Negli anni ’80 la serie televisiva “I Robinson” spopola negli Stati Uniti, ottenendo grande seguito anche in Italia e nel resto d’Europa. L’attore-sceneggiatore Bill Cosby (Philadelphia, 12 luglio 1937) risulta la star principale nonché direttore artistico dello show, riuscendo a divenire in breve tempo uno dei personaggi più popolari ed amati del piccolo schermo americano. La serie (nome originale The Cosby Show), andò in onda sulla rete NBC dal 1984 al 1992, con un totale di 201 episodi, realizzando ascolti record, superiori anche al mostro sacro “Happy Days“. La sitcom narra le vicende di una famiglia della borghesia afro-americana, tra gag esilaranti e discorsi genitori-figli, affrontando tematiche sociali delicate, tra cui la lotta al razzismo, di cui lo stesso Cosby è sempre risultato uno strenuo sostenitore.
Sin dalla giovane età Bill Cosby si contraddistingue per la sua verve umoristica, unita ad una sana passione e talento per gli sport, in particolare il baseball. Inizialmente non riesce a coniugare lo studio con le sue mille passioni, tra cui spicca il cabaret e qualche umile lavoro, ma successivamente riuscirà a conseguire il dottorato in educazione presso l’Università del Massachusetts. Grande appassionato e praticante di musica jazz, la sua innata vocazione resta indubbiamente il cabaret, che tra gli anni ’60-’70 vive negli States un periodo molto fulgido, divenendo una seria pedina di lancio per aspiranti attori comici, soprattutto neri, dato che i bianchi considerano il cabaret una sorta di spettacolo di serie B.
Bill Cosby vanta inoltre di essere stato il primo attore nero, ai tempi della famosa coppia poliziesca formata col collega amico Robert Culp, ad aver recitato in una fiction televisiva drammatica in “Le spie“. Diversi canali televisivi rifiutarono di mandare in onda la serie accusandola di eccessiva promiscuità razziale, finché la NBC, convinta del buon esito del prodotto, ne autorizzò l’esperimento. “Le spie“ si dimostrò un inaspettato successo, grazie alla riuscita alchimia dell’affiatata coppia protagonista, consentendo allo stesso Cosby di conquistare ben quattro statuette Emmy Awards, tra cui quella al miglior attore protagonista.
Il successo conseguito nel piccolo schermo non impedì a Bill Cosby di proseguire la sua carriera di cabarettista, che contribuì a donargli ulteriore notorietà, fino al termine degli anni ’60. Dopo aver preso parte per qualche stagione a The Bill Cosby Show e The New Bill Cosby Show, miglior fortuna riscuote il cartone animato “Fat Albert and the Cosby Kids“, che è ispirato all’infanzia vissuta dallo stesso attore. Dopo qualche fiasco a causa di progetti riguardanti film comici dal titolo Uptown Saturday Night (1974) e Let’s Do IT Again (1975), Cosby decise di ricominciare a puntare sulle serie televisive, cercando di valorizzare al meglio l’uguaglianza razziale, che a cavallo tra ’70 e ’80 rappresentava ancora un tabù all’interno del sistema televisivo statunitense.
Si giunge così alla celeberrima sitcom de “I Robinson” che, a partire dall’anno 1984 contribuì a combattere lo stereotipo del “nero cattivo” dedito esclusivamente alla musica rap, al basket, a vivere nel ghetto, riluttante allo studio e a socializzare con la razza bianca. “The Cosby Show” presenta al pubblico una nuova immagine del cittadino afro-americano, la famiglia Robinson è benestante, di ceto borghese, il capofamiglia è medico, moglie amorevole ma indipendente e colta, figli spesso in contrasto coi propri genitori, ma sempre educati e rispettosi dei valori familiari loro insegnati. Insomma, Bill Cosby ha inteso esorcizzare la malfamata reputazione che nutriva all’epoca, anche a causa di cattiva pubblicità e luoghi comuni vari, la classica famiglia americana di razza nera.
Da allora la carriera dell’ex cabarettista è costellata di successi, tra cui uno show con protagonisti bambini, in pratica l’equivalente per noi italiani di “Chi ha incastrato Peter Pan“, comparsate al cinema, tra cui “Jack“, dove Cosby interpreta i panni del maestro del compianto Robin Williams.
Bill Cosby: dalla tragica scomparsa del figlio alla sentenza di molestie e abusi sessuali.
Corre l’anno 1997 quando Ennis Crosby, figlio del celeberrimo attore, mentre si appresta a cambiare la ruota appena forata della sua auto, viene assassinato da un colpo pistola partito dalla mani di un rapinatore ucraino che cercava di derubarlo. Il criminale verrà prontamente catturato e consegnato alla giustizia, la quale riterrà colpevole Mikhail Markhasev, decretando ai suoi danni la pena dell’ergastolo. Da allora le apparizioni televisive di Bill Cosby si riducono al lumicino, escluso il breve periodo in cui condusse il David Letterman Show, sostituendo l’omonimo conduttore televisivo durante il periodo di convalescenza dovuto a un intervento di bypass coronarico.
Se la carriera artistica di Cosby è costellata di trionfi, nel privato le accuse per molestie ed abusi sessuali ricevute da circa cinquanta vittime, in particolare giovani donne, hanno portato l’ex cabarettista a defilarsi dallo star-system, nonostante questi abbia professato giudizialmente più volte la propria innocenza. Il comico di Philadelphia è accusato di aver utilizzato potenti droghe, tra cui massicce dosi di sonniferi e calmanti, al fine di inibire, addormentare e infine abusare sessualmente delle malcapitate prede sessuali. Inoltre, qualcuna di esse riceveva periodicamente ingenti somme di denaro provenienti dall’ex “Robinson” per sottacere tutto ed evitare che spuntasse un enorme scandalo in grado di macchiare irrimediabilmente la sua reputazione.
Ciò nonostante, il denaro elargito da Cosby non evitò le numerosissime denunce ed il susseguente processo a suo carico con l’accusa di reati sessuali. L’opinione pubblica americana diede ampio risalto al processo e l’immagine pulita da uomo sposato e buon padre di famiglia dell’attore, un tempo amatissimo da critica e pubblico, si trasformò rapidamente in quella del mostro affamato di sesso pronto ad approfittare in qualsiasi modo delle sue innocenti vittime, soprattutto se giovani e ingenue. Scaturì una vicenda giudiziaria che apparve da subito intrisa di contorni assai indefiniti e controversi, tant’è il primo esito sentenziato dal giudice nello scorso giugno fu il “mistrial“, ossia annullamento del processo, in quanto la giuria non aveva raggiunto un verdetto definitivo in merito alla innocenza o colpevolezza dell’imputato.
In data 26 aprile 2018 il processo fu ripetuto, la giuria stavolta ha ritenuto fondate le accuse mosse nei confronti di Bill Cosby, condannandolo alla pena di dieci anni di reclusione. Subito dopo l’emanazione della sentenza l’attore ha inveito aspramente verso giudice e giuria, proclamando nuovamente la propria innocenza. Cosby al momento non ha ancora scontato alcun giorno di galera, avendo subito provveduto al pagamento dell’aspra cauzione. Gentiluomo in televisione e mostro (?) fuori dagli schermi, la star delle sitcom americane rischia così di concludere in galera il resto di un’esistenza tanto avvincente quanta controversa.
Davide Gallo