Vita di Galileo di Bertolt Brecht: l’analisi e le tematiche

Bertolt Brecht era destinato alla letteratura perché da sempre visse tra i libri e soprattutto in un’epoca in cui la cultura – non che non lo sia oggi – era necessaria per spiegarne le ambiguità e le contraddizioni. Vita di Galileo è un testo teatrale che presenta le caratteristiche tipiche del Teatro epico brechtiano.

Mette in scena le tragiche vicende del grande scienziato pisano, parafrasando la difficoltà dell’intellettuale nel divulgare la verità in un’epoca buia e la necessità che la scienza sia “per il popolo” – nel quale bisogna irrimediabilmente sforzarsi di credere.

Brecht negli anni di Weimar

Vita di Galileo
Bertolt Brecht

Il padre di Brecht lavorò per anni alla Haindl Papierfabrik[1], a prova dell’ineluttabile appartenenza del figlio al “mondo di carta”. Con una madre devota protestante, le prime pagine con cui Brecht ebbe a che fare furono probabilmente quelle della Bibbia, e il fattore religioso ogni tanto ricompare. Fu il suo insegnante di religione a salvarlo dall’espulsione, quando, come Owen e Pound, il Brecht sedicenne fece un commento antimilitarista a Dulce et decorum est pro patria mori di Orazio. A guerra quasi già conclusa, rese anche un breve servizio militare, che pure lo segnò profondamente.

Il “mondo di carta” gli si svelò nei suoi anni a Monaco – dove avrebbe dovuto studiare medicina, ma invece iniziò a scrivere e a fare teatro – e poi a Berlino. Sono questi gli anni della creativa stagione weimariana, gli anni dell’Episches Theater (Teatro epico), che, tramite il “Verfremdungseffekt” (“straniamento”), rende cosciente il pubblico sul perché delle azioni dei personaggi e suscita in esso una forte reazione agli avvenimenti.

Debuttano Die Dreigroschenoper (L’opera da tre soldi) e Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny (Ascesa e caduta della città di Mahagonny), con i nazisti già sugli spalti a sbraitare e a mettere l’autore e i suoi testi sulla lista nera. Brecht avrebbe lasciato la Germania nel 1933, il giorno dopo l’incendio del Reichstag. Avrebbe continuato a scrivere e a mettere in scena i suoi lavori fino alla fine.

Vita di Galileo

Vita di Galileo
Leben des Galilei, Berliner Ensemble, 1957

Leben des Galilei (Vita di Galileo) è un testo teatrale di Brecht che ha come protagonista il grande scienziato pisano e ne presenta la vicenda della scoperta dell’eliocentrismo, il processo e infine la sua abiura.

Vita di Galileo presenta tutte le caratteristiche del Teatro epico maturo. Il Verfremdungseffekt stimola lo spettatore a pensare a quello che accade sul palco e a riflettere sulle contraddizioni e sulle ingiustizie della società in cui egli vive, sfidando il potere costituito. I buchi temporali tra una scena e l’altra costringono il pubblico a mantenere alta l’attenzione sull’evoluzione della fabula. Le didascalie esplicative lo guidano e anticipano gli avvenimenti, contribuendo allo straniamento.

Le tre versioni e la disputa critica

Come conseguenza della trasformazione che Vita di Galileo ha subito nelle versioni messe in scena da Brecht, la critica si è lambiccata sul perché di ognuno dei tre “Versuche” (“tentativi”). Troppo spesso essa ha dimenticando che la trasformazione, la variazione a seconda delle esigenze è caratteristica dello spettacolo teatrale da tempi remoti, e proprio questa qualità gli dà quel valore “auratico”, che secondo Benjamin rischiava di venir meno nell’arte, da quando questa poteva essere riprodotta meccanicamente[2].

Nell’ambito della disputa critica, abbondano teorie sulla presunta consequenzialità tra le nuove scoperte nel campo della fisica e la prima stesura dell’opera: Galileo sarebbe, fin dalla prima versione, lo scienziato macchiatosi della colpa di aver aperto l’era atomica, divulgando le sue scoperte.

