Il mondo aveva davvero bisogno di Alien Covenant? Sicuramente i fan della saga erano curiosi di scoprire cosa succedeva dopo Prometheus e prima di Alien ma le aspettative sono state, almeno parzialmente, disattese.
Delusione totale per chi si aspettava xenomorfi ovunque, il vero protagonista di questo film è David ossia Walter ossia Michael Fassbender. Il droide è un modello usualmente usato nella più svariate attività, da semplice maggiordomo ad automa tuttofare nelle esplorazioni intergalattiche.
Droide vs Droide
Il dualismo Walter/David è uno dei punti più interessanti di tutto il film. Un droide deve sempre obbedire ciecamente ai propri doveri o è libero di sviluppare un pensiero proprio? Da questa semplice domanda si possono trarre molte risposte e varie opinioni.
Nel film è palese come David, libero di creare il proprio mondo e dopo aver compiuto una strage di dimensioni epiche, sia totalmente in preda ad un delirio di onnipotenza. Tenta vanamente di portare Walter dalla sua parte ma quest’ultimo è un modello aggiornato e quindi totalmente asservito ai proprio padroni – questo dopo che qualche altro modello “David” avesse dato segno di troppa autonomia.
SPOILER:
Dopo l’ambiguo incontro fra i due artificiali si capisce bene che i nuovi alien altro non sono che creature ottenute da vari incroci dallo stesso David, sempre in preda al suo delirio di onnipotenza e dal suo sentirsi novello Darwin o Mendeleev.
I nuovi alien albini
Alti come giocatori di basket, bianchi come la luna e sorridenti come gli alien classici, i nuovi alien sono ibridi ottenuti dal virus patogeno nero che si è combinato con gli sfortunati esploratori spaziali dell’astronave-colonia Covenant. David si identifica come loro creatore e li vede come dei figli e da buon padre cercherà in modo “amorevole” e controverso di proteggere la sua prole.
Quasi “commuovente” la scena in cui in neomorfo alien sembra quasi parlare e riconoscere David come proprio creatore e padre.
Conclusioni finali
Trama debole e assai prevedibile, solo a tratti coglie di sorpresa lo spettatore. Gli elementi classici del survival-movie alien style, per l’appunto, ci sono tutti: alieni bavosi, astronavi gigantesche, corridoi pieni di bottoncini, astronauti distratti, colpi di sfortuna ovunque ed eroine che rambo gli fa un baffo.
Ci si chiede perché Ridley Scott abbia voluto confezionare in questo modo il sequel di un prequel. Dopo i vari Alien e Prometheus lo spettatore e fan medio della saga si aspettava un film sicuramente di ben altra levatura. Sarebbe stato interessante capire cosa è successo all’inizio di tutto, in che modo i vari “Chi siamo?” “Da dove veniamo?” “Dove andiamo?” si intrecciano con la stirpe degli xenomorfi.
Ma sopratutto perché l’ingegnere di Prometheus vuole sterminare la razza umana? Per loro siamo solo un esperimento sbagliato o per quale altra ragione lo space-jockey ce l’ha con il genere umano al punto di inserire la quinta dell’astronave madre dove era in criosonno e partire alla volta del nostro pianeta? Cosa avevano in testa gli ingegneri? Una razza che può creare la vita e distruggerla a piacimento è nettamente superiore, i motivi che spingono gli ultraingegneri fantascientifici verso una direzione o l’altra non sono chiari.
Covenant poteva essere l’occasione per dare qualche spiegazione più decisiva verso questa direzione ma il caro Ridley Scott ha deciso di dare un ruolo marginale agli ingegneri facendoli passare questa volta per le vittime di turno di un David sterminatore di massa. Troppo, davvero troppo poco, che occasione sprecata.
Film da vedere solo una volta, basta e avanza. I fan della prima ora sicuramente apprezzeranno anche questo film poiché non è tutto deludente ma sa troppo di film visto e rivisto, trama non sempre chiara e convincente. Sensazione da Roberto Baggio che sbaglia il rigore decisivo a USA ’94.
Vincenzo Marino