Film dedicato a Rebecca Annitto, nipote del produttore Peter Saraf, morta tragicamente in un incidente d’auto. Commedia, drammatico, road movie: Little Miss Sunshine è tutto questo. Nel cast, il premio Oscar come miglior attore non protagonista per il suddetto film Alan Arkin. Il film ha ricevuto 4 candidature agli Oscar, come: miglior attore non protagonista (vinto), miglior sceneggiatura originale (vinto), miglior film (candidato), miglior attrice non protagonista (candidato).
Little Miss Sunshine: una famiglia forte, una famiglia fragile (contiene spoiler)
Gli Hoover sono personaggi un po’ strambi e particolari. Richard Hoover (Greg Kinnear) tiene a cuore un progetto. Presiede conferenze a riguardo, a cui però partecipano poche persone. Richard Hoover è fermamente convinto del binomio vincenti/perdenti, ed offre una “scala” fatta di passi per arridere al successo. Sheryl (Toni Collette), sua moglie e madre dei loro due figli, non lavora. È una donna gentile che ha fiducia nelle speranze del marito.
Il nonno, padre di Richard, si chiama Edwin (Alan Arkin) ed è un uomo che non vuole arrendersi all’incedere dell’età. Ricorda sempre con nostalgia il suo passato hippie ed ha una dipendenza dall’eroina. Il figlio di Richard e Sheryl è Dwayne (Paul Dano), mentre la piccola di casa è Olive (Abigail Breslin). Il primo ha fatto un voto di silenzio: non parlerà fintanto che non accederà all’accademia aereonautica. La bambina, di sette anni, è invece il piccolo raggio di sole della casa. È molto dolce ma ambiziosa: partecipa a diversi concorsi di bellezza e sogna di diventare miss America.
Alla gang si unisce il fratello di Sheryl, Frank (Steve Carrell). Frank, nelle prime scene del film, è ricoverato d’urgenza perché decide di togliersi la vita, non riuscendo nell’impresa. L’uomo era depresso per amore. Frank amava, infatti, un suo studente. Questi però lo aveva rifiutato, e scelto un altro uomo. Dopo questa vicenda, Frank è stato licenziato e la sua fondazione ha premiato il suo rivale in amore. Lo zio della casa dovrà dividere la stanza con Dwayne, che non parla, per la felicità di Frank.
Olive è arrivata seconda alle regionali di Little miss sunshine, ma riceverà una chiamata. La prima classificata si è ritirata, così Olive potrà accedere alle finali che si terranno in California. Il volo è troppo costoso, per questo la famiglia opta per giungere nel soleggiato stato con un vecchio pulmino Volkswagen T2 giallo. Tutti sono pronti per il viaggio, che prevede una sosta. Il furgone crea problemi in quanto la frizione è malandata, però con la spinta di tutti si riprende il viaggio.
Nel frattempo, Richard contatta l’editore che avrebbe dovuto occuparsi del suo progetto, scoprendo da questi che non se ne farà più nulla. Il giorno dopo, Olive scopre che suo nonno non si sveglia. Il nonno viene portato inutilmente in ospedale, ma la famiglia sceglie di portare la salma con sé, poiché le procedure burocratiche riguardanti un ipotetico funerale erano troppo lunghe e non avrebbero permesso la partecipazione della piccola al concorso. Questo accade solo per il desiderio che aveva Edwin di veder trionfare la bambina al concorso, perché la famiglia era in procinto di tornare a casa.
Durante il viaggio, Dwayne scopre tramite un gioco di Olive di essere daltonico. Perciò non potrà mai diventare pilota. Il viaggio procede dopo la legittima sfuriata del ragazzo. Gli Hoover giungono per un soffio all’albergo in cui si tiene il concorso. Il giudice non avrebbe voluto iscrivere Olive, perché la famiglia era arrivata 5 minuti dopo il termine della scadenza. Segno di una certa antipatia, contrastata invece dal fonico del concorso, che iscriverà Olive.
