Da decenni la Disney regala al suo pubblico storie indimenticabili, fiabe e avventure entrate nella storia del cinema e prese come esempio da molti altri studi. La strategia adottata negli ultimi anni si basa invece sulla realizzazione di versioni live action dei loro più famosi film d’animazione. “La bella e la bestia”, diretto da Bill Condon, è l’esempio più recente.
Indice dell'articolo
La bella e la bestia: una storia nota
“La bella e la bestia” segue pedissequamente la trama del Classico, rivelandosi il live action finora più fedele alla materia di partenza. La storia è sempre quella: Belle, ragazza curiosa e dalla mente aperta, vive con il padre in un paesino popolato da uomini semplici e mediocri. Quando il padre viene imprigionato nel castello di una bestia, la ragazza decide di prendere il suo posto.
Il Classico del 1991 è sicuramente un capolavoro dell’animazione mondiale, capace di sbalordire talmente tanto pubblico e critica al momento dell’uscita in sala da ottenere una nomination agli Oscar di quell’anno per la categoria miglior film. Per non sfigurare di fronte ad un originale tanto amato, Bill Condon decide di replicarlo quanto più possibile: ambientazioni, canzoni, atmosfere, persino certe scene, tutto riesce a richiamare alla memoria le immagini del trentesimo Classico. Questo però, a conti fatti, può essere imputato come il maggior difetto della pellicola.
Il live action codardo
I live action precedenti più riusciti, “Cenerentola” di Kenneth Branagh e “Il libro della giungla” di John Favreau, si erano mantenuti fedeli ai Classici di partenza ma erano anche riusciti ad ampliare le loro storie, inserendo nel primo caso delle scene che rendessero più verosimile l’innamoramento di Cenerentola e del principe e nel secondo il tema della convivenza di peculiarità umane e animali in Mowgli. I risultati erano stati peggiori quando i cambiamenti erano stati troppo marcati, come nel caso del mutamento completo della personalità di Malefica nel film a lei dedicato.
Con “La bella e la bestia” si fa l’errore opposto: affidandosi troppo alle linee guida del Classico, Bill Condon realizza un prodotto codardo e incapace di reggere il confronto con il suo illustre predecessore. Malgrado la durata di circa due ore, non c’è l’intenzione di ampliare il racconto svelandone degli affascinanti retroscena o analizzando con maggior riguardo la psicologia dei protagonisti; i pochi cambiamenti presenti si rivelano spesso poco interessanti o, cosa più grave, incoerenti con la vicenda raccontata.
“La bella e la bestia” finisce per risultare così un mero esercizio tecnico, una pellicola realizzata per mostrare l’indubbia abilità dello staff creativo. È innegabile la capacità dei tecnici Disney di creare mondi affascinanti grazie alle più sofisticate tecnologie, così come quella di Alan Menken di comporre delle canzoni originali capaci di non sfigurare affianco a quelle storiche. Eppure, anche qui, non tutti riescono a svolgere al meglio il loro compito.
La bella e la bestia: regia e attori
Bill Condon, come già detto, non riesce a gestire il materiale di partenza, troppo importante per una misera imitazione priva di alcuna motivazione artistica. Inoltre, vuoi per delle direttive dalla produzione, vuoi per delle sue effettive mancanze, la sua regia risulta banale, scialba e priva di alcun guizzo creativo.
Nel cast stellare spicca soprattutto Luke Evans, decisamente in parte nel suo ruolo da Gaston, individuo vanitoso e maschilista prima ancora che cattivo. Evans crede nel progetto e ama il suo personaggio, riuscendo a donarci la migliore interpretazione del film.
Meno riuscito è il lavoro di Emma Watson, la protagonista della vicenda. La sua interpretazione è in alcuni momenti fredda e forzata, decisamente al di sotto delle reali capacità dell’attrice. Volendone cercare un motivo, potremmo trovarlo nel fatto che è spesso costretta a recitare scene in cui interagisce con esseri irreali, oggetti che saranno successivamente animati al computer, non riuscendo a dare il suo meglio. Prova di questo è data dalla bellissima scena della cena, in cui Lumiére e gli altri oggetti cantano la celebre “Stia con noi”.
Anche le altre star del film, da Angela Lansbury a Ewan McGregor passando per Ian McKellen, non possono naturalmente mostrare totalmente il loro immenso talento, rilegate come sono a semplici voci degli oggetti del castello.
Il risultato finale
Nonostante gli evidenti difetti, il film è stato un grande successo ai botteghini. Questo spingerà sicuramente la Disney a percorrere ancora a lungo la strada dei live action, dato che, oggi come non mai, il fattore nostalgia è fonte certa di guadagno.
Eppure, cosa rimane quando si finisce di guardare questa nuova, mediocre versione de “La bella e la bestia”? La curiosità di vedere se l’Academy deciderà di premiare con una statuetta i suoi fondali realizzati con un mix di CGI e oggetti di scena, ma soprattutto la voglia di riguardare per l’ennesima volta il Classico d’animazione del 1991, un vero capolavoro senza tempo.
Davide Proroga