Toni Bruno è uno dei più talentuosi fumettisti italiani degli ultimi anni, autore di ” Da quassù la Terra è bellissima ” edito dalla Bao, che ha riscontrato un buon successo di critica, ma sopratutto che ha saputo emozionare tantissimi lettori.
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Toni Bruno era presente all’ARF, festival del fumetto di Roma e ci ha raccontato tantissime cose: dei suoi esordi, delle sue influenze e tutto ciò che l’ha reso un fumettista a tutto tondo. Pronti? Iniziamo!
Ciao Toni! Raccontaci i tuoi esordi nel mondo del fumetto: qual è la tua storia, quali sono state le tue maggiori ispirazioni e com’è nata la tua passione per il fumetto?
Sembra banale dirlo, ho disegnato sin da piccolo, anche se non dicevo di voler fare il fumettista, bensì il naturalista, perchè avevo vecchie enciclopedie dei miei nonni e vedevo le piante, gli insetti illustrati e mi chiedevo che mestiere fosse e chi li disegnasse. Avevo questo interesse per la natura, tuttavia quando seppi che la figura del naturalista era morta alla fine dell’800, persi le speranze e di conseguenza l’interesse, decisi di dedicarmi ad altro. La passione per il fumetto l’ho sempre avuta da piccolo, è qualcosa che ti cresce dentro, non sai come nasce ma sai che c’è, e fai di tutto per tirarla fuori. Gli autori che mi hanno sempre accompagnato durante il mio percorso formativo sono: Micheluzzi, Bernet, Alex Toth. Vedendo le loro tavole, leggendo quelle storie, cresceva il mio desiderio di raccontare, ovviamente non ai loro livelli poichè richiede anni e anni di esperienze, ma erano una buona fonte di ispirazione, e continuano ad esserlo tutt’ora.
Secondo te quanto può influenzare la musica per scrivere un fumetto?
Tanto! Quando lavoro a un libro, ho delle colonne sonore che mi accompagnano in quella produzione, e questa cosa cambia sempre da libro in libro, per cui in base al mood di quel momento, alle emozioni che sto vivendo, cercando di esorcizzare in quel momento, scelgo una colonna sonora piuttosto che un’altra. Solitamente quando scrivo preferisco un sound più strumentale, per evitare distrazioni, quando disegno, invece, vado anche su altri generi. La musica ha per me una valenza importante ma non è essenziale, nel senso che non è la musica a darmi l’ispirazione, però mi accompagna e rende il tutto più piacevole. Non nego che possa essere anche una fonte di ispirazione, ma volendo fare una percentuale, sono più le volte che mi accompagna che quelle in cui mi ispira.
Da quassù la Terra è bellissima è la tua opera di maggiore successo: quali sono i retroscena, com’è nata l’idea?
È un soggetto nato dalla voglia di raccontare del disturbo post-traumatico da stress, non sapevo come farlo: sapevo cosa raccontare ma non sapevo come raccontarlo. Ho scelto il contesto della Guerra Fredda perchè a livello metaforico, dal mio punto di vista, riusciva a descrivere l’ansia, poichè durante la guerra fredda c’era la paura di qualcosa che non vedevi, una paura costante che da un momento all’altro poteva succedere qualcosa, chi ha sofferto di ansia o chi ne soffre, sa che più o meno è la stessa sensazione e quindi ho pensato che creare questo tipo di metafora potesse essere funzionale.
Sei riuscito a toccare parecchie tematiche e le hai combinate perfettamente: si parla della Guerra Fredda, dello spazio, della paura, della supremazia tecnologica. Come mai hai scelto questi temi e come sei riuscito a introdurli e a unirli così bene?
Dietro tutto questo c’è un lavoro di ricerca, che mi ha sottratto molto tempo per arrivare poi a decifrare bene il contesto spazio temporale, quindi capire più o meno il periodo non solo a livello storico ma anche a livello culturale, ad esempio dove era arrivata la psicanalisi in quel periodo storico ed ho creduto che, facendo una buona ricerca , potevo allo stesso tempo( avendo ben chiaro il contesto storico) cucirci sopra delle storie e dei personaggi che si muovono all’interno di quel teatro.
