Il purgatorio dell’angelo. Confessioni per il commissario Ricciardi, nuovo romanzo di Maurizio De Giovanni, prende le mosse da un affascinante doppio interrogativo, riportato sulla quarta di copertina del volume edito da Einaudi:
Perché qualcuno dovrebbe uccidere un angelo? Perché qualcuno dovrebbe sposare un dannato?
La penultima indagine del commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni ’30 e protagonista di ben nove romanzi di De Giovanni e di due graphic novel realizzate in collaborazione con Sergio Brancato, prende le mosse da tre situazioni apparentemente distinte ma accomunate dalla medesima esplosività potenziale. L’inspiegabilmente brutale omicidio dell’anziano e benvoluto padre Angelo, l’evolversi del tormentato rapporto tra Ricciardi e l’amata Enrica e le difficili indagini del brigadiere Maione segnato dalla drammatica perdita di un figlio e dall’incomunicabilità con la moglie, si susseguono frenetiche nel maggio partenopeo, mese di risvegli e confessioni.
Una domenica di maggio
Qual è l’essenza di una domenica di maggio e com’è possibile coglierla davvero? Partendo da queste domande Maurizio De Giovanni narra le vicende di un gruppo di personaggi il cui destino è legato da una splendida rosa.
Tale fiore infatti, dopo essere stato colto da Carmela, giovane e bella ragazza costretta dalla difficile condizione familiare a una vita di rischi e sacrifici, passerà di mano in mano divenendo l’involontario testimone di una variegata serie di drammi quotidiani il cui doloroso realismo distrugge sistematicamente ogni più intima speranza del lettore (o, in questo caso, l’ascoltatore).
Il mondo de Il purgatorio dell’angelo si configura quindi fin dalle prime pagine come un luogo duro e spietato, in cui il caso e le umane storture cospirano insieme contro ogni felicità che duri più di qualche istante.
Amore e frustrazione
L’inferno esiste solo per chi ha provato il paradiso
In questa proposizione De Giovanni racchiude tutta la struggente malinconia che avvolge Ricciardi ed Enrica, protagonisti di una storia d’amore vissuta in segreto, nella reciproca obbligata assenza e in un silenzio carico di timori e frustrazioni.
Nonostante la forza del sentimento che li unisce infatti i due amanti sono ostacolati nel coronamento della loro relazione dalle proprie paure, dall’ostruzionismo della famiglia di lei e dall’asfissiante peso di norme sociali che mal si adattano alla libera volontà dello spirito umano.
L’amore più puro si rovescia dunque nella più cupa disperazione, in una lacerazione quotidiana dell’animo che pare non avere fine.
L’inaspettata comicità de Il purgatorio dell’angelo
Nonostante la drammaticità di fondo l’ultimo romanzo di De Giovanni non rinuncia a strappare qualche sorriso, alternando a vicende appassionanti o dolorose momenti di raffinata comicità.
Uno di essi ad esempio vede coinvolta la governante di Ricciardi, personaggio dall’aspetto peculiare e dai modi tutt’altro che signorili, e l’altezzosa madre di Enrica in un’incalzante conversazione sul futuro del rapporto tra Ricciardi e la giovane in cui i loro punti di vista si alternano continuamente rendendo la reciproca diffidenza manifesta e caricaturale.
Alessandro Ruffo