È tornata The Bold Type, la serie tv che racconta in modo onesto e senza peli sulla lingua la vita di tre giovani donne grintose alle prese con la carriera e con varie forme di discriminazione.
Come nella prima stagione, nella delineazione dei personaggi femminili le principesse Disney sono ben lontane, così come sono lontane le eroine romantiche di alcuni film rosa, disposte a sacrificare la carriera per amore.
Le protagoniste di The Bold Type sono ragazze intraprendenti, coraggiose e determinate che lavorano per la rivista fittizia Scarlet. La serie si propone infatti di motivare le donne a esprimere il proprio potenziale, proprio ciò che cercano di fare le protagoniste tramite i propri articoli, i propri post, le proprie azioni. Al centro delle vicende ci sono infatti una giornalista, una social media manager e una stagista del reparto moda della rivista: tre grintose donne in carriera che non rinunciano né alla propria femminilità, né alla realizzazione professionale, né all’amore, né a nessun altro aspetto della propria vita.
Nonostante la serie insista sul raggiungimento della parità di genere, infatti, la dimensione femminile non viene mai rinnegata, anzi. Le tre protagoniste sono prima di tutto donne, con tutto ciò che questo implica in termini di quotidianità e relazioni umane.
La serie parla infatti con naturalezza di temi per troppo tempo considerati tabù, la maggior parte dei quali ruota intorno alla sessualità femminile, universo ancora poco esplorato dai media e riguardo al quale si prova sempre una sorta di pudico imbarazzo. Così questioni come mestruazioni con relative tipologie di igienici sul mercato, sesso orale lesbo o orgasmo femminile vengono affrontate con spontaneità e garbo.
The Bold Type, però, tratta anche temi sociali attuali e al centro dei dibattiti internazionali, come le leggi (americane) sull’immigrazione, la lotta delle donne per la parità di trattamento sul posto di lavoro e contro abusi sessuali e stereotipi di genere, il cieco razzismo nei confronti dei musulmani e l’importanza di andare oltre i pregiudizi e di sforzarsi di comprendere le altre culture.
Questi argomenti vengono sviscerati dando un taglio agli stereotipi per cui il mondo della moda sarebbe sciocco e superficiale, per cui l’amicizia tra colleghe non esisterebbe, o per cui le boss ladies sarebbero acide e tiranniche: le donne che lavorano per Scarlet sono argute e competenti, le ragazze si supportano a vicenda, aiutandosi a raggiungere obiettivi ambiziosi, la direttrice del giornale è un mentore molto professionale con un quid di materno che la rende ancora più carismatica.
Dopo il successo della prima stagione, la serie è tornata sul canale statunitense Freeform e fin dalla prima puntata ci ha trascinati nell’atmosfera giocosa eppure riflessiva che la contraddistingue.
The Bold Type, quindi, è la serie di cui oggi abbiamo tutti un po’ bisogno. Un manifesto del nostro decennio, che ne porta in scena i temi più scottanti, e un inno molto alla cooperazione tra i sessi, al rispetto della diversità in tutte le sue declinazioni, al coraggio di ragionare con la propria testa e di esprimere liberamente la propria personalità.
Chiara Martino