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Santa Patrizia: la storia
La vita di Santa Patrizia è un miscuglio di luci e ombre, perché poche e scarne sono le fonti, che illuminano la sua nobile esistenza.
Nobile? Sì, per sangue e per l’anima.”
Santa Patrizia era di origini bizantine: nata a Costantinopoli, discenderebbe dall’Imperatore Costantino II il Grande. Fu educata secondo i canoni elitari, tipici delle famiglie aristocratiche, affidandola alle cure e agli insegnamenti della nutrice Aglaia.
La fanciulla non ebbe avuto una vita semplice a causa dei genitori, che desideravano unirla in matrimonio con l’imperatore Costante II.
La giovane, per sfuggire alle pretese familiari, si allontanò dalla sua terra natìa grazie all’aiuto e alla presenza della sua cara nutrice.
L’annuncio della conversione
Giunte a Roma, la giovane poté consacrare il suo voto di verginità, motivo della sua fuga: Papa Liberio le donò il velo verginale, simbolo del matrimonio e dell’unione con Gesù Cristo. Cosciente che nulla poteva scalfire il suo amore per Dio, fece ritorno a Costantinopoli:
“E dissipò le sue ricchezze tra i poveri,
e rinnegò la corona imperiale,
si orientò verso la Terra Santa.”
L’arrivo a Napoli: realtà o leggenda?
Il viaggio verso la Terra Santa fu impedito da una tempesta così veemente, tale da far naufragare la nave che l’ospitava presso l’isolotto di Megaride, dove oggi sorge Castel Dell’Ovo. La donna, accolta dai monaci basiliani, operò, anche qui, per aiutare i bisognosi.
Morta poco tempo dopo il suo arrivo a Napoli, adempiendo le sue volontà venne sepolta presso il Monastero di Nicandro e Marciano, parte integrante del Complesso omonimo alla Santa ove si vide nascere l’ordine delle Patriziane:
Aglaia e le altre ancelle annunziarono la visione,
la giovane profetizzò quel luogo come sepolcro del mortale corpo.”
A causa di eventi bellicosi, nel 1864 le reliquie sacre furono spostate nella Chiesa di San Gregorio Armeno, dove tutto’ora sono custodite all’interno di un’urna, bagnata in oro e in argento, impreziosita da gemme:
Le spoglie, rivestite in cera, qui riposano,
in custodia delle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucarestia.”
Il miracolo del sangue
Il miracolo del sangue è legato alle “gesta” di un cavaliere romano. Secondo una leggenda, tramandata di generazione in generazione, l’uomo gravemente ammalato, avendo fatto visita al sepolcro della Santa, disperato per la sua malattia che lo condannava a una morte imminente, le strappò un dente molare.
L’estrazione del dente provocò la fuoriuscita innaturale del sangue dalla bocca del corpo, puro e inerme. Tanto forte era il flusso sanguigno, che le suore lo raccolsero in due ampolle, che ancora oggi lo custodiscono.
Proprio come per San Gennaro, il popolo può assistere e devolvere le sue preghiere al miracolo patriziano, alla liquefazione del sangue, che consuetudinariamente si compie ogni 25 Agosto – probabile data di morte della sposa di Cristo oppure dell’atto compiuto dal nobile o ancora giorno della sua ricorrenza liturgica – e ogni martedì, giorno tradizionalmente attribuito per chiederle una grazia (infatti, ogni volta la celebrazione messale delle ore 9.30 termina con l’esposizione delle ampolle in attesa del miracolo).
Il prodigio della manna
Il culto patriziano è legato a innumerevoli eventi prodigio, fra questi è opportuno ricordare il trasudamento della manna: le pareti sepolcrali rilasciano una sostanza liquida. Essa pura e cristallina è per materia e per forma molto simile all’acqua.
Nonostante sia una ricorrenza comune nella vita dei santi e dei beati, il popolo partenopeo resta fedele e memore anche a questo fenomeno. Fede o scienza in questo caso? A differenza della liquefazione del sangue che scientificamente non è stata provata e non può essere negata; in questo caso cosa fare? seguire il cuore o le formule matematiche?
C’è chi preferisce lasciarsi persuadere dalle fredde leggi razionali che riducono l’evento a fattori di umidità; e poi c’è chi sente e vede con il cuore, talvolta ingannando anche se stesso, che vuole scorgervi un segno divino, che sia per disperazione o per fede.
Curiosità
Per tutti i devoti e curiosi, la Santa è nota alla tradizione italiana come protettrice di tutte le fanciulle, come custode delle donne partorienti e, forse per il suo arrivo a Napoli dall’alone mitico, è conosciuta anche come la protettrice dei navigatori.
Per gli appassionati dell’etimologia dei nomi, l’articolo si chiude con un breve accenno alle origini del nome Patrizia: derivando dal latino Patricius, discendente da patres, indica – con il chiaro rimando ai “padri”- l’appartenenza al senato e quindi alla originaria stirpe nobile.
Maria Molvetti
Biografia
- Napoli Sacra, Itinerario VIII, Elio de Rosa Editore, Napoli, 2013.
Sitografia
- http://www.santiebeati.it/
- http://www.napolipost.com/
- https://it.aleteia.org/2017/06/13/12-fenomeni-inspiegabili-corpi-incorrotti-santi/