Ha rivoluzionato lo stereotipato cliché della fiction commerciale all’italiana elevandone tecnica narrativa, recitazione e fotografia. Romanzo criminale (La serie) diretto da Stefano Sollima racchiude tutti gli ingredienti per dar vita ad un prodotto di successo: storia avvincente basata su fatti di cronaca nera realmente accaduti durante il ventennio ’70-’80, dettagliata caratterizzazione dei personaggi principali, stupende colonne sonore intrise di grande intensità e patos, dialoghi tra italiano e romanesco concisi e profondi, ricostruzione del periodo storico in questione con paesaggi, canzoni, mode e costumi pressoché impeccabile.
Romanzo Criminale (La serie) viene basato sull’omonimo romanzo scritto dal noto magistrato Giancarlo De Cataldo, da cui ne viene ricavato inizialmente il film diretto da Michele Placido, il quale a sua volta ha collaborato insieme a Sollima in qualità di direttore artistico per la creazione della fiction formata da dodici episodi trasmessa in onda la prima volta in Italia tramite il canale satellitare Sky Cinema 1 nel 2008, replicata poi in chiaro da Italia 1 come prima visione in seconda serata. Una seconda stagione composta da dieci puntate è andata in onda due anni più tardi sempre su Sky.
La serie, produzione e cast rigorosamente italiani, ha innalzato e stravolto in modo radicale la qualità del nostrano piccolo schermo, ottenendo apprezzamenti unanimi da critici sia di patria che esteri, tra questi Andrea Scanzi lo ha definito senza mezzi termini << La migliore serie televisiva mai prodotta in Italia >>, mentre per Marco Marino << I ritmi della narrazione risultano frenetici e coinvolgenti, i dialoghi sempre azzeccati e ben recitati, le atmosfere ricreate con il dovuto realismo e senza freni inibitori della censura >>, poi Aldo Grasso << L’unica serie italiana da esportare all’estero di cui possiamo andare fieri, dotata di struttura vera e forte che si interroga sui meccanismi della serialità >>. All’estero, particolarmente in Francia, i giudizi sull’opera diretta da Sollima non divergono dai precedenti, così recensisce entusiasta la piattaforma televisiva in chiaro Télévision Numérique Terrestre << Dal grande al piccolo schermo, l’opera iniziale di Giancarlo De Cataldo non ha perduto nulla della sua efficacia, al contrario. Che sia chiaro: la serie dell’estate di Canal+ è italiana. Gli attori hanno tutti delle facce incredibili al punto che se Sergio Leone li avesse scritturati per un suo western nessuno avrebbe avuto nulla da ridire…la televisione italiana può vantarsi di avere realizzato una grande serie >>, infine il celebre quotidiano Le Figaro, mai avaro di critiche verso prodotti d’oltralpe << È stato scritto che la serie evento dell’estate di Canal+ non è né americana, né francese, né inglese, bensì italiana >>.
Romanzo criminale, la Banda della Magliana: dal baretto di periferia al controllo di Roma
Romanzo Criminale (La serie) è ambientato nel sanguinolento periodo dei cosiddetti “anni di piombo“, ovvero l’epoca che vive tragici accadimenti di cronaca nera quali la strage di Bologna, il sequestro con successiva uccisione di Aldo Moro, le stragi di sangue compiute con efferatezza dalla Mafia, e poi le azioni di disturbo e attentati compiute dalle Brigate Rosse contro le alte istituzioni, lo scandalo prodotto dalla loggia massonica P2. La storia vede protagonisti un gruppetto di amici cresciuti nella bassa periferia capitolina intenti nella loro scalata all’interno del crimine organizzato, fino al totale controllo di Roma grazie anche al favoreggiamento ricevuto dai Servizi segreti deviati nonché alla collaborazione con la mafia ed all’accondiscendenza di uomini potenti. Tutto ha inizio dalla fusione della batteria guidata dal Libanese (Francesco Montanari) con quella guidata dal Freddo (Vinicio Marchioni) per portare a termine il sequestro del barone Rosellini. Ciò frutta un colpo da cinque miliardi di lire prontamente reinvestiti per finanziare un “progetto comune“, ossia la nascita della banda, con seguente ascesa nel controllo delle piazze di spaccio e la lotta alle altre potenze della criminalità romana. Ad opporsi al monopolio illegale della Magliana un coraggioso quanto sprovveduto commissario Nicola Scialoja interpretato da Marco Bocci, ad oggi il sex symbol più popolare della televisione italiana. Compaiono altri noti attori capitolini quali Marco Giallini nei panni de Il Terribile, Edoardo Leo alias Nembo Kid ed un cameo di Ninetto Davoli nel ruolo del detenuto Gerardo il barbaro durante l’episodio numero sei della prima stagione ambientato nel carcere Regina Coeli. La stessa stagione si conclude con l’uccisione in piena notte del Libanese sotto una pioggia battente mentre urla a gran voce il nome della madre, freddato da più colpi di pistola da due sicari a guida di una motocicletta inviati dalla mafia in combutta coi servizi segreti. La scena finale vede radunarsi tutti i ragazzi della banda osservare in religioso silenzio sotto la pioggia il compagno esanime in un saliente crescendo di sottofondo sonoro che accompagna la graduale inquadratura di movimento in primo piano su ciascuno dei loro volti affranti.