C’è un motivo particolare nella scelta di due protagonisti?
Principalmente perchè credo che se in questa storia il protagonista fosse stato uno solo, sarebbero state tante le cose da dire e un solo personaggio non poteva raccontarle, avevo bisogno di più personaggi per aiutarmi a suddividere le cose che volevo dire e quindi dare spazio a più persone.
Pensi che il fumetto possa avere una valenza a livello sociale, civile e politica?
Si, usare questo tipo di strumento serve anche a raccontare il contesto sociale, il contesto politico che stiamo vivendo, magari utilizzando delle metafore, ad esempio: con da Da quassù la Terra è bellissima io parlo tantissimo del fenomeno dei confini, di come all’epoca i confini fossero un qualcosa di importante per la politica del tempo, quindi l’alzare muraglie era un qualcosa che aveva creato un certo disagio sociale e via discorrendo. Ed è quello che stiamo vivendo tutt’ora con questo avanzare di una politica malata, la quale pensa che risolvere i problemi significhi alzare dei muri, mettere delle barriere, chiudere dei confini, un ragionamento chiaramente sbagliato che non porta da nessuna parte e che ci fa, anzi, chiudere nel nostro mondo sempre di più, senza riuscire ad evolverci in qualcosa di più utile a noi stessi e agli altri. Quindi sì, il messaggio politico/sociale è importante in una storia ma non è indispensabile dal mio punto di vista, perchè il fumetto deve essere un qualcosa che debba intrattenere, e se quell’intrattenimento c’è una anche una base di riflessione, se ti fa fare le giuste domande, secondo me è qualcosa che ti piace leggere perchè non solo ti sta dando qualcosa, ma che ti ha accompagnato in un giorno di lettura, quello pure è importante. I fumetti non devono essere solo fini al messaggio che vogliono lanciare. Se riesci a lanciare quel messaggio ma al tempo stesso stesso riesci a intrattenere tanto meglio. In fondo è la vita così, immagina una vita solo con problemi o con analisi sociali, politiche etc… sarebbe veramente un delirio, un qualcosa che non riusciremmo a viverci completamente: la realtà noi come la viviamo? Cercando di intrattenerci con varie attività e nel frattempo farci le giuste domande o perlomeno è già tanto se ce le facciamo, su quello che poi è la nostra posizione all’interno della società e dove sta arrivando, però l’intrattenimento è qualcosa di veramente importante, come la noia d’altronde.
Hai dei fumetti o libri che devono essere sempre a portata di mano?
Ogni volta che disegno, un’occhiata alle tavole di Bernet la do sempre, perchè mi ispirano veramente tanto, il guardare quelle tavole e notare quella loro freschezza mi dà una carica. Ci sono poi dei libri che tengo sul comodino, ma non li apro tutti giorni. Di solito sono libri che fanno parte della ricerca inerente al soggetto che sto scrivendo, ad esempio per Da quassù….. c’erano vari libri come l’autobiografia di Gagarin principalmente oppure libri che comunque mi aiutavano a darmi delle informazioni in più per poter scrivere la storia, per approfondire la ricerca, così come sto facendo per l’altro libro che sto preparando.
Puoi parlarci dei tuoi prossimi progetti?
Sto lavorando al libro che ho citato poc’anzi che uscirà alla fine del prossimo anno per Bao, ed è ambientato in Antartide, a cavallo tra la fine dell’800 e inizi del 900, inoltre sto lavorando come disegnatore a un albo della serie regolare di Sergio Bonelli di Dylan Dog.
Grazie mille Toni, alla prossima!
Sito Ufficiale Toni Bruno: http://tonibrunostory.blogspot.it/
Simone Capuano
PH: Carlo Carpio