Il Caos Teatro ospita “Io, tra di voi” con Massimo Masiello
Il teatro è una commistione di elementi di eguale importanza nel gioco dell’espressione di sensazioni, pensieri e racconti. Nell’equilibrio di corrispondenze del quale necessita la scena, si parte da un testo ben scritto, dove l’amalgama di ogni singola parola con le altre, con le pause, con la punteggiatura, gode della capacità di dare sospiro al tema, si passa per il tramite della direzione di una regia, figura che concentra in sé gli oneri di avere un’idea e di cercare di renderla concreta in una maniera fruibile al pubblico e comprensibile all’attore che dovrà offrirla ad esso, fino ad arrivare all’interprete, che, per l’appunto, per quanto possa sembrare un esecutore della drammaturgia e uno strumento della regia, è fondamentalmente un veicolo; un traduttore di emozioni nel suo proprio linguaggio con in più una responsabilità comunicativa verso i suoi spettatori.
Non si possono “passare” al prossimo fatti, sentimenti, lacrime o gioie dalle quali non ci si è lasciati attraversare.
Il teatro è quella forma d’arte che prevede l’espressione di sentimenti altrui. I sentimenti non si esprimono se non li si prova. All’attore, resta il compito di abbandonarvisi, far loro valicare il proprio animo, filtrarli tramite se stesso e poi donarli alla platea.
Alla luce di tale introduzione, possiamo dire che tutto quanto appena precisato, è accaduto nelle date del 6 e 7 maggio 2017 al Caos Teatro di Villaricca, che ha ospitato un testo di Gianmarco Cesario e Antonio Mocciola dal titolo Io, tra di voi, caratterizzato da un consistente potenziale emozionale, sia nell’argomento che nella messa in prosa.
Della messa in scena, invece, si è occupato Massimo Masiello, che si è anche auto diretto, con l’aiuto di Gingy Comune, nella rappresentazione del racconto di un immigrato croato, offrendo al pubblico uno squarcio di storia, attualità e vita di cui si è parlato fin troppo poco, e del quale bisognerebbe informarsi.
L’argomento in questione è la storia di un ragazzino, Goran, sfuggito all’assedio della città di Vukovar (Croazia), risalente appena al 1991, durante le guerre jugoslave. Con tale assedio iniziano quelle che verranno dette “guerre psichiatriche”, tanta fu la ferocia e il sadismo, che va ben oltre l’omicidio, da parte di questi soldati imbottiti di anfetamine che si ritrovarono, per una serie di manovre politiche e militari, ad abbandonarsi a crudeltà impensabili contro vicini di casa con i quali erano cresciuti.
Il contesto è in se stesso toccante ed è giusto che il teatro lo proponga quale spunto di riflessione e discussione; ma stanzia nella sua realtà effettiva il rischio che corre: scivolare in un patetico vittimismo o in una facile banalizzazione degli argomenti di attualità (o quasi attualità).
Rischio con maestria circuito da Masiello, che ha raccontato una storia ai limiti dell’umanità, accompagnando il pubblico alla commozione propria degli accenti più toccanti. Le immagini della tragedia vissuta da Goran prendevano forma dai suoi racconti e i suoi incubi si palesavano sul palco, a disposizione dello spettatore.
A colorare il tutto, senza perdere però le sfumature di malinconia idonee al caso, Goran ha raccontato la sua storia su una serie di paralleli con la musica di Aznavour, cantante adorato dalla madre del protagonista, e da esso stesso, che sognava di seguirne le orme. Sebbene i due vissuti siano molto differenti, le note di Aznavour hanno trovato collocazioni mai stonate fra le righe della triste vicenda di Goran, espediente narrativo di molte storie simili e soprattutto peggiori alla sua, ancora oggi affogate nel silenzio.
C’era, nella voce e negli occhi di Masiello, il gusto di offrirsi al pubblico, il piacere di dare, di esprimersi, di provare e di lasciar provare, facendo leva sul sostegno musicale di tre eccellenti professionisti, quali Mariano Bellopiede, Luigi Fiscale e Giosi Cincotti.
Lo spazio Caos Teatro, inaugurato nel settembre di quest’anno e situato a Villaricca, sorprende positivamente per la qualità e l’originalità della rappresentazione scenica, che fa da contrappeso al limite solo aleatorio della collocazione provinciale.
Sabato 20 maggio, per la chiusura della prima stagione di questo nuovo spazio che si dedica e combatte per il buon teatro, in scena Alessandro Ferrentino e Maria Anna Siani, musicisti dediti ad un particolare progetto di consonanza fra musica etnica e suoni dell’anima, che prende il nome di “legni e ombre”.
Letizia Laezza
Caos Teatro – (sito ufficiale)