Nella religione egizia si riscontrano caratteri politeisti e zoomorfi. Si adoravano dèi-animali e questi animali venivano resi sacri per la loro funzione, basti pensare al coccodrillo, che segnalava l’approssimarsi di piene del Nilo, oppure allo sciacallo, che allontanava le carogne.
Addirittura si sono trovati animali mummificati nella speranza che gli stessi potessero inviare qualche possibile messaggio alle divinità.
Religione egizia: le divinità
Elenchiamo alcune divinità appartenenti alla religione egizia:
- Sobek, il dio coccodrillo;
- Anubi, il dio dei morti (raffigurato come sciacallo);
- Bastet, la dea-gatto (divinità della gioia e dell’amore);
- Khnum, dal corpo umano e la testa d’ariete;
- Thot, patrono degli scribi (raffigurato come un ibis).
Attenzione particolare aveva inoltre Api, un toro nero la cui forza era considerata una manifestazione della benignità del cielo.
Da non dimenticare sono le divinità solari, che spesso caratterizzavano alcune zone o periodi dell’Egitto. Ad esempio vi era il dio-Sole Ptah, che veniva venerato a Menfi, o Amon che nel periodo del Nuovo Regno (1540 – 1070 a.C.) divenne il dio più importante.
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Una riforma religiosa
I tratti della religione egizia non sono immutabili. Infatti da considerare è la riforma religiosa attuata dal faraone Amenofi IV (1377 – 1358 a.C.), una riforma che aveva anche un obiettivo politico. Amenofi IV sostituì ai culti tradizionali, una divinità universale e suprema: Aton.
L’influenza della riforma religiosa di Amenofi IV si intravede anche nell’arte egizia, infatti egli eliminò molte consuetudini consacrate da un’antica tradizione e non volle rendere omaggio alle numerose divinità.
Egli rese omaggio al sommo Aton , facendolo rappresentare in forma di sole che fa spiovere i suoi raggi, ognuno terminante con una mano.
Tuttavia questa riforma religiosa non ebbe una forte affermazione, in quanto, Amenofi IV, morì senza essere riuscito a imporla e successivamente, Tutankhamon, si preoccupò di ripristinare il culto di Amon.
La riforma religiosa avallata da Amenofi IV porta alla formazione di alcune interpretazioni. Alcuni storici hanno visto nel culto di Aton un tipo di religione monoteista. In realtà si tratterebbe di un enoteismo, ovvero una religione “gerarchica”, cioè che contempla diversi dèi ma considera uno di loro più importante.
Il culto dei morti e l’immortalità
La religione egizia, come sappiamo, si caratterizza soprattutto per i riti di sepoltura. Infatti impossibile non citare è il processo di mummificazione. Questo processo prevedeva la conservazione dell’integrità della persona, siccome si pensava ad una vita ultraterrena.
L’immortalità veniva considerata possibile ma bisognava preservare due importanti princìpi:
- Il ba, una specie di anima;
- Il ka, la forza vitale.
Le Tombe
Le tombe, nella religione egizia, oltre a conservare le salme mummificate, esse presentano anche numerosi oggetti, cibo, ornamenti (basti pensare alle meraviglie ritrovate nella tomba di Tutankhamon), tutte parti essenziali che dovevano servire all’individuo per la futura vita che lo attendeva.
Le necropoli più famose si trovano nella Valle dei Re, nei pressi di Tebe, con tombe sotterranee (o ipogee), e presso la piana di Giza, dove si trovano le tombe di Cheope, Chefren e Micerino.
Le tombe innalzate dai tre faraoni hanno proprio una forma piramidale a pianta quadrata in quanto simboleggiava il dio solare Ra e alludeva all’identificazione del faraone con il dio.
Nell’Antico Regno (2600 – 2150 a.C.), in base ai Testi delle Piramidi, vi era la concezione che solo il faraone potesse avere accesso all’immortalità. Solo don un certo periodo si assiste ad una evoluzione della religione egizia, permettendo anche ai ceti elevati della società questo privilegio.
Le due religioni
Come abbiamo visto la religione egizia era solita a creare un senso di esclusività, come nel caso, appena descritto, della esclusiva immortalità del faraone. Questa tipologia di visione si rifletteva anche all’interno della società e della massa della popolazione.
Infatti vi era una sorta “biforcazione” religiosa:
- Religione “ufficiale”: apparteneva ai ceti elevati, ricchi e colti;
- Religione “popolare”: proprio del popolo, che veniva istruito ai miti, alle storie degli dèi.
Teogonie e Cosmogonie
I racconti sull’origine del mondo, le cosmogonie, erano strettamente legati alle teogonie, ovvero ai racconti basati sull’origine degli dèi.
Le cosmogonie tramandate dai sacerdoti di Eliopoli raccontavano che il cosmo era nato dallo sputo o dal seme di Atun, dio del Sole, il quale aveva generato gli altri dèi, fra cui Osiride, Iside e Seth.
A Menfi invece vi era il culto centrale di Ptah, identificato come generatore del tutto, del pensiero e della parola stessa.
A Tebe ci si rifaceva al culto di Amon, generatore del cosmo.
Lo scambio religioso
Come si vede in una civiltà potevano coesistere diverse credenze, interpretazioni. Questa molteplice versione e visione rimanda ad una considerazione: la mancanza di un libro sacro, come la Bibbia per i cristiani.
Spesso potevano anche esserci delle contaminazioni tra due o più civiltà, per questo il politeismo antico aveva una natura plasmabile e quindi aperto allo “scambio religioso e culturale “.
Gianluca Caso
Bibliografia:
Amerini F., Zanette E., Sulle tracce di Erodoto, Pearson Italia, Milano-Torino (2010), volume 1
E.H. Gombrich, La storia dell’arte, Phaidon (2008)
Sitografia:
http://ilmondodiaura.altervista.org/EGIZI/RELIGIONE.htm