Per dare una precisa definizione di cosa sia l’intelligenza artificiale, bisogna prima chiarire cosa sia quella umana. Nonostante molte teorie non esiste una definizione univoca al concetto di intelligenza applicato alla specie umana, nonostante le molte teorie.
Si potrebbe genericamente definire l’intelligenza come la capacità di un agente di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi sconosciuti, cui concorrono facoltà sia emotive che cognitive.
In poche parole l’intelligenza è quella capacità che ci consente con successo di affrontare e risolvere i problemi più disparati della nostra vita utilizzando sia il ragionamento analitico, sia la nostra creatività e senso comune.
Il concetto fondamentale su cui si basa l’utilizzo delle nostre facoltà intellettive è il problem solving, ossia il processo mentale di analisi tramite intelletto cognitivo ed emotivo.
Esso determina il passaggio dal concetto astratto a quello concreto, come ad esempio l’associazione di una parola al suo significato.
Lo sviluppo della robotica nella seconda parte del XX secolo ha intensificato il dibattito sull’intelligenza umana, apportando nuove definizioni a quest’ultima, e aprendo alla possibilità di ricrearne artificialmente le funzioni.
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Che cos’è l’intelligenza artificiale
Il termine intelligenza artificiale indica ad oggi l’insieme di software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prerogative simili a quelle dell’intelletto umano nell’elaborazione decisionale.
Il termine nasce nel 1956 ad opera di John McCarthy. Questi indicò la possibilità di costruire in futuro dei robot che presentassero software che potessero simulare il ruolo decisionale delle sinapsi umane.
Le sinapsi, nelle macchine sono costituite da algoritmi con una molteplicità di variazioni del sistema binario. Ad un numero alto di combinazioni possibili, corrisponde una efficace variabilità decisionale della macchina.
Con il successivo sviluppo dell’informatica sono nati computer sempre più sofisticati, in grado di accettare una molteplicità di informazioni ed emulare caratteristiche umane.
L’ultimo in ordine cronologico è Watson, il calcolatore che nel 2016 fu in grado di rispondere a domande in linguaggio naturale e selezionare le scene più spaventose nel montaggio di un film horror.
Questo, ed altri computer odierni, hanno aperto un dibattito se sia o meno necessario limitare la ricerca a determinati scopi, e solo pacifici. Il timore è che un giorno una macchina superintelligente possa emularci a tal punto da ribellarsi a noi, come fa HAL 9000 in “2001 Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick.
Il dibattito Musk-Zuckerberg-Putin
Il dibattito si è acceso nell’estate 2017, quando il CEO di “Tesla” Elon Musk ha definito l’intelligenza artificiale in questi termini: “Bisogna essere protattivi e non solo reattivi, io continuo a suonare l’allarme fino a che i robot non scenderanno in strada e uccideranno persone“.
A Musk si contrappone Zuckerberg, che ha bollato le parole del collega come “scenari da giorno del giudizio, negativi e, in qualche modo irresponsabili“. Il CEO di Facebook ha evidenziato i benefici nell’ambito dell’assistenza sanitaria che robot sofisticati potranno apportare in futuro.
Il dibattito in questione ha coinvolto buona parte della comunità scientifica, e ha visto inaspettatamente pronunciarsi per la prima volta sull’argomento anche un capo di stato: il presidente russo Vladimir Putin.
Putin ha sostenuto, all’inaugurazione dell’anno accademico russo, che: ” Chi svilupperà la migliore intelligenza artificiale governerà il mondo, essa comporta grandi benefici, ma anche minacce difficili da prevedere“.
Le parole di Putin sembrano voler mediare tra i due CEO, ma sono state poi rilanciate da Musk, a rafforzamento della sua tesi.
Intelligenza artificiale forte e debole
Il dibattito attuale, dunque, è tra coloro che sostengono un’intelligenza artificiale debole e una forte.
I primi evidenziano la mancanza dell’ intelligenza emotiva, nelle macchine. Esse basano le loro decisioni su combinazioni molteplici, ma comunque finite ed impostate dall’uomo.
I robot potranno quindi solo aiutarci a svolgere in modo più efficiente e meno gravoso lavori pesanti o compiti assistenziali, ma non potranno mai ribellarsi.
I sostenitori dell’intelligenza artificiale forte evidenziano i rischi di creare esseri a nostra immagine e somiglianza. In questo modo le macchine svilupperebbero una propria evoluzione e si ribellerebbero all’uomo.
Attualmente non possiamo sapere chi ha, o avrà, ragione. Ci basti sapere che l’intelligenza artificiale viene oggi utilizzata in molti sistemi di guida automatica e potrà un giorno archiviare i nostri dati sanitari e anagrafici.
Nel frattempo la Cina è diventato il primo paese al mondo a destinare fondi per il potenziamento della propria tecnologia pacifica e militare in questi termini. La sfida più interessante ed incerta del XXI secolo è, quindi, ufficialmente aperta.
Simone Micillo
Fonti sitografiche
- https://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza
- https://tecnologia.libero.it/intelligenza-artificiale-cosa-e-548
- http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/17_settembre_04/putin-sull-intelligenza-artificiale-chi-sviluppa-migliore-governa-mondo-musk-rilancia-l-allarme-c2a46c9c-916f-11e7-8332-148b1c29464d.shtml
- https://www.focus.it/tecnologia/innovazione/intelligenza-artificiale-il-duello-tra-musk-e-zuckerberg
- https://it.wikipedia.org/wiki/Watson_(intelligenza_artificiale)