È nato prima l’uovo o la gallina? Una domanda retorica a cui tipicamente non si sa dare risposta, il re dei paradossi. Eppure tecnicamente una risposta c’è, e se ci si riflette risulta anche abbastanza ovvia: l’ uovo è nato prima. Scopriamo insieme perché.
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L’ uovo come mezzo riproduttivo
La vita è imprescindibilmente legata alla riproduzione e il regno animale ha evoluto diversi sistemi per attuarla. Dalla riproduzione asessuata, e quindi la nascita di due o più organismi dalla divisione di uno, si è passati ad animali ermafroditi; poi ad individui a sessi separati, con la comparsa di strutture sempre più specializzate per massimizzare la riuscita della riproduzione, con la fecondazione che generalmente era esterna, e cioè con la dispersione delle proprie cellule sessuali nell’ambiente (esclusivamente acquatico).
Come sappiamo, mentre il gamete maschile è lo spermatozoo, il gamete femminile è detto cellula uovo. Questo viene prodotto dalle gonadi tramite un processo chiamato ovogenesi e può presentare delle strutture adatte alla sopravvivenza dell’embrione, come ad esempio l’involucro vitellino, una barriera protettiva, e il tuorlo, una sostanza grassa che fornirà inizialmente il nutrimento necessario alla nuova piccola vita.
In ambiente acquatico questo tipo di uovo, che è piccolo, molle, ma soprattutto permeabile, è perfetto, perché oltre alla possibilità di produrne in enormi quantità, non vi è alcun pericolo che ci sia una dispersione di liquidi e una disidratazione dell’embrione. Per cui dai polpi, alle aragoste, ai pesci, tutti producono centinaia o addirittura migliaia di uova di questo tipo, che danno vita a tantissimi nuovi individui di piccole dimensioni.
La terraferma come input
I primi pionieri della terraferma sono stati gli anfibi, dotati di quattro zampe e di uno scheletro adatto a sostenerli, ma ancora non c’eravamo. Caratteristiche come la pelle permeabile e la tipologia di uovo che abbiamo descritto prima li tenevano ancora legati all’ambiente acquatico; ancora oggi animali come i rospi, anche se ben adattati all’ambiente subaereo, devono periodicamente tornare in acqua nella stagione degli amori.
Nel periodo Carbonifero, circa 340 milioni di anni fa, un piccolo animale appartenente alla specie Casineria Kiddi iniziò a deporre le proprie uova, ricoperte da uno spesso strato gelatinoso, fuori dall’acqua in luoghi umidi, ma soprattutto lontano dai predatori, che all’epoca erano prevalentemente acquatici. Da allora, nel giro di qualche milione di anni, si è arrivati alla deposizione di un uovo uguale a quello che siamo abituati a vedere. Il primo di cui si ha traccia è quello dell’Hylonomus lyelli, risalente a 315 milioni di anni fa. Erano comparsi i primi amnioti.
Struttura dell’ uovo
Il nome del raggruppamento che racchiude rettili, uccelli e mammiferi, gli amnioti appunto, prende il nome da un sacco membranoso pieno di liquido, l’amnios, che racchiude l’embrione e lo mantiene in un ambiente confortevole, al riparo da shock meccanici ed adesivi.
Tra le strutture più importanti dell’uovo amniota vi sono:
- l’allantoide, una sacca dove vengono intrappolati tutti gli scarti metabolici che se lasciati liberi rischierebbero di avvelenare il piccolo;
- il corion, che racchiude tutte le strutture embrionali;
- la membrana del guscio subito al di sotto del guscio esterno;
- il guscio esterno fatto di materiale calcareo, che protegge l’interno dall’essiccamento, ma permette lo scambio di gas e quindi la respirazione del piccolo.
Per quanto riguarda i galliformi, cioè tacchini, faraone e ovviamente galline, i cui primi esponenti ricordavano dei fagiani, fecero la loro prima comparsa “solo” intorno a 50 milioni di anni fa, nell’Eocene (l’epoca in cui vi fu la massima espansione per numero e dimensione dei mammiferi), quando l’uovo era già nato e consolidato come sistema vincente per la riproduzione sulla terraferma.
Lucrezia Guarino
Bibliografia
Hickman, Roberts, Keen, Eisenhour, Larson, I’Anson, “Zoologia“, McGraw-Hill
Augusto Azzaroli, “Lezioni di paleontologia dei vertebrati“, Pitagora Editrice Bologna
L’immagine in evidenza è un’illustrazione di Adolphe Millot per il “Nouveau Larousse Illustré”, Librarie Larousse