Indice dell'articolo
Quel gran pezzo della Desdemona, un’esilarante commedia sexy
Quel gran pezzo della Desdemona è il titolo dello spettacolo di Luciano Saltarelli andato in scena al dal 28 novembre al 4 dicembre al teatro Bellini di Napoli.
La cornice è Milano dove numerosi operai del sud approdano in cerca di fortuna. Il giovane e ignorante Moro, lascia Napoli per compiere la scalata sociale divenendo caporeparto in una fabbrica di manichini. Qui incontrerà la figlia di Brambilla. La seducente Desdemona innamoratasi della sua rude purezza, lo sposerà provocando l’invidia dei colleghi operai. Sarà Jago, scavalcato da Moro nella sua sete di arrivismo a pianificare la vendetta.
Il nostro “cattivo” approfittando della irrefrenabile attrazione di Cassiolo verso la figlia del titolare e del suo desiderio di conquistarla, ordisce una serie di tranelli contro il suo usurpatore. Instilla in Moro la profonda gelosia per Desdemona, sino al finale di cui già sappiamo dall’Otello, ma che nella rilettura di Saltarelli non ha nulla di tragico.
Saltarelli s-drammatizza Shakespeare
Il regista Saltarelli conduce Quel gran pezzo della Desdemona mediante una interpretazione camaleontica. Duplice interprete di Brambilla e Jago. Questi è il vero protagonista della vicenda. Rappresentato con i caratteri dell’astuto e facinoroso napoletano riesce a manipolare Cassiolo mentre smentisce in interludi a parte, le promesse fatte all’ingenuo collega.
Nell’operazione di decostruzione dei personaggi mitici con personaggi popolari e borghesi, frequenti sono le citazioni del cinema degli anni ’70. In particolare nel finale in cui il “cattivo” sdrammatizza e fa passare in secondo piano il tema del femminicidio, nelle vesti di un Pierino napoletano.
La scena statica è animata da off-voice e in particolare dalle “interferenze” linguistiche e code mixing tra il dialetto napoletano, varianti di italiano regionale, romano e milanese. Non si disdegna la risata facile e di pancia né il “sessualismo” ingenuo che contraddistingue la commedia all’italiana.
Metafore sceniche: la “mutanda rossa” della gnora
Ma accanto alla riproposizione di cliché a volte stucchevoli, ci sono anche geniali colpi di scena a sostituire le parti più “spinte”, con una rappresentazione metaforica. La metafora più riuscita è probabilmente nell’incipit in cui viene proiettato sulla scena l’antefatto. Lo snodo cruciale nell’opera del Bardo, il fazzoletto incantato da una maga egizia.
Secondo la profezia sarebbe dovuto essere donato alla sposa prediletta del Moro e custodito gelosamente, pena la disgrazia. Nel Grand pezzo della Desdemona si trasla nella “mutanda rossa” della gnora da indossare la prima notte di nozze e conservare, pena una fattura mortifera.
Beato vive quel cornuto CHE conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce. [shakespeare, Otello]
L’onomastica nella riscrittura tragicomica del Bardo
Non c’è nulla da aspettarsi dell’autore di Stratford. Nemmeno nell’onomastica per la quale viene preferita quella girardiana. Saltarelli prediligere il meno noto “Moro” al celebre “Otello”, forse che non strizzi l’occhio a una probabile (re)interpretazione in termini etnici, del “terrone” che arriva al nord.
Tuttavia, non è il caso di perdersi in elucubrazioni filologiche o socio-antropologiche. Né sono approfondite tematiche di attualità come il tema dell’integrazione, del terrorismo o il femminicidio che fanno solo da cornice. Piuttosto, vi è il tentativo di ‘s-drammatizzare’ con una rilettura ridanciana. Ma perfettamente coerente con il genere di riferimento, la commedia all’italiana, per la trattazione di tematiche serie in chiave comica.
Quel gran pezzo della Desdemona, una commedia sexy per chi vuole godersi una ‘visione’ ironica e disimpegnata di uno spaccato della società italiana e del cinema popolare degli anni ’70.
Quel gran pezzo della Desdemona, il cast
Rebecca Furfaro, Giovanna Giuliani, Luca Sangiovanni, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano.
Produzione: Napoli Teatro Festival Italia, Teatri Uniti, Casa del Contemporaneo in collaborazione con l’Università della Calabria.
Rosa Auriemma
[…] Successo con Questi fantasmi! di Marco Tullio Giordana al Bellini […]