Nei tempi bui si canterà

O irresistibile potere di questa merce consacrata, il libro! Gli basta guardarlo perché gli venga l’acquolina in bocca e ricacci giù tutti gl’improperi. La grande Babilonia, la scarlatta belva assassina, spalanca le cosce, ed ecco, tutto è cambiato. Santificata sia la nostra congrega di trafficanti, di riverginatori e di tremebondi davanti alla morte![3]

L’interesse di Brecht per la storia dei grandi processi giudiziari e dei suoi personaggi, che risale sicuramente all’inizio degli anni trenta, va legato al tema principale del primo Galileo: la difficoltà dell’intellettuale nel divulgare la verità e la culturain un’epoca di censura e violenza, in cui il potere, pur sapendo la verità, la nega per mantenere stretta la presa delle sue catene.

ANDREA     Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente!

La scoperta di Galileo è rivoluzionaria perché eversiva, potrebbe privare il potere costituito della sua autorità sugli uomini:

GALILEO     E la terra allegramente ruota intorno al sole, e insieme a lei ruotano pescivendole, mercanti, principi e cardinali e perfino il Papa. Ma l’universo nel giro di una notte ha perduto il suo centro, e la mattina dopo ne aveva un’infinità. Da un momento all’altro, guarda quanto posto c’è.

Ma l’eliocentrismo mette in discussione soprattutto i pilastri teologici su cui la Chiesa ha fondato il suo potere. In Vita di Galileo compare più di una volta il ricordo dell’uomo che più di tutti fu martire per il pensiero. In un dialogo con Sagredo, l’omaggio di Brecht a Giordano Bruno è commovente per chi è legato alla figura del nolano:

SAGREDO     Hai proprio perso ogni barlume di raziocinio? Davvero non ti rendi conto dei guai in cui ti cacci, se quello che hai visto è vero? Se ti metti a gridare sulle pubbliche piazze che la terra è una stella e non il centro del creato?

GALILEO     Si, e che l’intero, smisurato universo con le sue stelle non gira affatto intorno alla nostra minuscola terra, come tutti hanno potuto credere!

SAGREDO    E dunque, che esistono solo delle stelle? Dov’è Dio, allora?

[…]

GALILEO    In noi, o in nessun luogo!

SAGREDO    (grida) Come ha detto il condannato al rogo?

GALILEO    Come ha detto il condannato al rogo!

La scienza è per il popolo

Brecht vuole mettere in luce un tema che appare anche in altri scritti, cioè la necessità che il progresso scientifico sia asservito ai bisogni essenziali dell’uomo:

GALILEO     Sta sorgendo una nuova era, un’epoca di grandezza, un’epoca in cui sarà una gioia vivere.

SIGNORA SARTI     Benone. Speriamo di poter pagare il latte in questa nuova epoca, signor Galileo.

E proprio a quelli che la mattina devono capire come mettere il pane a tavola il messaggio del progresso deve essere indirizzato, perché potenzialmente a loro quel messaggio può interessare:

GALILEO     Per le nuove idee, quella che ci serve è la gente che lavora con le mani: agli altri non interessa conoscere l’origine delle cose. Quelli che vedono il pane solo quand’è sulla tavola, non vogliono sapere come è stato cotto: canaglie, preferiscono ringraziar Dio piuttosto che il fornaio! Ma quelli che, il pane, lo fanno, quelli sapranno capire che niente si muove da sé.

Bisogna credere negli uomini?

Tra l’altro, un aspetto che rimane volutamente ambiguo in Vita di Galileo è quello della “fede nella ragione degli uomini. Galileo crede nella forza del ragionamento e quindi nel fatto che la verità sia raggiungibile e che alla fine essa prevalga sempre, ma ciò puntualmente viene smentito:

GALILEO     Io credo nell’uomo, e questo vuol dire che credo alla sua ragione! Se non avessi questa fede, la mattina non mi sentirei la forza di levarmi dal letto.

SAGREDO     Allora stammi a sentire: io non ci credo. In quarant’anni di esistenza tra gli uomini, non ho fatto che constatare come siano refrattari alla ragione. Mostragli il pennacchio fulvo di una cometa, riempili di inspiegabili paure, e li vedrai correre fuori dalle loro case a tale velocità da rompersi le gambe. Ma digli una frase ragionevole, appoggiala con sette argomenti, e ti rideranno sul muso.

