Vecchio sarai tu! è un’eterogenea raccolta di racconti (undici per la precisione) legati dalla comune esplorazione del mondo degli anziani al di là di ogni retorica sentimentalistica.
I protagonisti dei racconti, tutti personaggi con più di sessant’anni, sebbene presentino fragilità e problematiche tipiche della propria età sono infatti tutt’altro che spettatori passivi della propria senescenza fisica. Essi continuano a lottare, ad amare, a soffrire, a imparare dai propri errori, a confrontarsi con gli altri e con gli spettri del passato; in breve, continuano a vivere.
Ed è proprio questo rifiuto di considerare gli anziani come “morti che camminano” il filo conduttore di “Vecchio sarai tu!”, i cui testi (ad eccezione del racconto introduttivo, opera dello scrittore, sceneggiatore e giornalista Angelo Petrella) hanno visto la luce nell’ambito del Laboratorio di Tecniche della Narrazione tenuto nel 2017 da Raffaele Messina, curatore dell’opera nonché scrittore, critico letterario e docente (di cui abbiamo recensito il primo romanzo), in collaborazione con la casa editrice Homo Scrivens che ha poi pubblicato la raccolta nell’aprile del 2018.
Ogni autore ha quindi plasmato il proprio contributo adattando il genere letterario che gli è più congeniale al tema comune, dotando l’opera di una natura composita che non ne incrina però l’unitarietà di fondo.
Ad aprire la raccolta “Vecchio sarai tu!” è il giallo “Non credere ai topi, don Ciro Corvo!” del già citato Angelo Petrella al cui centro si colloca la figura di un professore in pensione che, a partire da un evento apparentemente insignificante (la presenza di un topolino nel tribunale di Avellino durante un’udienza), opera una serie di deduzioni mirabolanti che lo porteranno a svelare un losco complotto criminale.
Il racconto si sviluppa rapidamente procedendo attraverso continui colpi di scena in un rimando costante tra gli avvenimenti in corso e le intuizioni del protagonista che, a poco a poco, ne rivelano il senso più profondo. Grande attenzione è data all’eccentrico modo di vivere di don Ciro e alla in contrapposizione tra gli acciacchi del suo corpo malandato e una mente talmente lucida e affilata da poter essere considerata un’arma.
Le armi vere e proprie la fanno invece da padrone in “Miranda Jannon”, racconto dal retrogusto noir realizzato da Al Gallo, scrittore emergente e autore del romanzo “Indian Napoli”. Centrale è il tema della vendetta, perseguita da un’anziana madre dopo la morte del figlio tossicodipendente, sacrificato dalla locale famiglia mafiosa per coprire i propri affari.
La vecchiaia non costituisce per la donna un ostacolo insormontabile, ma rappresenta anzi una valida alleata capace di farla apparire inerme agli occhi dei suoi bersagli, incapaci di capirne le intenzioni prima che sia troppo tardi. Grande importanza nella narrazione ricopre anche il tema dell’amore che, pure nella sua versione romantica, non appare affatto un’esclusiva prerogativa dei giovani.
Sull’ambiguità tra amore sensuale e familiare gioca “Tienimi con te!” di Raffaele Messina, narrando le vicende di due personaggi, un medico in pensione e una ragazzina sedicenne, la natura del cui rapporto resta dubbia fino alle ultime righe.
Fondamentale è la capacità dell’uomo di accettare serenamente la propria età e i conseguenti limiti senza però rinunciare a vivere pienamente, qualità che acquista ancora più valore se confrontata con l’opprimente coltre di aspettative che impedisce invece alla giovane di condurre un’esistenza serena. Soltanto grazie al loro incontro e al suo esempio la ragazza riuscirà quindi a trovare la forza necessaria per cambiare vita.
Avvolto di struggente malinconia appare il racconto della docente, poetessa e scrittrice Maria Marmo “Te si’ fatto viecchio” il cui protagonista, contrariamente al personaggio tratteggiato da Messina, non riesce ad accettare la vecchiaia opponendosi ad essa con ogni mezzo a propria disposizione mostrandosi, almeno nell’animo, ancora forte e vigoroso.
Di chiudere la raccolta “Vecchio sarai tu!” (che comprende anche i racconti di Silvana Bruno, Maria Giovanna Castaldo, Salvatore Cicenia, Maria Antonietta Mattei, Annamaria Pucino e Lucio Rufolo, sui quali non è stato possibile soffermarsi per questioni di spazio) si occupa lo scrittore e saggista Elio Serino con il suo “Rinascita”, ricognizione attenta dei bassifondi della Napoli occupata dagli Alleati attraverso lo sguardo di un ottuagenario.
La memoria è la chiave di volta di un racconto avventuroso e dal ritmo serrato in cui denuncia sociale e descrizioni puntuali procedono di pari passo rivelando meccanismi che solo chi ha vissuto sulla propria pelle può comprende appieno.
Alessandro Ruffo