Secondo la tradizione, Talete di Mileto, vissuto nel VII-VI secolo a.C., è considerato il primo filosofo. Di lui non ci è rimasto nessun frammento ma solo diverse testimonianze. La più nota è quella di Platone, che nel Teeteto, racconta il seguente aneddoto: Talete, mentre passeggiava osservando le stelle e guardando in alto, cadde in un pozzo, suscitando il riso di una servetta tracia che aveva assistito alla scena e che gli rimproverò a quel punto di preoccuparsi della conoscenza delle cose in cielo e di non accorgersi di quelle che aveva davanti ai piedi.
Questo aneddoto ci dice due cose fondamentali sulla figura del filosofo. In primo luogo Talete è interessato alla considerazione in sé della realtà e dei suoi fenomeni ai fini della sola conoscenza. In secondo luogo mostra il distacco del filosofo dal senso comune: il filosofo si preoccupa di cose che gli altri non vedono. Perciò la servetta tracia ride.
Talete si occupò di politica, astronomia, matematica e fisica.
Ma perché viene considerato il primo filosofo della storia? Tutte le testimonianze ci evidenziano la sua tendenza a spiegare l’osservazione dei fenomeni naturali senza ricorrere a cause divine. Questo passaggio dall’irrazionalità del mito alla razionalità della filosofia farebbe di lui il primo filosofo.
Ma ciò non basta, spiegare i fenomeni ricorrendo a cause razionali farebbe di lui uno scienziato, non un filosofo. Vedremo, con l’aiuto di Nietzsche, perché Talete va oltre una considerazione scientifica del mondo.
Prima di passare però all’interpretazione di Nietzsche consideriamo la dottrina del primo filosofo.
La dottrina filosofica di Talete
La nota dottrina filosofica fondamentale di Talete, secondo cui il principio (archè) di tutte le cose è l’acqua (hydor) è dovuta a una testimonianza di Aristotele, che nel primo libro della Metafisica scrive:
Talete dice che il principio è l’acqua, perciò anche sosteneva che la terra sta sopra l’acqua; prendeva forse argomento dal vedere che il nutrimento d’ogni cosa è umido e persino il caldo si genera e vive nell’umido; ora ciò da cui tutto si genera è il principio di tutto. Perciò si appigliò a tale congettura, ed anche perché i semi di tutte le cose hanno una natura umida e l’acqua è nelle cose umide il principio della loro natura.
Anche Aristotele è costretto a fare solo ipotesi riguardo la scelta di Talete di individuare nell’acqua il principio o causa di tutte le cose. Del resto c’è tutta una tradizione mitica che, con Omero, ha narrato che Oceano e Teti sono principi della generazione. Ma Talete va oltre perché, non identificando l’acqua con la divinità, spiega i fenomeni iuxta propria principia, secondo cioè i principi della natura stessa.
Talete nella concezione di Nietzsche
Eppure queste osservazioni non sono sufficienti a fare di lui il primo filosofo. Nietzsche scrive ne La filosofia nell’epoca tragica dei greci che se Talete si fosse limitato a questo avrebbe fatto un discorso puramente scientifico, non filosofico:
La filosofia greca sembra aver inizio con un’idea inconsistente, la proposizione che l’acqua è l’origine e il grembo materno di tutte le cose. È davvero necessario soffermarci su questo punto e prendere un serio atteggiamento? Sì, e per tre motivi: primo, perché la frase asserisce qualcosa sull’origine delle cose; secondo, perché lo fa in guisa non immaginosa e senza favoleggiamenti; terzo, perché in essa, benché unicamente allo stato di metamorfosi larvale, è racchiuso il pensiero: tutto è uno. Il motivo indicato per primo lascia Talete ancora in compagnia dei religiosi e dei superstiziosi, il secondo lo snida invece da questa compagnia e ci mostra in lui il naturalista, il terzo motivo, però, fa di Talete il primo filosofo greco. Se avesse detto: dall’acqua viene la terra, avremmo soltanto un’ipotesi scientifica, fallace sì, ma tuttavia difficilmente confutabile. Egli invece andò oltre lo scientifico.
Fare un discorso sull’origine di tutte le cose non dispensa il filosofo di Mileto dalla compagnia di religiosi o creatori di miti. Inoltre un discorso siffatto, senza ricorso alle favole, lo inserisce al massimo tra gli scienziati. Ciò che lo fa andare ben oltre il discorso scientifico risiede piuttosto nell’idea dell’unità: “Tutto è uno”. Proprio questa proposizione, carica di astrazione e fantasia, secondo Nietzsche, rende Talete il primo vero filosofo.
Mario Lo Conte