Ultimo romanzo di Virginia Woolf, Tra un atto e l’altro (Between the Acts) fu pubblicato solo dopo la tragica morte della scrittrice. Ambientato in una casa di campagna inglese all’alba della seconda guerra mondiale, la storia restituisce seppure velatamente le paure che precedevano il più traumatico evento del secolo scorso.
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La trama di Tra un atto e l’altro
In una calda giornata dell’estate del 1939, un gruppo di uomini e donne di diversa estrazione sociale sta per assistere a uno spettacolo organizzato in una casa di campagna dell’entroterra inglese. Diversi sono i personaggi che si aggirano nella tenuta, e diversa la natura dei rapporti che li legano.
C’è il proprietario Bartholomew Oliver, vedovo in pensione che vive con la sorella Lucy Swithin. Il figlio Giles, uomo inquieto e frustato che trascorre gran parte del tempo in città a causa del lavoro. C’è la moglie Isa, attratta dall’agricoltore Haines. Ci sono l’eccentrica signora Manresa, l’omosessuale William Dodge, la signora La Trobe che ha scritto e allestito lo spettacolo.
Tra un atto e l’altro del pageant che intende esaltare la storia dell’Inghilterra, emerge la vita quotidiana dei personaggi, in tutta la sua banalità e la sua eccezionalità. Su tutto e su tutti aleggia il presentimento terribile della guerra.
Le contrapposizioni
Uno degli aspetti più importanti del romanzo è la presenza delle contrapposizioni. Individuo e collettività, maschile e femminile, pace e guerra, odio e amore sono alcuni dei temi che si intrecciano nel testo. Ma alla scrittrice non interessa rappresentare la dinamica delle contrapposizioni quanto ciò che emerge tra i due poli estremi.
Come suggerisce il titolo stesso, è tra un atto e l’altro che si annidano i momenti in cui allentiamo la maschera che indossiamo e abbandoniamo il ruolo che interpretiamo. In quegli attimi di passaggio e di transizione emerge la verità più lancinante, spesso contrastante con i ruoli socialmente imposti.
Il rapporto con il teatro
Il romanzo presenta un chiaro legame con il teatro e con le dinamiche della messinscena. Il teatro aveva in realtà da sempre accompagnato la scrittrice nel suo percorso artistico, e non a caso nuove tendenze critiche stanno mettendo in risalto questo legame a lungo tralasciato dagli studi letterari.
C’è un testo teatrale della scrittrice che sembra in particolar modo legato a Tra un atto e l’altro, Freshwater. Quest’ultima è l’unica commedia di Virginia Woolf, scritta per una rappresentazione familiare con una vena ironica e leggera. L’elemento che accomuna i due scritti è da rintracciare nella carica critica – presente appunto con toni ironici in entrambi i testi – nei confronti dei tabù sessuali e sociali dell’epoca vittoriana.
Tra un atto e l’altro, d’altronde, era stato originariamente pensato come un’opera teatrale e solo dopo diversi rimaneggiamenti assumerà la forma del romanzo.
Il pageant
La forma drammatica rimane nella struttura del pageant, termine che in epoca medievale indicava delle cerimonie spettacolari in cui carri trainati da buoi trasportavano le scene dei miracle plays o mystery plays. Nel romanzo il motivo del pageant, che vuole presentare tre momenti diversi della storia dell’Inghilterra esaltandola, è di estrema importanza.
Ma lo spettacolo si rivela estremamente fallimentare. Continuamente interrotto, gli atti che lo costituiscono sono più delle parodie che delle vere celebrazioni della nazione inglese. Il significato originario del pageant è così completamente svuotato. E ciò sembra legarsi all’ombra della guerra che sarebbe scoppiata di lì a poco.
La dimensione del teatro è però presente anche in riferimento alla vita sociale, i cui meccanismi sembrano rimarcare le dinamiche della scena e della finzione.
Salvatore Cammisa