Moll Flanders, la donna tra legalità e devianza sociale
Ian Watt, nella sua celebre opera, Miti dell’individualismo moderno, definisce Moll Flanders la più intricata e riuscita opera di Daniel Defoe. Dal plot dinamico e avvincente, la vicenda tratta delle avventure di un personaggio femminile in un mondo dominato da uomini.
Nel 1722, Daniel Defoe pubblica Moll Flanders, definito dalla critica come il “secondo romanzo”. La vicenda racconta di una povera orfanella che con distacco affronta situazioni pericolose e sofferenti, fino a raggiungere la tranquillità di una vita stabile. Moll è una donna cinica e instabile, determinata nel raggiungimento dei suoi obiettivi e anela alla ricchezza materiale piuttosto che all’amore.
La fortuna della giovane eroina defoeiana si basa su un delicato gioco di equilibri tra situazioni favorevoli e vicende sfortunate, tra denaro e guadagni, felicità e infelicità. Nel mondo di Moll non c’è spazio per sentimenti come l’amore in quanto ciò che vale realmente, almeno in apparenza, è l’incremento della ricchezza e l’accumulo. Il denaro diventa la chiave del successo e la misura della felicità.
Moll Flanders affronta una lunghissima e faticosa conquista della tranquillità economica e il passaggio dalla povertà alla ricchezza porta con sé anche sofferenza, insuccesso e tormento. Moll non accetta la sua condizione di povertà e la miseria la induce ad abbandonare la razionalità per riuscire a raggiungere una serenità economica: il benessere finale dalla donna raggiunto è tipico scenario a lieto fine degli eroi di Defoe.
Donna sola tra uomini opportunisti, Moll viene considerata nel tempo della società moderna un’ eroina non convenzionale; non è una picara, ma una delinquente che è mossa dal conflitto, fra individuo e comunità, tra coscienza e interesse, tra legalità e devianza sociale. La sua avventura dimostra il riscatto sociale di una moglie, ladra e il più delle volte immorale, che alla fine raggiunge il suo sogno, diventando una donna ricca e benestante. L’eroina defoeiana rappresenta la donna che incarna il successo dell’ Inghilterra settecentesca economica e mercantile.
“Siccome i peggiori dei miei amici, che ormai non hanno più modo di farmi danno, mi conoscevano col nome di Moll Flanders, che io mi presenti con questo nome a voi può bastare, e potete consentirmelo a patto che io abbia il coraggio di confessarmi tale e quale fui, e quale sono adesso”.
Lady Roxana, la vertigine dell’immoralità
L’eroina indiscussa nella produzione defoeiana è la protagonista femminile del romanzo L’amante fortunata, ovvero Lady Roxana, pubblicato nel 1724, opera che subisce profonde modifiche e correzioni negli anni successivi. La trama narra della lotta dell’individuo che mira a raggiungere la sicurezza economica. Il tema è molto ricorrente in Defoe ma Roxana deve affrontare l’insicurezza e la trasformazione del mutamento che la sua epoca sta vivendo.
La donna affronta con rabbia, grinta e decisione la crisi e poi il tracollo economico di un matrimonio fallito. Roxana non si lascia abbattere dagli eventi e decide di imboccare una strada difficile, pericolosa e amorale: non seguendo più alcuna legge etica, diventa cortigiana di alto rango. Povertà, degradazione e miseria inducono la cortigiana a fare scelte, cui prima non aveva mai pensato, decisioni che portano allo svilimento del ruolo di donna.
Le difficili condizioni economiche lasciano segni indelebili da indurre la donna a sprofondare nell’abisso dell’amoralità e della vergogna. Roxana ha sperimentato sulla sua pelle i principi che regolano il mondo in cui vive e, affrontandone la crudeltà, ne esce rinforzata. Con consapevolezza apprende che l’unica strada da percorrere è la conquista della propria indipendenza: la sua vita non può dipendere da nessuno. Si fa strada in lei un forte sentimento di ostilità e risentimento nei confronti di chi la circonda.
La miseria distrugge l’idea di famiglia, disintegrandola e portando ognuno a cercare la propria identità e salvezza in quando individui e non più membri di una collettività. Dunque, l’individuo percorre il suo destino e ritrova soltanto nel denaro quel sostegno e supporto che prima ricercava nei rapporti con gli altri uomini.
L’espediente letterario e la morale
Nella vicenda, Defoe racconta il rifiuto da parte di Roxana di incontrare la figlia ritrovata, considerata come minaccia alle ricchezze tanto faticosamente conquistate con sacrifici e rinunce. Le pagine di Lady Roxana sono dure e terribili ma Defoe riesce, attraverso un espediente letterario, a rendere più umana la sua protagonista, agli occhi dei lettori percepita come immorale. Lo scrittore descrive la cameriera di Roxana come la mente pianificatrice, da cui derivano le macchinazioni e le turpi azioni: la padrona diventa strumento nelle mani della serva opportunista.
L’espediente letterario garantisce che anche per la cortigiana possa arrivare il tempo del pentimento, che giunge, infatti, quando la donna si ritrova in una condizione familiare rispettabile, con un marito che si prende cura di lei nel decoro di un quadro morale rispettabile, un status che la nuova società esige.
I personaggi di Defoe, le situazioni in cui vivono e le rispettive realtà urbane popolari sono segni tangibili della creazione, da parte dell’autore, di una forma narrativa impersonale. Questo sperimentalismo diventa voce diretta degli esclusi e dei deboli, degli individui che convenzionalmente diventano perfetti ideali di rappresentazione letteraria.
Le donne, in particolar modo, sono le rappresentazioni più riuscite del suo sperimentalismo narrativo e dietro l’autobiografia fittizia si nasconde la presa di coscienza dell’autore dei cambiamenti sociali che avvengono e il rapporto con le trasformazioni della realtà esterna.
Valentina Labattaglia