La serie ispirata a Gomorra di Roberto Saviano è, secondo i fan, arrivata a una fase di maturazione nella sua totalità: personaggi, sceneggiatura e ambientazioni. Proviamo a mettere per iscritto quelle che sono le opinioni della maggior parte degli spettatori di una delle serie più importanti mai prodotte in Italia come Gomorra 3.
Focus sui personaggi (vecchi e nuovi) di Gomorra 3
Secondo i più, l’aspetto che è maggiormente migliorato in Gomorra 3 è la scelta dei personaggi, in particolar modo i nuovi ingressi, e la capacità, di questi e di quelli già presenti nelle precedenti stagioni, di interpretare con maggiore responsabilità uno spaccato drammatico della società napoletana e di non renderlo mai banale.
A guardare i social, colui che ha riscontrato maggiore successo rispetto agli altri è il personaggio di “Enzo” detto “Sangue Blu” interpretato da Arturo Muselli; “Sangue Blu” incarna una sorta di spregiudicatezza tipica degli adolescenti, anche nella gestione di quello che rimane di uno dei clan della mala presente a Napoli Centro.
Particolarmente visibile è la differenza con Ciro Di Marzio, magistralmente interpretato da Marco d’Amore; queste differenze non riguardano solo l’età ma i caratteri dei due personaggi, istintivo il primo e astuto il secondo. Proprio per questo molti si aspettavano che personaggi così diversi, ma uguali nella vendetta, non potessero mai entrare in contatto e dare vita ad una nuova storia.
Chi può rappresentare l’evoluzione completa in Gomorra 3 è il personaggio di Gennaro, detto Genny, Savastano. Ingenuo nella prima stagione, spietato nella seconda, abile nella terza ma destinato per l’evolversi della trama a diventare di nuovo spietato in modo diverso.
Possiamo dire innovativa l’introduzione del personaggio di Valerio detto “Vocabolario” per via del suo atteggiamento da intellettuale, che entra in contatto con “Sangue Blu” e decide di diventarne socio nonostante la differenza sociale tra i due dettata dalla provenienza: Posillipo il primo, Forcella il secondo.
Vero sinonimo di evoluzione in Gomorra 3 è il personaggio di Patrizia interpretato da una bravissima Cristiana dell’Anna: nasce, nella seconda stagione, come sentinella di Don Pietro per poi tramutare nel corso della terza come messaggera al servizio di due boss dagli interessi opposti e quindi abile nell’aver impersonato il ruolo di doppiogiochista che alla fine si rivelerà fatale per uno dei due boss.
La sceneggiatura
Particolarmente cambiata risulta, nella terza stagione, la sceneggiatura della serie. Anch’essa rispecchia l’evoluzione della stessa e dei suoi personaggi: ancorata agli aspetti della periferia (Scampia e Secondigliano) nella prima, segue il cambiamento di Genny in quella che egli stesso definisce una “scuola” in Honduras per poi spostarsi nella nuova economia che l’erede stesso del clan Savastano scopre a Roma, entrando in contatto con il futuro suocero Avitabile.
Nella terza la sceneggiatura è particolarmente attenta al doppio atteggiamento dei clan di Napoli Centro: da un lato, tra i componenti del clan che fa capo a “Sangue Blu” si evince un linguaggio che incita, coinvolge e quasi dà l’idea della gestione “democratica” all’interno di questo clan (rispecchiando la voglia di rivalsa dei componenti del gruppo) mentre dal lato dei “Confederati” abbiamo maggiore uso di toni bassi, quasi di gestione che diventa azione quando l’economia dei “vecchi” viene minacciata da quella dei “nuovi”.
È da segnalare anche un uso preponderante di detti tipici della tradizione popolare di Napoli come metafore di vita prestati alla criminalità, molto più presenti, rispetto alle precedenti stagioni, in Gomorra 3. Nello scorrere degli episodi quando la trama inizia a seguire il destino che attende i personaggi, la sceneggiatura inizia a diventare più minacciosa quasi come a suscitare nello spettatore quella suspense di cui la serie ha bisogno e a far calare chi sta dall’altro lato dello schermo nei panni dei personaggi che al finire della terza stagione sembrano tutti in bilico.
Le ambientazioni
Un cenno è da dedicare agli ambienti in cui viene girata la serie. L’attenzione infatti viene spostata dallo spaccato di Scampia, cupo e quasi sempre nuvoloso, idoneo a denotare un po’ quello che hanno dentro i personaggi che provengono dalla periferia, alla “vitalità” delle zone centrali di Napoli che simmetricamente rispecchia la voglia di emergere dei giovani di Forcella.
Mai la scelta dell’ambiente è stata più giusta nella seconda puntata della terza stagione: in questo episodio viene descritta la seconda vita di Ciro che scappa dai suoi nemici e dai suoi demoni interiori che lo perseguitano ma che, soprattutto per interesse e poco per amore, decide di ritornare a Napoli quasi come Ulisse ritorna ad Itaca dopo un lungo viaggio. La differenza è che Ciro decide di ritornare e scatenare una guerra anziché riportare l’ordine.
Michele Mastrulli