Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donner, Blitzen e in testa Rudolph, con il suo naso rosso e luminoso. Sono i nomi delle nove piccole renne che, volando nel cielo, trainano la slitta di Babbo Natale nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, come vuole la tradizione. Ma la renna, seppur priva di doti magiche, esiste anche nella realtà.
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Tassonomia della renna
La renna, il cui nome scientifico è Rangifer Tarandus, è un mammifero artiodattilo della famiglia dei cervidi, imparentato quindi con cervi, daini, caprioli e alci. Vive nelle zone subpolari della tundra e delle grandi foreste di conifere di Europa e Nord America, dove è nota come caribù. Conta diverse sottospecie, tra cui alcune insulari, di dimensioni più modeste.
Descrizione
Ha un folto manto costituito da sottopelo lanoso e sovrapelo lungo e cavo, narici larghe e articolate per riscaldare l’aria e arti tozzi per una minore dispersione di calore. Queste caratteristiche la rendono particolarmente adattata ai climi estremamente rigidi delle alte latitudini. Un maschio è lungo 180-210 cm, alto al garrese (cioè alla spalla) 90-140 cm, con un peso che si aggira mediamente sui 150 kg. Le femmine invece sono leggermente meno massicce. Diversamente dai suoi cugini, sia maschi che femmine portano sulla testa un paio di palchi, ossia le “corna”, e possono inoltre vantare di avere i palchi più grandi tra tutti i cervidi viventi.
Vita da renna
Le renne sono erbivori ruminanti. In quanto tali, il cibo ingerito durante il pascolo viene rigurgitato nel cavo orale e masticato successivamente. Inoltre hanno un apparato digerente composto da quattro stomaci: rumine, reticolo, omaso e abomaso. Si nutrono prevalentemente di licheni, la più abbondante fonte di nutrimento ad alte latitudini, ma anche di germogli di betulla, e in via eccezionale possono integrare la loro dieta con proteine animali, predando lemming e uova.
I piccoli nascono nel periodo più caldo, tra maggio e giugno, dopo 8-9 mesi di gestazione, e dopo due mesi sono già svezzati. I cuccioli sono facile preda di grandi rapaci e orsi, mentre gli adulti vengono principalmente predati dai branchi di lupo grigio. Sono animali capaci di grandi migrazioni, e proprio per questo motivo dall’Europa migrarono nel continente americano, attraversando lo stretto di Bering grazie al ponte naturale che si formava periodicamente durante le ere glaciali susseguitesi nel passato.
Rapporti con l’uomo
La renna è stata cacciata dall’uomo già in antichità, come testimoniano anche le pitture rupestri neolitiche ritrovate in Norvegia che le raffigurano. Anche se ancora oggi viene praticata la caccia, da secoli la renna viene allevata per la carne, il latte e la pelliccia, oltre che come animale da soma e da trasporto. Per le popolazioni nordamericane, come gli Inuit, è stata ed è tutt’ora la più grande fonte di sostentamento.
La renna e il Natale
La renna è ormai da duecento anni uno dei simboli del Natale, nonostante non sia di tradizione cristiana. Appartiene infatti alla tradizione norrena ed è un animale legato alla Luna e alla notte, come accade anche per altri cervidi in diverse culture pagane. Ma non è il solo elemento acquisito: anche l’albero di Natale, il vischio e l’agrifoglio appartengono ad un’altra tradizione, quella della festività di Yule, ossia la festa d’inverno, che cade nel periodo natalizio.
Anche se la renna è a tutti gli effetti solo un grande mammifero erbivoro che vive nei paesi più al Nord del nostro pianeta, nel nostro immaginario non smetterà mai di essere quel docile animale che speriamo di vedere, col naso all’insù, volare nel cielo della notte più magica dell’anno.
Lucrezia Guarino
Bibliografia
“Animali in primo piano“, DeAgostini