Intorno alla figura di Nicolas Flamel aleggia il mistero. La miticità del personaggio risulta accentuata dalla serie dei romanzi di Michael Scott, nei quali Flamel, detto l’Alchimista, è collocato tra gli uomini immortali insieme alla moglie Perenelle, e custodisce l’antico Codice. Il successo di Flamel nel primo capitolo della fortunatissima saga di Harry Potter e la Pietra Filosofale, ha restituito alla contemporaneità questa personalità del passato, contribuendo a mescolare verità e fantasia.
Nicolas Flamel: il potere dell’immortalità
Nicolas Flamel è realmente esistito. Vissuto a Parigi tra il XIV e il XV secolo, Flamel fu un libraio e scrivano di modeste origini, che fece la sua fortuna sposando la ricca vedova Perenelle. I coniugi Flamel divennero famosi per le numerose donazioni alla Chiesa e contribuirono alla restaurazione del Cimitero degli Innocenti di Parigi. Ne Le Livre des Figures Hierogliphiques (1612), Flamel parla con chiarezza della sua attività:
Mi guadagnavo da vivere con l’Arte della Scrittura, redigendo inventari, facendo conti, fissando le dispense per i tutori e i minori.
Il Flamel Alchimista viene conosciuto solo dopo la sua morte, con la pubblicazione di opere oggi considerate apocrife. Si racconta che una notte Flamel sognò un angelo il quale gli predisse che sarebbe venuto in possesso di un libro oscuro e incomprensibile. Poco dopo le sue nozze, di ritorno da un viaggio in Spagna, acquista da un vecchio rabbino un libro miniato di insolite dimensioni, La magia sacra di Abramelin il Mago. In queste opere apocrife, Flamel descrive così il libro:
La legatura in solido ottone, dentro vi erano figure e caratteri che non erano latini e neanche francesi[…] era stato scritto con una matita di piombo, su fogli di corteccia ed era stranamente colorato.
Negli anni successivi Nicolas e la moglie avrebbero tradotto il libro con l’ausilio di testi cabalistici, riuscendo a produrre la leggendaria Pietra Filosofale, capace di tramutare i metalli in oro e l’Elisir di lunga vita. Dal Livre apprendiamo l’importanza che l’inverosimile libro ebbe per il suo destino:
Il quale libretto, per grazia divina, m’ha procurato tanti beni, che ho acquisito la Signoria di sei parrocchie intorno a Parigi, col consenso del Signore, e a Lui, non a me sia lode. Così, nel mio testamento, ho potuto lasciare in elemosine più di quattromila scudi d’oro.
Sull’attendibilità della storia la questione è ancora aperta. In dubbio resta l’esistenza stessa del famoso libro e, se pur fosse realmente esistito, Flamel non rivelò mai il suo contenuto. Vero è che Nicolas Flamel è considerato ancora oggi il depositario di una conoscenza oscura e misterica. Isaac Newton cita i dragoni di Flamel nelle sue opere, dedicandosi ai segreti della sua opera.
Nicolas Flamel morì tra gli 87 e 88 anni. Numerose storie narrano di Flamel e di sua moglie, che ancora oggi si aggirano per le strade parigine, avendo scoperto il segreto dell’immortalità.
Altre leggende si diffusero dopo la sua morte: Flamel fu Gran Maestro del Priorato di Sion, l’ordine che, si narra, sarebbe sorto ai tempi di Goffredo di Buglione. La vicinanza di Flamel al mitico Ordine risulterebbe dalla data del 17 gennaio 1382, quando l’alchimista compì la sua prima trasmutazione. Infatti, sempre secondo racconti storicamente non accreditati, il 17 gennaio 1981 fu eletto Gran Maestro Pierre Plantard, che considerava se stesso il diretto discendente dei re Merovingi.
Il linguaggio dell’Alchimia: il cammino iniziatico
Dal punto di vista simbolico, il numero 17 è considerato di forte significato iniziatico ed esoterico. Scisso, il 17 rappresenta l’essere Unico (numero 1) e la Conoscenza (numero 7), simboleggiando la ricerca della Verità. Per alcuni popoli il 17 è considerato il numero dell’Immortalità. E’ un caso che la scoperta di Flamel sia avvenuta (oppure no) proprio il giorno 17?
L’Alchimia è da sempre considerata una terra misteriosa, che parla attraverso i simboli. L’intera storia di Nicolas Flamel può essere considerata, in chiave simbolica, come la metafora di un percorso iniziatico, che ha come fine il raggiungimento della Conoscenza.
La missione di Flamel era quella di decifrare i simboli che lo avrebbero condotto all’illuminazione. Come ogni adepto, Flamel aveva il compito di proteggere tali misteri, evitandone la diffusione. Simbolica è da considerarsi anche la collaborazione con la moglie durante il procedimento alchemico: il maschile e il femminile si uniscono, realizzando l’Armonia degli Opposti. La trasmutazione dei metalli in oro che riuscì ad ottenere ebbe effetto principalmente sulla sua anima. Nicolas Flamel divenne ricco. Tuttavia, non tenne l’oro per sé, ma lo donò. Fu così che Flamel raggiunse l’immortalità: con la vittoria dello spirito sulla materia.
Giovannina Molaro
Bibliografia:
N. Flamel, Il libro delle figure geroglifiche, Edizioni Mediterranee, Roma, 2003.
Sitografia:
http://www.duepassinelmistero.com/Testamento%20di%20Flamel.htm
http://www.angolohermes.com/Speciali/Francia/Parigi/Flamel.html