Ma poco dopo, nell’istituto pontificio, gli ecclesiastici dimostrano la loro ottusità:

PRELATO GRASSO     (tenendosi la pancia dal ridere) Sciocchi! Inguaribilmente sciocchi! A cosa non crederebbe la gente, vorrei saperlo!

UNO SCIENZIATO     Per esempio, che voi sentiate un’invincibile ripugnanza per la buona mensa, monsignore!

PRELATO GRASSO     Macché! Crederebbero anche a questo. Solo a ciò che è ragionevole, non credono. Dubitano dell’esistenza del diavolo; ma ammannitegli un po’ la storiella della terra che rotola nel cielo come un sassolino in un tubo di scarico, e a quella ci credono. Sancta simplicitas!

Quando attraversi la Germania, la verità sotto la gonna

Il Galileo della prima stesura, descritto dal suo punto di vista umano, con le sue incertezze e paure, è un uomo in bilico tra la voglia di lottare e quella di arrendersi di fronte al potere. Come sappiamo egli alla fine rinnegherà le sue teorie, ma, prossimo alla cecità, continuerà i suoi studi, accudito dalla figlia Virginia.

Alla fine dell’opera avviene il passaggio del testimone ad Andrea, giovane scienziato che era stato suo allievo. Galileo gli consegnerà i Discorsi ed egli riuscirà a portarli fuori dall’Italia. Il dialogo tra i due lascia nel dubbio il giudizio sulla figura di Galileo e ha un misto di rimorso e speranza:

GALILEO     Ho tradito la mia professione; e quando un uomo ha fatto ciò che ho fatto io, la sua presenza non può essere tollerata nei ranghi della scienza.

VIRGINIA     Babbo, hai il tuo posto nei ranghi della fede. (Si fa avanti e posa il vassoio sulla tavola).

GALILEO     Giusto. Ora debbo cenare. (Andrea gli tende la mano: Galileo la vede ma non la prende) Ormai anche tu insegni. Come puoi permetterti di stringere una mano come la mia? (Va verso la tavola) Oggi un viaggiatore di passaggio mi ha mandato due oche. Apprezzo sempre la buona mensa.

ANDREA     Dunque, non pensate più che sia cominciata una nuova era?

GALILEO     Al contrario. Abbiti riguardo. Quando attraversi la Germania, riponi la verità sotto il mantello.

ANDREA     (incapace di partire) Quanto al vostro giudizio sull’autore di cui abbiamo discorso, non so che rispondervi. Ma non posso credere che quella vostra crudele analisi sia l’ultima parola.

Galileo, nonostante le tergiversazioni e le insicurezze, alla fine riesce ad eludere la censura e a diffondere le sue teorie. Il tema della difficoltà di scrivere il vero è presente anche in Fünf Schwierigkeiten beim Schreiben der Wahrheit (Cinque difficoltà per chi scrive la verità), una breve prosa che Brecht scrisse attorno al 1935 e che ha molte similitudini concettuali con Vita di Galileo.

L’ultima battuta di Galileo è esemplare. Il testo in lingua originale dice: «Gib acht auf dich, wenn du durch Deutschland kommst, die Wahrheit unter dem Rock», che letteralmente è: «Abbi cura di te, quando passi attraverso la Germania, la verità sotto la gonna». Quest’ammonimento può riferirsi tanto alla pericolosità di attraversare la Germania del Seicento, devastata dalla Guerra dei trent’anni, ma è soprattutto un terribile presagio del destino della Germania nel Novecento.

Nicola De Rosa

Note

Una rappresentazione in inglese di Vita di Galileo https://www.youtube.com/watch?v=ogT6f0es480

[1] Casa produttrice di carta, fu tra le più importanti della Germania.

[2] Vedi Walter Benjamin, Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit (L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica).

[3] Questa e le successive da B. Brecht, Vita di Galileo, Torino, Einaudi, 1970, a cura di E. Castellani.