Samuel Richardson è uno dei primi romanzieri inglesi. Nato nel 1689 nel Derbyshire, mostra fin da subito una spiccata propensione alla scrittura e un’assoluta padronanza della lingua. Tuttavia il padre, non avendo i soldi per pagargli gli studi, lo manderà a compiere un apprendistato presso una stamperia di Londra che gli permise col tempo di migliorare la sua condizione sociale.
La sua attività di narratore comincia tardi, con la stesura di modelli di lettere familiari per chi non sapeva scrivere e doveva cominciare una corrispondenza. Richardson scopre così le possibilità della forma epistolare, che adopera per tutti e quattro i suoi romanzi.
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Le caratteristiche della scrittura di Richardson
Una delle caratteristiche principali della scrittura di Richardson è l’utilizzo della forma epistolare. La storia che racconta si sviluppa agli occhi dei lettori con una serie di lettere che si scambiano i personaggi principali. A queste si affiancano spesso pagine di diari personali. Questa modalità narrativa ha il grande pregio di rivelare l’intimità e l’interiorità dei personaggi. Il lettore è infatti catapultato nella mente di chi scrive, con una caratterizzazione psicologia assente nella narrativa a lui precedente o contemporanea. E le diverse lettere permettono anche di avere un punto di vista sempre diverso sulla stessa situazione, che viene filtrata e restituita dai vari personaggi.
La forma romanzo di Richardson è molto vicina alla forma drammatica, perché i personaggi si introducono e si parlano a vicenda usando le lettere al posto del dialogo. L’azione, inoltre, si svolge attraverso una serie di scene immediate che non vengono narrate dall’esterno ma raccontate dall’interno.
La tensione moralizzante
I romanzi di Richardson si svolgono tutti nell’ambiente domestico tipico della classe media inglese. E lo scopo principale dello scrittore era quello di trasmettere un insegnamento morale o religioso tramite la sua scrittura. Richardson voleva dimostrare infatti che la bontà ripaga sempre e che la cattiveria punisce, anche in questo mondo terreno.
Questa tendenza a moralizzare riflette lo schema mentale della classe media puritana che premia la virtù e punisce i peccati, come dimostra chiaramente il suo primo romanzo Pamela o Virtue Rewarded.
Pamela or Virtue Rewarded
Già il titolo è estremamente interessante. L’attenzione non è infatti rivolta alla virtù in sé, alla virtù come valore, ma al premio che la virtù porta con sé.
Pamela consiste in una serie di lettere scritte da una ragazza di campagna ai suoi genitori. Le sue lettere riportano i suoi stati d’animo e i suoi sentimenti, ma soprattutto raccontano di come resiste ai tentativi del figlio della padrona di sedurla. Come premio della sua resistenza, otterrà dal ragazzo una proposta di matrimonio che lei accetta, diventando così ricca e ottenendo la posizione sociale che secondo l’ideale borghese dell’epoca era il più grande traguardo in cui si poteva sperare nella vita.
La trama
La storia è molto semplice e forse è la prima volta che un romanzo non si basa su una catena di eventi ma costruito attorno al legame tra i due personaggi principali. I quali, d’altronde, appartengono a diverse classi sociali. Si viene inoltre ad aggiungere la tematica del difficile equilibro tra gli istinti sessuali e il codice morale.
In relazione alla storia l’ambientazione cambia poco, è più o meno statica, ed è prevalentemente costituita da luoghi chiusi. È soprattutto la dimensione domestica della casa nella quale Pamela è confinata a costituire l’ambiente in cui si svolge la storia. E solo quando al suo conflitto con Mr B. sarà data una fine potrà finalmente uscire dagli spazi chiusi in cui era costretta.
Pamela e Mr B.
Pamela è pratica e passionale, umile con tutti ma intollerante alle ingiustizie. Mr B, invece, riflette la superiorità maschile dell’epoca. Cerca infatti di sedurre diverse volte Pamela, la cui resistenza non fa che accrescere la sua passione e fa cambiare gradualmente il suo atteggiamento che diventa più maturo e responsabile.
Si potrebbe affermare che la storia di Pamela è la variante moderna della favola di Cenerentola. Entrambe raccontano infatti di un compenso alla virtù che riscatta dal lavoro e da un limitato orizzonte esistenziale. E infatti, all’epoca, il romanzo fu molto innovativo e popolare, rappresentando una rottura del rigido e discriminante sistema di classe settecentesco. Una rottura, d’altronde, che lo stesso Richardson incarnava con la sua storia personale.
Salvatore Cammisa