“La mia musa”: Riccardo Citro allo ZTN ripercorre Pirandello
“La mia musa“, spettacolo scritto, diretto ed interpretato da Riccardo Citro, dal 27 al 29 ottobre 2017 è stato in scena al teatro ZTN, situato in zona piazza Dante a Napoli.
Il testo, completamente dedicato a Pirandello, strutturato su una serie di citazioni dei suoi scritti e di riferimenti alla sua vita, risulta, nel complesso, capace di arrivare a quanti godono quantomeno di un’infarinatura al riguardo dei testi del maestro.
Il montaggio registico di “la mia musa” poggia su alcune buone idee, ma ne esce fuori un teatro di nicchia; un teatro per chi fa, legge e studia teatro. Non un teatro commerciale, di certo, il che per molteplici aspetti ha accezione positiva. Ma neanche un teatro per lo spettatore medio.
Un teatro, per lo più, messo in scena per il gusto (di chi lo ha scritto) di rappresentarlo.
Che si parli di Luigi Pirandello viene reso comprensibile anche al più impreparato degli spettatori: chi non conosce tanto a fondo la sua bibliografia da riconoscerla nelle parole recitate, la ritrova nero su bianco sulla casacca di Citro.
Il rapporto complicato con la moglie, Antonietta Portulano, e poi Marta Abba, la musa, l’attrice, le attrici, la figlia, la gelosia, i suoi personaggi, la sua ispirazione, l’arte che lo reclama a se: la vita intima di Pirandello prende la forma di un’interpretazione tutta personale; a partire dal fatto che non esistono effettive testimonianze di un Pirandello truce siciliano tutto d’un pezzo che mette a tacere la moglie con fare quasi minaccioso. Verità assolute o meno, ci giungono dal passato solo notizie di un autore mesto, depresso, malinconico, intenerito, insofferente e sofferente, oltre che per complesse questioni esistenziali, anche per le condizioni della sua consorte, ma comunque, per indole, connotato da garbo e maniera.
Che poi, di certo, la psicopatia della moglie abbia rappresentato una parte determinante della sua vita e della sua carriera, non c’è alcun dubbio.
Brava Roberta Astuti , nei panni della Portulano; interessanti i tratti che hanno definito il personaggio interpretato da Mairlia Marciello, che parte dal richiamo a Marta Abba (ruolo che non abbandona) per poi aprirsi a raggiera ad una sorta di intro sensuale, artistico, mistico, ed emotivo di Pirandello.
Lei fu la musa, l’arte che si insinua fra vortici di misteriose piroette nella testa (fisicamente rappresentate in una adeguata coreografia che ha impepato il ritmo lento della pièce). Lei fu l’entusiasmo della sua età, di chi ambisce, ama, crede, spera e pone fiducia nel domani ed in un uomo, scelto come mentore, come maestro: Pirandello.
Un affaccendarsi introspettivo che si nasconde dietro giochi di maschere che con facilità si adattano allo stile dell’autore siculo.
La piccola alcova dello ZTN ha trovato un utilizzo ottimale per la circostanza: adattato interamente a palco-(mini)arena, con i posti a sedere sistemati in tondo e lo spettacolo spalmato per tutto lo spazio, il contesto è risultato bene utilizzato ed adatto ad un moderato numero di spettatori.
Una nota di biasimo, invece, si poggia sulla scelta della scena conclusiva (o post-conclusiva, non è stato molto chiaro) dei protagonisti di mantenersi in sospeso fra attori e personaggi per un paio di minuti in cui i tre sembrano, senza alcun apparente valido motivo, confrontarsi fra di loro al riguardo della buona riuscita della performance, che forse sarebbe riuscita un po’ meglio evitando questo momento.
Letizia Laezza
Teatro ZTN – (sito ufficiale)