Tra costumi orrendi e imbarazzanti commenti del presentatore, lo spettacolo inizia. L’ultima esibizione delle bambine prevede la messa in mostra dei propri talenti. C’è chi balla, chi canta, chi fa l’acrobata. Olive decide di ballare e … di fare uno striptease. Sconvolta dalla scena, il giudice decide di far cacciare la bambina.
La famiglia di Olive la avrebbe appoggiata sempre, ed è per questo che si esibisce con lei sul palco, divertendosi. Gli Hoover vengono rilasciati dalla polizia, a patto di non partecipare più ad alcun concorso in California. Assurdamente felici per questa imposizione, tornano a casa molto più entusiasti di prima.
Little miss sunshine: trovare il proprio posto nel mondo
Il film ha del tenero incommensurabile, partendo dai dialoghi di Olive con l’adorato nonno. È proprio Edwin che incoraggia la nipote a perseguire questo percorso, creando delle coreografie con lei. Lo “striptease” di Olive è dedicato proprio al nonno.
Olive non ha nulla di miss America. Non perché non sia bella, anzi, ma perché non corrisponde ai canoni osceni del concorso. Le bambine di Little miss sunshine tanto bambine non sembrano. Sembrano più delle barbie siliconate (già da piccole), imbacuccate in costumi pacchianissimi scelti dalle mamme più ambiziose di loro. Le partecipanti al concorso hanno qualcosa di adulto, ma non la maturità, no. Hanno già la malizia, lo spirito ultracompetitivo in cui se non vinci sei uno zero.
Olive è l’unica bambina presente sul palco. Conserva il giusto spirito del divertimento, della ingenuità e allegria dei più piccoli. Le altre ragazzine sono, ovviamente, quelle osannate dai giudici. Quando Olive si esibisce, due giudici su tre sono sinceramente contenti. Ma la più importante, no. Ed è lei che tra strepitii vari e imbarazzanti sceneggiate imporrà all’abbronzatissimo e truccato presentatore di bloccare Olive.
Ed è qui che interviene la sua famiglia. Paradossalmente, questo viaggio che avrebbe dovuto prevedere la vittoria di Olive, ha visto la vittoria di una famiglia intera. Frank è come se fosse rinato. Conserva le ferite spinose di un amore non corrisposto, ma sembra più sereno. Dwayne rappresenta, poi, la volontà di un ragazzo ambizioso che deve fare i conti con la crudele realtà. Ed è quando parla che emerge la sua personalità. Un ragazzo piuttosto intelligente, che per questo non avrà problemi a trovare la sua dimensione. Richard capirà che perdenti e vincenti sono solo due aggettivi creati per suddividere le persone, per farle competere fino all’estremo più disgustoso. Olive apprende che quell’ambiente non fa per lei, ed è meglio così.
Little Miss Sunshine è una critica ironica e velata a quell’America perbenista, che si scandalizza per un ingenuo “striptease” di una bambina (fidatevi, è davvero ingenuo) e non per i costumi rimpiccioliti sui corpi finti delle bambine, dei loro capelli boccolosi, dell’abbronzatura e dei sorrisi orribilmente provocanti. La chicca di queste bambine, poi, sono i genitori. Contenti della loro probabile macchina sfonda-soldi, pompano l’ego delle loro figlie annullando la sana componente infantile.
Il film nasce anche dopo lo sbeffeggiamento dello sceneggiatore premio Oscar Michael Arndt riguardo un commento di Arnold Schwarzneger. Questi avrebbe detto a delle studentesse liceali che: “se c’è una cosa che odio a questo mondo, sono i perdenti. Li disprezzo.” Nonostante il concorso di bellezza sia la valvola di sfogo, non è solo questa la critica del film. Il messaggio principale è che spesso non si sa cosa fare, ci si sente fuori luogo. Non si sa cosa farà dopo il concorso, Olive, ma di certo è noto quel che NON farà. Ed è già un piccolo passo avanti.
Aurora Scarnera