Molto presto approderà nelle maggiori sale cinematografiche italiane Caravaggio – L’anima e il sangue. Trattasi di una produzione esclusivamente made in Italy, giunta alla luce grazie alla ormai collaudata collaborazione fra Sky e Magnitudo Film; doppiaggio del protagonista affidato all’ottimo Manuel Agnelli. La pellicola narra e mostra vita, opere, gesta e tormenti dell’artista Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio. Il film sarà proiettato nelle seguenti date : 19-20-21 febbraio.
L’anima e il sangue: uno spettacolo in 8k
In Caravaggio – L’anima e il sangue l’intento del regista messicano Jesus Garcés Lambert è condurre lo spettatore verso un emozionante viaggio alla ricerca del vero Caravaggio, uno dei pittori più amati, misteriosi e controversi, passato alla storia anche a seguito di scabrose vicende giudiziarie e di cronaca nera, causa un carattere perennemente inquieto e tormentato, che lo ha sempre accompagnato per mano durante la sua turbolenta e breve esistenza, e che lo stesso Merisi ha saputo riportare alla perfezione nelle sue opere immortali, quasi scioccanti nella propria crudezza artistica. I dipinti caravaggeschi rapiscono lo sguardo e penetrano l’anima, obbligano lo spettatore a vivere le cupe situazioni rappresentate in cornice, strappandolo per i capelli e trascinandolo con forza nel quadro.
Caravaggio – L’anima e il sangue è un film biografico/documentario, della durata di 90 minuti, prodotto dagli stessi creatori di “Firenze e gli uffizi” e “Raffaello, il Principe delle arti”. Sulla falsariga delle pellicole appena citate, l’opera cura di rappresentare al meglio il contesto storico nel quale si trova a vivere il protagonista, proseguendo poi per un’analisi approfondita dell’uomo Michelangelo Merisi; infine viene illustrata e spiegata dettagliatamente la particolarità, unica nel suo genere, presente nei capolavori dell’artista Caravaggio. Il film diretto da Lambert, oltre a promuovere arte e cultura, risulta essere anche un coraggioso esperimento cinematografico, in quanto una delle primissime produzioni in 8k realizzate finora in Italia.
Caravaggio: perfetto connubio di talento artistico e tormento d’animo
Parafrasando un recente successo musicale di Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, intitolato “Le canzoni”, le opere d’arte non devono essere belle. Devono essere stelle. Illuminare la notte… Ognuno come gli pare“. Uscendo fuor di metafora, un dipinto per definirsi bello non necessita forzatamente di esser ben disegnato o strutturato, ricco di luce e speranza. Per secoli la prassi è rimasta tale, soprattutto all’interno di un’epoca in cui quadri, affreschi ed opere venivano solitamente commissionate da alti esponenti della Chiesa agli artisti più talentuosi.
Michelangelo Merisi o Amerighi, al secolo meglio noto come Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571–Porto Ercole, 18 luglio 1610), ha rotto definitivamente gli schemi del bello inteso nel senso puro e classicheggiante del termine, stravolgendolo in qualcosa di più reale e meno enfatizzante. I soggetti impressi su tela dal pittore lombardo appaiono spesso sporchi, rudi, inseriti in contesti tetri e poveri di luce, quasi a voler annunciare la miseria dell’uomo dinanzi agli eventi della vita, nonché la sua totale impotenza dinanzi a Dio. Più luci che ombre, la speranza s’intravvede, resta viva, seppur flebile dinanzi alle fragili e miserrime condizioni dell’essere umano. A lungo l’arte del Caravaggio è rimasta incompresa, definita buia, e pertanto oscurata dalla critica, causa la sua quasi totale estraneità ai canoni classici dell’arte e del bello. In Caravaggio non vi è redenzione, la realtà appare drasticamente per quello che è: cruda, quasi spietata; la sua è una concretezza filosofica prima ancora che artistica.
Michelangelo Merisi per lungo tempo è stato tacciato e marchiato come artista minore, immeritevole di assurgere al fianco dei grandi padri-maestri della pittura. D’altronde, mai avrebbe potuto l’istituzione divina per eccellenza, la Chiesa Cattolico-Apostolica-Romana, simboleggiante Dio in Terra, rispettare, anzi peggio, celebrare un uomo dall’animo così inquieto e vulnerabile, di dubbia moralità, dedito a peccati e vizi capitali, un omicida in preda ai propri demoni, perennemente in fuga dal mondo, oltreché da se stesso. Diremmo oggi, genio artistico mai politically correct. Un personaggio tanto scomodo è immeritevole di rappresentare l’arte, un uomo così instabile è indegno di lode. L’anima dell’artista e dell’uomo camminano sempre di pari passo; nessuna delle due appariva meritevole di redenzione, ancor meno di degna memoria.
Se il tempo scorre, la storia riecheggia in eterno. I posteri non hanno esitato oltremodo nel riconoscere definitivamente il genio artistico del Caravaggio, equiparando la sua arte alla pari di pochissimi eletti. La stessa Chiesa ne ha infine riconosciuto meriti e indiscusso valore, custodendone tutt’oggi diversi suoi preziosi dipinti, tra cui “Le sette opere di Misericordia” (conservato presso Pio Monte della Misericordia, Napoli). Nella città partenopea, in cui l’artista ha soggiornato durante il suo lungo e tormentato esilio, protetto dall’amore dei napoletani, è possibile ammirare anche “Il Martirio di Sant’Orsola” (Palazzo Zevallos Stigliano) e “La Flagellazione di Cristo” (Museo di Capodimonte).
Caravaggio – L’anima e il sangue è un invito alla riscoperta di un personaggio dal fascino misterioso, continuamente in bilico tra genio artistico e tormento d’animo. Il film biografico/documentario si propone di ripercorrere le varie tappe della vita di Michelangelo Merisi, analizzando il suo controverso ed unico genio pittorico sotto diverse prospettive, catapultando lo spettatore dentro un mondo buio e oscuro, al contempo ricco di grazia ed arte.
Davide Gallo