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Renzo e Lucia: tra pubblico e privato
Legate tra loro da un destino comune, le due vicende di Renzo e Lucia, dal momento in cui si separano, procedono a linee alterne, e determinano il doppio asse lungo il quale il racconto si dilata.
Ma Lucia è un personaggio che vive nel privato e nell’intimità della casa. Solo Renzo si trova a compiere un’esperienza pubblica. Lui solo viene in contatto con i meccanismi di un sistema sociale, ne sperimenta gli assurdi e si sforza di capirne qualcosa.
L’ingenuità di Renzo e gli effetti di straniamento
Dal momento in cui entra a Milano, i nuovi eventi di cui è spettatore e compartecipe portano ripetutamente Renzo ad un confronto con i propri ricordi. Comincia allora la sua avventura pubblica, il suo viaggio tra i mostri di una città in disordine. Ciò che lo spinge avanti è un sentimento di protesta, che si trasforma in una speranza di giustizia, per sé e per gli altri.
Il buon senso e l’ingenua saggezza contadina di Renzo permettono al narratore di ottenere incredibili effetti di straniamento.
Il narratore può assumere un punto di vista critico nei confronti delle vicende a cui Renzo assiste, proprio perché egli non riesce a comprenderle appieno.
Un eroe alla ricerca della giustizia
Gettato in un mondo imprevisto di insidie è costretto nel suo viaggio ad una sorta di romanzo di formazione.
Infatti, quando la peste gli offre la possibilità di rimettersi in cammino il personaggio riemerge. Il ruolo di Renzo inizia a coincidere con quello di un “eroe cercatore”, in un mondo insediato dalla morte, dalla corruzione e dal disordine.
Il suo viaggio assume il carattere di una prova o di un’iniziazione, come nelle favole e nell’epica romanza. Dapprima cerca la via di fuga e l’Adda, nel secondo viaggio cerca Lucia. Ma cerca anche, e soprattutto, giustizia.
Un personaggio in continuo cambiamento
Renzo, tra i protagonisti è sicuramente il più movimentato. Il lettore lo vede spesso agitato, collerico, dolce, intontito, talvolta persino ironico.
A nessuno capitano nel romanzo tante avventure quante a Renzo, che arriva sempre quando c’è qualche trambusto.
E nessuno parla tanto come lui, sì che il narratore lo lascia alla fine che ancora vorrebbe continuare a ripetere dall’inizio il racconto dell’accaduto.
Renzo non è mai lo stesso e, soprattutto, se si adatta alla realtà non la accetta interamente né supinamente. La dolcezza del matrimonio con Lucia o la vendetta violenta su Don Rodrigo sono figure e momenti di un lucido sogno di vita diversa, attese trepidanti di futuro.
Un “vero” personaggio da romanzo…
Renzo è un vero e proprio personaggio da romanzo. Innanzitutto, perché varia infinite volte ed è l’unico davvero cambiato dalla storia che ha vissuto.
Inoltre la sua storia privata si intreccia con la grande Storia, ed è l’unico ad entrare davvero nel paesaggio cittadino.
“Il poveraccio, senza volerlo, e senza saperlo né allora né mai, si trovò con un sottilissimo e invisibile filo, attaccato a quelle troppe e troppo gran cose”.
In città si scontra con i destini generali del suo tempo.
…in grado di suscitare la simpatia del lettore
Renzo è un personaggio sveglio, che cade in trappola solo per generosità e non per stoltezza.
Il lettore simpatizza con lui, il suo comportamento gli appare sempre plausibile, condivisibile. Se commette degli errori, già si capisce che vi porrà sempre rimedio.
È in grado di modificare il proprio comportamento in base alle situazioni e agli interlocutori.
Il narratore prova, talvolta, a prenderne le distanze. Ironizza sulla sua faciloneria, calcando la mano sui suoi eccessi di eccitazione, o sugli errori di valutazione del prossimo. Ma il lettore riceve comunque l’immagine di un uomo che costruisce il proprio futuro, che non si arrende al presente.
Renzo e Lucia: il moto e la stasi
Renzo è quindi un personaggio agli antipodi rispetto la sua dolce metà. Lucia è un personaggio immobile, definito fin da subito lieve e statico.
“Alle volte un po’ fissa sulle sue idee”, deve convenire anche il suo promesso sposo.
Sono pochissimi e brevi i momenti in cui cambia, i gesti che non siano composti.
Lucia sapeva già “in confuso” tutto, è insoddisfatta della morale che suo marito ricava generosamente dagli eventi, perché quello che ci manca è il ruolo da riconoscere alla Volontà del Cielo, al fronte della quale l’arrabattarsi umano è vano.
Proprio per questa differenza Renzo è vicinissimo al lettore di oggi, quanto Lucia ne è distante.
La modernità confida più nell’uomo per sistemare le cose, che in Dio.
Nadia Rosato
Fonti: da E. Raimondi, Il romanzo senza idillio. Saggio su “I Promessi Sposi“, Einaudi, Torino 1975.
da V. Coletti, Distanza dai Promessi Sposi, in Il romanzo, a cura di F. Moretti, Lezioni, vol 5. Einaudi, Torino 2003.