La stagione del Punk fu una fiammata di breve durata, concentratasi approssimativamente tra il 1976 e il 1977, esemplificata dalla breve esperienza dei Sex Pistols, che si sciolsero dopo un solo album. Ma il lascito del Punk fu molto più duraturo: non solo rappresentò un terremoto che scosse l’intero panorama del rock, ma influenzò tutto il panorama musicale fino alla metà degli anni ’80, cambiando il volto ai generi già esistenti e dando il via a nuovi generi musicali, come la New Wave.
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L’eredità del Punk: la New Wave
Il punk dopo il punk ha un nome specifico, post-punk, un’etichetta che esprime al meglio il suo essere una fase di transizione verso nuovi generi. Il frutto più maturo del post-punk, l’approdo a cui queste band arrivano, consiste in una forma più nichilista, rassegnata, dai toni cupi dello spirito Punk: la New Wave.
Paradossalmente la New Wave si rivela molto diversa dall’altro genere partorito dall’etica Punk, vale a dire l’hardcore, figlio di un’operazione ideologica completamente opposta a quella della New Wave, consistendo nell’accentuazione degli stilemi del Punk, finendo, così, ad essere molto più violento del Punk stesso.
Musicalmente la New Wave si caratterizza da un atteggiamento di sperimentazione, riallacciandosi in parte anche all’art-rock. L’espressione indica un calderone fatto di esperienze musicali con sfaccettature molto diverse tra di loro, ed ha quindi confini non definibili. La prima fase della New Wave si sovrappone infatti con il concetto di post-punk, oltre che con lo stesso concetto di punk.
L’elemento di novità più appariscente è l’utilizzo di tastiere elettroniche, assenti nel Punk “classico” di Ramones e Sex Pistols: l’incontro tra Punk ed elettronica è ciò che segna il passaggio alla New Wave. Anche il frontman si evolve: la voce del frontman non è più rabbiosa in stile Johnny Rotten, ma spesso gutturale, lamentosa.
Il primo gruppo che presenta queste innovazioni proviene dalla scena newyorkese, la medesima che diede i natali ai Ramones: si tratta dei Television, il cui album di debutto, Marquee Moon, getta le basi stilistiche e dogmatiche della New Wave nel febbraio 1977, ancor prima che i Sex Pistols avessero pubblicato Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols.
Marquee Moon risulta quindi essere uno degli album più influenti della storia, aprendo la strada ad un genere che sarà dominante nel corso del decennio successivo.
La “danza moderna”
Il cambiamento dal punto di vista tecnico rispecchia un’evoluzione dell’ideologia: mentre il Punk era l’espressione di uno spirito anarchico, la New Wave è invece la voce dell’angoscia. La musica diventa meccanica, più gelida e meno immediata perché rispecchia il modo con cui veniva considerata la società coeva. L’immediatezza dei Sex Pistols sembra acqua passata.
Non c’è più la volontà di distruggere tutto: i toni sono apocalittici, la sezione ritmica dà via ad una struttura sonora straziante. I primi gruppi New Wave/Post-Punk cantano l’isteria, la desolazione e l’alienazione delle città post-industriali, gli scenari urbani novecenteschi sono dipinti in modo spettrale, inquietante.
È la “danza moderna” cantata in The Modern Dance (1978) dai Pere Ubu, gruppo di Cleveland, Ohio, che trae il suo nome da “Ubu Re“, opera teatrale del francese Alfred Jarry. Il cantato cacofonico alla Captain Beefheart si accompagna ad un piglio ironico ma al contempo catastrofico. I Pere Ubu sono, a livello tematico, il ponte che traghetta il Punk verso terreni inesplorati.
Sperimentalismo Punk
Mentre il Punk era spontaneità, ritorno alle primitive origini del rock, ora la sua attitudine viene applicata ad una musica studiata, artefatta. Negli anni della febbre del sabato sera, viene sdoganata l’idea di un Punk ballabile e contaminato dalle più disparate influenze.
I Talking Heads fondono il Punk con andature Funk, come emerge dai loro album Talking Heads: 77 e Remain in Light. I Devo si fanno produrre l’album di debutto, Q: Are We Not Men? A: We Are Devo!, dal big name della musica ambient Brian Eno, e il risultato è un prodotto dove l’elettronica la fa da padrone, ereditando la lezione dei loro ispiratori, i Kraftwerk. I Police, invece, con Reggatta de Blanc, fanno incontrare Punk e Reggae.
I Clash fanno confluire nei loro album le influenze più disparate, tra cui dub, reggae e dub, dando vita al leggendario doppio album London Calling, seguito dal triplo Sandinista!, dove i ritmi afroamericani e latini sono ancor più evidenziati rispetto al lavoro precedente, e da Combat Rock, rilevante per avere al suo interno due singoli come “Rock The Casbah” e “Should I Stay Or Should I Go“.
Con Parallel Lines, pubblicato nel 1978, i Blondie si spingono oltre: battezzano la nascita della disco-punk, dove l’attitudine anarchica è ormai incanalata in ritmi da discoteca. Lo sperimentalismo New Wave sta portando il Punk verso nuove strade, che lo porteranno poi a diluirsi e a diventare musica pop, come nel caso della corrente New Romantic. Ma è soltanto uno dei tanti percorsi della New Wave.
Davide Esposito
Bibliografia
- L’onda lunga del Punk, in E. Guaitamacchi, Storia del Rock, Hoepli 2014