
Il Regno si manifesta visibilmente in Cristo tramite segni e prodigi. Le opere di Gesù (guarigioni, risurrezioni, perdono dei peccati) annunciano che nel Regno non esistono le malattie, la morte e il peccato. Realtà che invece dominano il Mondo, nel quale però la dimensione divina irrompe finendo inevitabilmente col prevalere.
I Padri della Chiesa, come Gregorio di Nissa nelle Omelie sul Padre Nostro, hanno evidenziato che con la terza petizione del Padre Nostro, i credenti chiedono che il Regno venga in essi. Cioè fanno proprio l’auspicio di san Paolo che non sia più il peccato a regnare nelle loro vite (Rom 6, 12-14), un regno tirannico che rende schiavi (Giovanni 8,34), ma Cristo. L’unico in grado di legare «l’uomo forte» – il diavolo – e strappargli le sue prede(Lc 11, 21).
Regno di Dio o regno dell’uomo?
Negli ultimi venti secoli si sono sviluppate le più disparate interpretazioni su questo argomento centrale della fede cristiana, spesso di segno opposto:
Per alcuni esso sarebbe un regno puramente interiore consistente in una vita conforme alla legge di Dio; per altri sarebbe, al contrario, un regno sociale e politico da realizzare dall’uomo, se necessario anche con la lotta e la rivoluzione (Padre Cantalamessa, Cos’è “il Regno di Dio” tra noi?).
Uno degli esempi più noti e più recenti potrebbe essere quello della teologia della liberazione che faceva anche del Magnificat un manifesto di azione politica. Citando il Gesù di Nazareth di Benedetto XVI, Cantalamessa mette in guardia dal pericolo con queste parole:
Il Papa passa in rassegna queste varie interpretazioni del passato e fa notare ciò che esse hanno in comune: il centro dell’interesse si sposta da Dio all’uomo; non si tratta più di un regno di Dio, ma di un regno dell’uomo, di cui l’uomo è l’artefice principale. Questa è un’idea di regno compatibile, al limite, anche con l’ateismo (Cos’è “il Regno di Dio” tra noi?).
Ettore Barra