I saperi sociali in Germania hanno avuto un grande ruolo nella nascita del secondo Reich unificato sotto Guglielmo I e nella produzione culturale occidentale
Per chi vede il mondo come integrato in un unico grande sistema internazionale, esiste sempre un Paese leader. Nella nostra epoca, tale ruolo è occupato dagli Stati Uniti. Essi primeggiano non solo dal punto di vista economico, ma anche per quanto riguarda la produzione intellettuale. Il Paese leader, infatti, deve saper imporre agli altri la propria visione del mondo, anche chiamata, tecnicamente, geocultura. Per prevalere, tuttavia, gli USA hanno dovuto contendere l’egemonia, nel corso di ben due guerre mondiali, a un’altra nazione: la Germania. Se, però, quest’ultima ha cercato il primato politico–economico solo nel XX secolo, i suoi tentativi di dominare la produzione intellettuale mondiale sono, invece, molto più antichi. Vediamo, allora, come i saperi sociali tedeschi abbiano cercato di definire la geocultura occidentale fin dal XIX secolo.
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I saperi sociali tedeschi antisistemici
Nel corso del 1800, l’Inghilterra ha acquisito la leadership del sistema-mondo. Ciò è avvenuto sia con la conquista di un enorme impero coloniale, sia imponendo agli altri Paesi la propria geocultura. Si tratta, in questo caso, del liberoscambismo teorizzato da suoi pensatori come Smith e Ricardo. Proprio come gli USA un secolo dopo, anche l’Inghilterra ha dovuto sconfiggere un’altra candidata alla conquista dell’egemonia, la Francia napoleonica, nel corso di una guerra sanguinosa.
In questo scenario, i territori di quella che successivamente sarà la Germania appaiono caratterizzati da un netto ritardo. Una volta, però, presa coscienza di ciò, comincia una massiccia mobilitazione, sia politica che intellettuale. Quest’ultima vede una produzione filosofica e storiografica senza eguali, con nomi quali Kant, Fichte, Schelling, Hegel. Da questo punto di partenza, i saperi sociali tedeschi forniranno numerosi “paradigmi di resistenza”. Si tratta di “saperi antisistemici”, rappresentazioni della realtà alternative rispetto a quelle proposte dagli autori inglesi. Si può addirittura affermare, come fa il grande sociologo Orlando Lentini, che:
“La formazione di una geocultura del sistema-mondo, pur derivando dalla confluenza di tre culture nazionali della rappresentazione, quella britannica, quella francese e quella tedesca, deve soprattutto ai tedeschi la sua sistematizzazione, che passando per la cruciale definizione marxiana culmina nel programma scientifico weberiano.”
Condannare il liberoscambismo
Perché, tra tutti i rappresentanti dei saperi sociali tedeschi, l’autore cita proprio Karl Marx?
Certamente per la sua grande importanza, ma non solo. Il motivo è che, nella visione proposta, in cui tutta la ricerca intellettuale occidentale può integrarsi in un’unica grande geocultura, il socialismo scientifico marxiano acquista un significato particolare. Esso, infatti, rappresenta il principale paradigma alternativo a quello liberoscambista. Non a caso, molti altri Paesi della periferia mondiale, come la Russia, trarranno ispirazione dalla filosofia marxista per colmare il loro divario economico con il centro del sistema.
L’ostilità al liberoscambismo, però, non riguarda solo Marx. Anzi, si può dire che la principale caratteristica dei saperi sociali tedeschi sia proprio quella di smontare questa visione del mondo. Tale paradigma, infatti, quando era applicato a realtà economiche troppo in ritardo rispetto alla Gran Bretagna, mostrava seri limiti. L’aprirsi al libero commercio con la potenza economica anglosassone svantaggiava decisamente le imprese locali. Per questo, la visione smithiana venne sottoposta a varie critiche da parte delle borghesie dei Paesi ancora arretrati. Nessuno, però, seppe proporre visioni alternative della realtà più valide di quelle formulate dai saperi sociali tedeschi.
La nascita del Secondo Reich in Germania
La condanna del liberoscambismo, tuttavia, fu funzionale non solo alle successive aspirazioni egemoniche della Germania, ma anche alla sua stessa nascita. Ai tempi di Napoleone, infatti, i suoi futuri territori erano ancora prevalentemente agricoli. Questi erano estremamente arretrati rispetto alla Francia e all’Inghilterra, che già erano in fase di industrializzazione. Una serie di fattori contribuirono a mutare questo stato di cose. In primo luogo vi fu la trasformazione capitalistica dell’agricoltura. In seguito, fu la volta della creazione di varie leghe doganali, con l’abolizione delle gilde e l’affermazione della libertà di commercio.
A questa prima fase di accettazione del paradigma inglese, tuttavia, ne seguì subito una di protezionismo, fondamentale per assicurare l’industrializzazione del Paese. Sarebbe, così, nato un potente Stato capace di rivaleggiare con Francia e Gran Bretagna. La Germania divenne di lì a poco una grande potenza economica e politica. Pensiamo, ad esempio, alla vittoria nella guerra franco-prussiana del 1871. Ad essa sarebbe seguito un lungo periodo di primato industriale da parte del secondo Reich, l’Impero germanico ora unificato sotto Guglielmo I.
I libri di storia riportano questi fatti, ma spesso viene trascurato il ruolo fondamentale che hanno avuto, nella costruzione della grandezza della Germania, i saperi sociali tedeschi.
Francesco Robustelli
BIBLIOGRAFIA
Lentini, Saperi sociali, ricerca sociale 1500-2000, ed.Angeli, 2003.
Wallerstein, Comprendere il mondo. Introduzione all’analisi dei sistemi-mondo, ed.Asterios, 2006.