La seconda ed ultima stagione racconta lo spacco all’interno della banda, da una parte il Freddo legato ancora a vecchi valori criminali che tenta invano a tenere unita un’organizzazione che ormai va sempre più smantellandosi avviata verso l’inesorabile declino, dall’altra il Dandi messosi in proprio conto e divenuto in breve tempo padrone incontrastato della città grazie ai suoi fiorenti affari con la mafia e con importanti uomini d’affari, oltre al solito ausilio dei servizi segreti a favorire i suoi loschi traffici. Romanzo criminale (La serie) termina con la morte di quasi tutti i suoi personaggi principali, compresi Freddo e Dandi, anche loro tramortiti da colpi di pistola a bruciapelo. L’ultimo a raggiungere i propri compagni a miglior vita è infine Bufalo (Andrea Sartoretti), ucciso dalle forze dell’ordine dopo un regolamento di conti sfociato nel sangue con alcuni giovani balordi del quartiere Magliana che avevano osato picchiarlo e derubarlo. Questi paradossalmente viene colpito a morte nello stesso bar che tempo addietro era solito frequentare col resto della banda.
Dal fango della Magliana… alle vele di Scampia: Gomorra criminale
Non vi sarebbe mai stata Gomorra senza Romanzo criminale (La serie). Innanzitutto perché il regista di entrambe le opere risponde al nome di Stefano Sollima, inoltre la prima in ordine cronologico tra le due ha avuto il merito di infrangere la barriera di censura rappresentata da fasullo perbenismo legato all’impossibilità di trasporre sul piccolo schermo personaggi così efferati catapultati dentro uno scenario violento nel quale non si è mai “costretti” dover far il tifo per questo o quel personaggio, sono tutti cattivi assai caratterizzati vissuti e cresciuti in contesti malavitosi, anche loro quotidianamente alla prese con propri mostri e fantasmi, sempre rivolti verso la scalata al mondo criminale. Romanzo criminale (La serie) risulta, appunto, parecchio romanzato proprio per tener fede alle sue origini derivanti dal successo letterario di Giancarlo De Cataldo, Gomorra è una bestia ruggente che non bada affatto al sottile, incurante delle preferenze dello spettatore verso questo o quel personaggio, i protagonisti cadono uno ad uno sostituiti da volti nuovi, così l’immortale Ciro Di Marzio, seriale sicario a sangue freddo, il quale non mostra pietà nemmanco verso la propria compagna Debora, scampato più volte alla galera, sopravvissuto al terremoto quand’era ancora in fasce, a sparatorie, raid punitivi, roulette russe, attentati, overdose, sterminando senza rimorso alcuno nemici di clan rivali, dello stesso suo clan, della mafia bulgara, alla pari del miglior action-actor hollywoodiano, ebbene questi… muore (?) consenziente sparato a bruciapelo dal boss amico fraterno divenuto nemico poi nuovamente amico Gennaro Savastano, il suo cadavere (?) annega inesorabile nelle gelide acque notturne partenopee.
Entrambe presentano molteplici punti di contatto, quali personaggi forti ben contraddistinti, dialoghi secchi mai banali con utilizzo frequente dei rispettivi dialetti, casting composto in gran parte da giovani attori semi sconosciuti, musiche bellissime e indovinate che quasi raccontano situazioni e contesto e continui colpi di scena. Differenti i periodi storici, Romanzo Criminale (La serie) conta due due stagioni e si svolge quasi per intero a Roma nel periodo intercorrente primi ’70 fine ’80, per poi riallacciarsi soltanto nei minuti finali ai giorni nostri. Gomorra, che probabilmente chiuderà i battenti dopo ben cinque stagioni, non limita il proprio arco narrativo tra Napoli e dintorni, bensì oltrepassa i meri confini campani e nazionali, rinnovando personaggi e location, l’autorità dello Stato è presente ma distaccata da storia e contesto narrativo, ossia no v’è antagonista alcuno a rappresentar le forze dell’ordine nei panni dello Scialoja di turno, perlomeno nelle prime tre stagioni finora andate in onda. In conclusione, pur presentando una forte similitudine di base, le due serie presentano diversità di fondo capaci di contraddistinguere la loro unicità.
Davide Gallo