“L’amore è l’esperienza più vicina alla pazzia che ci capiterà mai di provare.” Così scrive Mirko De Martino nel suo testo, Amore pazzo, che affronta in maniera giocosa alcune delle sfumature di follia che si insinuano nei rapporti sentimentali.
Tre storie, sei diversi protagonisti, tanti tipi di amore, due soli attori. Informazione caratterizzante se si valuta che gran parte della qualità di Amore pazzo poggia sulla capacità di metamorfosi di Chiara Vitiello ed Orazio Cerino.
Per la regia di Titti Nuzzolese, “Amore pazzo” sarà in scena al Teatro TRAM di Via Port’Alba a Napoli, tutti i week-and partendo da venerdì 5 maggio fino al 28 maggio 2017.
Una trama introspettiva ma non pesante
Tre casi di rapporti tragicomici compongono la trama di Amore pazzo, per una produzione del teatro dell’osso.
A dispetto del titolo, non è l’amore in quanto sentimento universale a fare da baricentro allo spettacolo; bensì le diverse sfumature, esasperazioni, esaltazioni e degradazioni delle forme di rapporti che si poggiano su esso.
E così partiamo dall’idea di coppia, per quanto relativa essa sia, e tocchiamo il rapporto omosessuale, quello non ricambiato, le insicurezze, i drammi, gli abbandoni, le ansie, le fini, gli inizi, le psicopatie, le illusioni, le fissazioni, le prepotenze, gli errori. Tutto ciò, passando per l’amore.
Precisamente, si parte dall’incontro casuale di una psicologa ed un insegnante affranto dal dolore per il tradimento della moglie, che alloggiano in un B&B per stare un po’ da soli con sé stessi, ed invece non solo si ritrovano costretti l’uno alla compagnia dell’altra, ma si riscoprono anche legati da un misterioso colpo di scena.
Si passa poi, nel secondo squarcio, per il racconto di una graziosa telespettatrice non solo innamorata del suo personaggio da soap-opera preferito, ma per giunta convinta che lui la ricambi a seguito di un fugace incontro casuale. Un amore tanto malsano non poteva che attirare situazioni altrettanto nocive.
Lo spettacolo si conclude con il terzo caso, quello forse più vicino alla realtà: saranno infatti cumuli di ansie immotivate a devastare la relazione di una giovane coppia fresca di convivenza, in quanto l’adorabile ragazza non riesce a capire quanto sia davvero convinta della sua scelta per la vita, e si perde in una giravolta di lascia e prendi che si sa quanto possa essere deleteria.
Personaggi fortemente caratterizzati
Le coppie delle tre storie sono caratterizzate in maniera fortemente diversa, badando bene a distanziare i tre frangenti, tanto che sembra di assistere ad un film con i suoi regolari cambi di scena: soprattutto nel secondo quadretto, c’è un passaggio vorticoso dalla terapia di coppia, ai ricordi relativi al contesto, ai flussi di coscienza dell’uno e dell’altra, alla relazione diretta fra i due.
L’intero spettacolo tende ad abbattere, con discrezione, la quarta parete, in quanto gli attori si rivolgono se non propriamente al pubblico, quantomeno ad un interlocutore immaginario.
La scenografia di Angela Grimaldi è semplice, simpatica nei dettagli ed ottimale a prestarsi a facili riadattamenti per i diversi cambi.
Nel complesso, 65 minuti di piacevole intrattenimento, che accompagnano lo spettatore ad osservare dall’esterno e a sorridere dell’esagerazione di quelle pecche e di quei disagi tanto umani che ci compongono.
Letizia Laezza
Per maggiori informazioni: Teatro Tram – (sito ufficiale)