Fozio fu un personaggio molto influente in epoca bizantina. Vissuto nel IX secolo, fu patriarca di Costantinopoli per ben due volte ed è anche annoverato tra i santi della Chiesa ortodossa.
Ma Fozio fu ben più di un uomo di chiesa: le sue opere a noi pervenute testimoniano un’intensa attività di studio e una sterminata cultura. Tra di esse il Lessico, ispirato ai principi della purezza linguistica dell’atticismo, e soprattutto la Biblioteca.
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Biblioteca o Myriobiblion: una raccolta di recensioni
L’opera più celebre di Fozio è nota come Biblioteca o Myriobiblion (letteralmente “diecimila libri”). Tuttavia non abbiamo prove per dimostrare che uno dei due fosse il titolo scelto effettivamente dall’autore.
La Biblioteca è una raccolta di recensioni di libri greci (in tutto 279) di vario genere: classici della prosa attica di V-IV secolo a.C., opere di età imperiale e bizantina.
Possiamo dire, quindi, che Fozio ha inventato il genere della recensione letteraria, di cui non abbiamo altre testimonianze prima della Biblioteca.
Le recensioni sono schede di diversa lunghezza, presentate in ordine casuale. Sembrano scritte di fretta e senza una revisione finale.
La dedica al fratello: tracce di un circolo letterario?
La Biblioteca si apre con un’epistola a Tarasio, fratello del patriarca. È proprio questa lettera che spiega l’occasione per cui sarebbe nata l’imponente opera. Dopo che Fozio era stato nominato per compiere un’ambasceria in terra assira, che avrebbe richiesto un viaggio lungo e pericoloso, suo fratello gli aveva chiesto di inviargli un resoconto di tutti i libri che non aveva avuto modo di leggere con lui.
Fozio spiega che riassumerà i libri in ordine sparso, a seconda di quanto gli verrà in mente di volta in volta. Ammette anche che non tutte le recensioni saranno accurate, proprio perché si baserà unicamente sui ricordi di letture passate. Inoltre descriverà in modo sommario i libri più conosciuti e più facilmente reperibili, mentre tratterà in modo più approfondito i libri rari.
Il riferimento di Fozio ad una lettura comune con il fratello ha fatto ipotizzare che la casa del patriarca fosse divenuta la sede di una sorta di circolo letterario. Ne sarebbe la conferma una lettera dell’861 indirizzata a papa Nicolò I da Fozio, che rievoca i tempi dello studio collettivo prima del suo patriarcato.
Altri critici hanno ritenuto che la lettera e l’ambasciata non fossero altro che un espediente letterario, ma che un’opera ampia come la Biblioteca dovesse essere destinata alla pubblicazione fin da subito.
Quali libri?
Fozio recensisce testi sia di carattere religioso che profano.
I libri teologici trattati sono più numerosi (239 contro i 147 profani), ma in genere ad essi sono dedicate schede più brevi. Sono presi in analisi opere di Giovanni Crisostomo, Gregorio di Nissa e di altri noti ecclesiastici.
Quanto ai testi profani, Fozio si mostra interessato a svariati generi. Dedica molto spazio agli storici, come Erodoto, Dionigi di Alicarnasso e Appiano e si concentra in particolare sulla storia delle origini di Roma. Un posto d’onore è riservato anche agli oratori di età classica ed ellenistica, tra cui Demostene, Eschine e Isocrate.
Fozio non trascura nemmeno generi normalmente considerati sconvenienti per un uomo di chiesa, come il romanzo greco, caratterizzato da elementi fantastici e spesso da particolari piccanti. Recensisce infatti le opere di Achille Tazio e di Eliodoro e le Metamorfosi di Lucio di Patre (probabilmente la fonte di Apuleio).
Sono rare le opere scientifiche, ad eccezione di quelle mediche. Invece mancano del tutto opere poetiche, forse semplicemente perché non rispondevano ai gusti di Fozio.
Un patrimonio ritrovato grazie a Fozio
Il motivo principale per cui la Biblioteca ha riscosso un grande interesse presso i moderni è che ha salvato opere altrimenti sconosciute e ha rivelato nuove informazioni su opere poco note. Infatti la Biblioteca è l’unico testimone di una novantina di opere, tra cui il Dramaticon di Giamblico, un romanzo d’amore, e Le incredibili meraviglie al di là di Thule di Antonio Diogene, un romanzo d’avventura.
Si è anche cercato di individuare manoscritti bizantini commissionati dal patriarca, ma con scarsi risultati. Sicuramente però Fozio doveva disporre di una vasta biblioteca privata, che con la sua impresa letteraria ha aperto non solo a suo fratello, ma a tutti noi.
Serena E. Di Salvatore
Bibliografia
Wilson N., Fozio, Biblioteca, 1992, Milano.
Sitografia
Canfora L., Il “Reading Circle” intorno a Fozio, Byzantion, vol. 68, 1 (1998), pp. 222-223.