Il re leone, Topolino, Frozen o Cenerentola: sono queste le prime cose a cui la gente pensa quando sente il nome di Walt Disney. Il suo lavoro però ha origini più antiche. Inoltre, la fama e il successo arrisero al pioniere dell’animazione moderna soltanto dopo molte difficoltà ed esperimenti falliti.
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Walt Disney: le origini
Walt Disney si avvicina all’animazione intorno ai 18 anni, all’inizio degli anni ’20, quando inizia a lavorare per la Kansas City Film and Company, una società che produce filmati pubblicitari. Assieme a lui c’è il giovane animatore Ub Iwerks.
I video della società di Kansas City vengono realizzati con una rudimentale forma di animazione ottenuta tramite il semplice movimento di sagome di cartone. Interessato a sviluppare la tecnica, Walt Disney inizia a realizzare autonomamente dei brevi filmati satirici che chiamerà Laugh-O-Grams e venderà alla Newman Theater Company. Data la buona accoglienza del pubblico, nel 1922 fonda la sua prima società, la Laugh-O-Gram Films appunto. Abbiamo qui il primo incontro con il mondo delle fiabe, alcune delle quali saranno riprese per i Classici.
Alice Comedies: primi esperimenti
Purtroppo l’azienda ha vita breve: una serie di scelte sbagliate la mandano in bancarotta e Disney è costretto a dichiararla fallita appena un anno dopo. L’ultimo suo prodotto è il cortometraggio Alice’s Wonderland, un esperimento in cui animazione e attori in carne e ossa si incontrano. La piccola Alice, interpretata da Virginia Davis, visita gli studios di Disney e rimane affascinata dai disegni che prendono vita davanti ai suoi occhi. Quella sera, sogna di entrare proprio nel mondo animato.
Walt, su consiglio del fratello Roy Oliver, si trasferisce a Hollywood e fonda con lui i Disney Brothers Studio. Nel frattempo, le Alice Comedies continuano grazie a un accordo tra i fratelli Disney e la produttrice Margaret Winkler. La serie cambia però la sua struttura, dando sempre più importanza alle sequenze animate e mettendo in secondo piano le bambine che ricoprono il ruolo di Alice.
Oswald, the Lucky Rabbit
La scelta di puntare sull’animazione si rivela giusta: le Alice Comedies ottengono un grande successo e Charles Mintz, marito di Margaret Winkler e nuovo proprietario della società della moglie, offre a Disney la possibilità di creare un nuovo cartone. Il risultato finale è Oswald, the Lucky Rabbit, realizzato in collaborazione con Ub Iwerks.
Oswald è protagonista di una serie di corti muti molto divertenti che ottengono un grandissimo successo, rendendo il coniglio uno dei cartoni più noti dell’epoca. Mintz però, desideroso di aumentare ulteriormente i guadagni, vende i diritti del cartone alla Universal e offre dei nuovi contratti a tutti gli animatori di Walt Disney, sottraendoglieli. Disney si trova così privato del suo staff e della sua creazione più importante, costretto a ripartire da zero potendo contare solo sull’aiuto del fedele Iwerks.
Finalmente Topolino!
Ed è in realtà proprio a Iwerks che dobbiamo Topolino come lo conosciamo oggi. Per lo meno, il suo design. La leggenda vuole che Disney, durante un viaggio in treno, abbia iniziato a fare schizzi di personaggi nuovi e che, cercando di rendere più semplice la figura di Oswald, sia uscito fuori un nuovo personaggio, un topo a cui sarebbe stato dato il nome di Mortimer e che sarebbe poi diventato Topolino.
Tuttavia, sarebbe ingiusto dare solo a lui il merito della creazione del personaggio animato più celebre del mondo. Nelle prime bozze, Mortimer ha un’aria molto trasandata, decisamente di poco impatto. Iwerks inizia allora a lavorare al suo aspetto mentre Disney si occupa di scriverne i punti salienti del carattere. Dopo alcuni tentativi, si raggiunge il design tondeggiante che tutti conosciamo e, su consiglio della moglie di Walt, il nome viene cambiato da Mortimer a Mickey Mouse.
Dopo un paio di cartoni, Topolino raggiunge la celebrità grazie al corto Steamboat Willie, il primo cartone con sonoro (ben) sincronizzato. Distribuito al cinema dal produttore Pat Powers nel 1928, Steamboat Willie decreta il successo nazionale del nuovo personaggio, che sbaraglia ben presto la concorrenza.
Silly Simphonies
Nel 1929, la serie dei corti di Topolino è ormai ben avviata e Disney si sente in grado di tentare nuovi esperimenti. Il suo interesse riguarda stavolta la musica e il suo legame con l’animazione: per lui, le vicende narrate nei corti devono guidare la musica, ma Carl Stalling, suo compositore di fiducia, la pensa al contrario. Disney gli concede allora una chance e Stalling, aiutato da Ub Iwerks, realizza The Skeleton Dance, un corto musicale che mostra degli scheletri danzare in un cimitero. Il corto è un altro grande successo e Disney può dare inizio a una nuova serie animata: le Silly Simphonies.
Il progetto rivoluzionario
Il nome di Disney è ormai noto in tutta Hollywood. La serie di Topolino continua ad avere successo, sebbene alcuni nuovi personaggi, come Pluto e Pippo, siano più apprezzati di lui. Nelle Silly Simphonies compare invece Paperino. Iwerks intanto firma un contratto con il distributore Pat Powers e abbandona Disney dopo anni di collaborazione.
Disney però continua sulla sua strada e raggiunge, nel 1932, un altro risultato storico: la realizzazione di Flowers and Trees, primo cartone animato Disney a colori. Sebbene abbia portato più innovazioni di chiunque altro nel campo dell’animazione, Disney non è ancora soddisfatto e raccoglie fondi per un progetto rivoluzionario: il primo lungometraggio animato a colori. Mentre tutta Hollywood lo considera un folle, inizia così la realizzazione di un film che, nel 1937, segnerà la storia del cinema: Biancaneve e i sette nani.
Davide Proroga