Il tragico terremoto dello Stretto di Messina nel 1783
La peste ed il terremoto dello Stretto: nel 1700 la Sicilia fu colpita da varie e dolorose catastrofi, che segnarono in maniera indelebile la società dell’epoca.
Una delle più gravi fu l’epidemia di peste scoppiata nel 1743 a Messina. Numerose furono le vittime ed il pericolo del contagio allontanò dalla città i mercanti e le navi che evitarono per un lungo periodo il porto, da sempre punto nevralgico per il commercio e lo scambio di popoli, merci e saperi.
Il devastante terremoto
Pochi anni dopo fu colpita da un violento terremoto, denominato “terremoto di Reggio e Messina” che colpì queste due grandissime città dell’area dello stretto. Ci fu uno sciame sismico che culminò in cinque forti scosse, superiori a Mw 5,9, tra il 5 febbraio ed il 28 marzo del 1783. La prima scossa durò ben due minuti.
Nel febbraio del 1783 si sollecitò anche l’intervento del senato cittadino, per la precaria situazione urbana. Il numero delle vittime, vista l’entità del terremoto e di successivi incendi, si aggirava intorno ai 600. Le due città furono rase al suolo e la popolazione diminuì notevolmente anche perché numerosi abitanti, ormai senza casa lasciarono Messina, specie i ricercatissimi lavoratori della seta e gli artigiani.
« Molti furono i feriti, molti tratti dalle rovine, ma nella confusione e disordine niente può dirsi di più sicuro se non se essere stato un vero prodigio per coloro che scamparono la morte. Ecco brevemente descritta l’infausta tragedia accaduta in Messina, la destruzione delli cui Edificii supera il valore di cinque milioni, e la devastazione, e perdita de’ Mobili, Mercanzie, Ori, Argenti e Danari fu un grave Oggetto di spavento, e di considerazione »
Gli effetti del terremoto furono devastanti; una celebre incisione del periodo Le célebre, pour les vaissaux autre fois si dangereux détroit de faro di Messina, (vedi immagine di copertina) evidenzia in modo molto fantasioso gli effetti prodotti dal terremoto. Si nota il vortice di Cariddi che, causato dall’incontro delle correnti, sta per risucchiare una nave carica di passeggeri. Fu per questo che, specie dal punto di vista architettonico, si ebbe un contrasto tra la parte occidentale e quella orientale della Sicilia. Mentre a Palermo e nei centri vicini si costruirono ville principesche, sontuose e bizzarre, la costa orientale fu “tutta una rovina e un cimitero”, un continuo cantiere da rifare e ricostruire.
Le conseguenze
Dopo il terremoto dello Stretto, l’intero assetto della città cambiò per sempre. Per prevenire futuri crolli, nel maggio del 1783, fu emanata dal regno borbonico una normativa antisismica, il primo regolamento europeo, con l’istituzione di nuovi sistemi costruttivi.
La ricostruzione fu molto lenta, lo stesso Johann Wolfgang Goethe, nel 1787, quindi ben quattro anni dopo la catastrofe, passando da Messina, durante il suo viaggio in Sicilia, descriveva la sua «orripilante visione di una città distrutta».
Valentina Certo