Per lungo tempo l’animazione occidentale ha scelto di raccontare storie in cui l’azione trovava maggior spazio della caratterizzazione dei personaggi. Questa situazione è rimasta tale fino alla fine degli anni ’90, quando compaiono le prime grandi avventure di personaggi divorati da conflitti interiori, rimpianti e desideri. Jack Skeletron e Ralph Spaccatutto sono due tra i migliori risultati fino a oggi.
Indice dell'articolo
Lo sviluppo dell’eroe nell’animazione occidentale
Rispetto alle pellicole orientali, i film americani hanno sempre presentato una più netta distinzione tra bene e male. Il concetto di yin e yang, tanto caro ai giapponesi, era invece quasi del tutto assente nelle pellicole Disney. I personaggi di questi film non solo erano facilmente distinguibili in due categorie contrapposte, ma non presentavano nemmeno elementi di disturbo nel loro carattere.
Il 1989 è un anno di svolta: l’uscita al cinema de La sirenetta cambia per sempre il modo di raccontare i personaggi. Ariel, figlia di re Tritone, è una principessa ribelle, di buon cuore ma eccessivamente curiosa, amorevole ma sconsiderata. Il suo sogno di vedere il mondo degli umani la spingerà a ribellarsi al padre e a firmare il classico patto col diavolo.
Da quel momento, i protagonisti dei film Disney si fanno più sfaccettati e complessi, dilaniati dai dubbi riguardo la loro identità: Simba rifiuta il suo ruolo da re, Mulan non riconosce il suo riflesso, Aladdin indossa la maschera del principe per conquistare Jasmine, a sua volta critica nei confronti del ruolo che la società le ha imposto.
Jack Skeletron e Ralph Spaccatutto: le storie
È in questo frangente che si inseriscono due personaggi iconici, uno simbolo di un cult e l’altro protagonista di uno dei grandi successi Disney degli ultimi anni. Jack Skeletron e Ralph Spaccatutto sono due personaggi molto vicini, accomunati anche da storie che partono da premesse molto simili.
Jack è il re della città di Halloween. Come tale, ha il dovere di preparare, nel corso dell’anno, il necessario per la grande celebrazione del 31 ottobre. La sua vita si trascina in maniera sempre uguale, anno dopo anno, finché un mattino, dopo aver vagato tutta la notte depresso in un bosco, giunge per caso nella città del Natale. I colori, i profumi e l’allegria del posto lo convincono a cercare un nuovo scopo e a rubare la festività.
Anche Ralph Spaccatutto è un personaggio dalla vita difficile: cattivo del videogame Felix Aggiustatutto, trascorre le giornate a sfidare i giocatori che inseriscono il gettone nel cabinato e, quando perde, viene lanciato dagli altri personaggi del gioco in una pozza di fango. Il disprezzo che questi personaggi provano per lui lo spinge a mettersi alla prova e a cercare di ottenere una medaglia da eroe in un altro gioco.
Jack Skeletron: perché son io delle zucche il re?
Jack Skeletron compare per la prima volta in scena durante la celebrazione di Halloween, ottenendo gli applausi e l’ammirazione dei cittadini festanti. Eppure, il timore reverenziale che noi proviamo nei suoi confronti scompare non appena Jack inizia a cantare la sua frustrazione in un silenzioso cimitero.
La depressione di Jack è dovuta alla monotonia della sua esistenza e dal non provare più interesse verso quel che fa. Come gli operai di Tempi Moderni di Chaplin, le azioni di Jack sono ormai quasi meccaniche, dato che può spaventare anche gli uomini più coraggiosi con il semplice cenno di una mano. La ripetizione di questi gesti ha fatto crescere in lui un vuoto che sembra incolmabile.
La scoperta del Natale gli offre quella novità di cui aveva bisogno. L’entusiasmo con cui cerca di carpirne i segreti, tra equazioni matematiche e sezioni di vecchi pupazzi, contagia anche gli abitanti della città. A lungo andare, Jack perde totalmente il controllo e non si rende conto di voler fare qualcosa per cui non è portato.
La ricerca di un nuovo scopo per la sua vita porta Jack verso una disfatta totale: il suo lato da re di Halloween spunta indomabile e i regali che confeziona si rivelano pericolosi. Mentre osserva il suo sogno bruciare, avverte dentro di sé, con un’intensità che non ricordava, la voglia di tornare a occuparsi di Halloween, la sua festa e il suo mondo. Jack ritorna allora alla situazione di partenza, ma con la piena consapevolezza delle sue abilità e del fatto di essere l’unico capace di rendere ogni Halloween indimenticabile.
Ralph Spaccatutto: perfetta unione di bene e male
Così come Jack, anche Ralph ha perso il suo scopo nella vita: dopo tanti anni di svilimento, pensa di non voler più essere un cattivo. I suoi dilemmi preoccupano i boss degli altri giochi, dato che venir meno alla propria programmazione sarebbe rischioso per il gioco stesso. Eppure, come nel caso di Jack, le intenzioni di Ralph non sono malvagie, ma soltanto dettate dall’emozione del momento.
Il tema centrale del film viene spiegato in maniera esplicita fin dall’inizio. Durante la riunione dei cattivi, il brutale Zangief spiega a Ralph di aver provato in passato il suo stesso malessere, ma di aver superato quella fase. “Tu fai il cattivo, ma non vuol dire che sei davvero cattivo” è la frase fondamentale della pellicola e Ralph ne comprenderà il significato dopo le molte avventure con la piccola glitch Vanellope.
Anche Ralph Spaccatutto termina con un ritorno alla situazione di partenza, con Ralph che fa il cattivo nel suo gioco e viene sempre gettato nel fango. Ma stavolta il suo rapporto con l’eroe Felix è migliorato e gli viene offerta sempre una fetta di torta come premio per il suo lavoro. Inoltre può godersi le emozionanti corse coi kart di Vanellope, col pensiero che averla aiutata sia la dimostrazione che in fondo veramente cattivo non lo è mai stato.
In Ralph Spaccatutto si ha la definitiva unione di bianco e nero, di yin e yang. Jack ritrova il senso della sua vita e abbandona ogni progetto sul Natale, tornando alle sue occupazioni. Ralph, invece, riesce a unire la sua personalità buona al suo ruolo da cattivo e a formare un personaggio completo che supera le classiche dicotomie disneyane.
Davide Proroga