Chi non conosce Matt Groening? Il padre delle famosissime serie televisive I Simpson e Futurama approda su Netflix, con una nuova serie animata: Disincanto. È dal 17 agosto che sulla piattaforma online è disponibile la serie, costituita da dieci episodi che formano la prima parte. Disincanto è prodotto da The Ululu Company per Netflix. L’animazione è curata dai Rough Draft Studios, che si sono occupati anche di Futurama. I produttori esecutivi sono Groening e Josh Weinstein.
Disincanto: un eccentrico racconto di formazione
Groening ha deciso di cambiare completamente la trama dei suoi format. I Simpson si rivolgono al presente, Futurama al futuro e Disincanto ad un’epoca passata piuttosto affascinante, meritevole di tanti film e libri che la riguardano: il Medioevo.
Per la prima volta in una sere di Groening, è una donna la protagonista di Disincanto: la principessa Bean. Non ci si deve aspettare di vedere una ragazza assolutamente perfetta, tutta forza, agilità, intelligenza e bellezza. Bean ha i dentoni da coniglio, il mento sporgente, i capelli completamente bianchi. Bean è un alcool addicted, che trascorre il suo tempo tra un pub ed un altro, assieme a uomini che bevono e giocano d’azzardo quanto lei.
Tutto l’universo di Disincanto, ambientato nell’immaginaria Dreamland, si trasforma completamente quando la principessa non vuole sposare in alcun modo il principe scelto da suo padre, il bellicoso ed irascibile re Zog. Bean ha fatto impazzire il padre più volte, tanto da farla recludere in un monastero, per placare la sua foga. Ma a nulla è servito.
La principessa è affiancata, in questo viaggio rocambolesco, da due importanti personaggi: il demone Lucy e Elfo. Lucy è un regalo di nozze, un demone dalla forma felina che beve come se fosse un umano ed è cinico e sarcastico. Elfo decide di lasciare alle spalle il luogo in cui viveva, fatto di allegria, di caramelle e zucchero filato. Il piccolo amico di Bean intraprende una fuga dalla piattezza, cercando invece anche la tristezza e l’amarezza tipici del mondo reale.
“Una principessa, un elfo ed un demone entrano in un bar…” alla Quentin Tarantino, ogni puntata è divisa in capitoli, ed è con questa frase che inizia il primo. Uccisioni di vichinghi, streghe, morti assurde ed irriverenti, magie… sembra proprio un tipico racconto medievale, vero? Invece non è così. Il Medioevo non è la materia, ma la forma. È lo sfondo di un racconto di formazione.
Come detto dal produttore esecutivo Weinstein, a differenza dei Simpson, Disincanto non è caratterizzato da episodi a sé. Gli episodi sono tutti concatenati, e hanno il compito di condurre ad un finale inaspettato. Ispirandosi anche alle amiche della sua gioventù, Weinstein ha contribuito a creare il personaggio della principessa, anticonformista, un po’ folle e fragile.
Bean, Elfo e Lucy hanno la personalità di ragazzi dai 18 ai 20 anni, e si sostengono l’un l’altro in un mondo barbarico, pieno di violenze e preoccupazioni, incontrando anche la morte. Tra un episodio e l’altro, Disincanto ha già fatto colpo, con le sue citazioni, che non hanno perso lo smalto tipico di Matt Groening.
Aurora Scarnera