Il liquore Strega e la storia delle streghe di Benevento

Come tutti sappiamo, la città di Benevento vanta un’antica tradizione pregna di storia ed è la culla di un liquore conosciutissimo che molti apprezzano da sempre: il liquore Strega!

La leggenda delle streghe di Benevento

Parlare di “streghe” implica, inevitabilmente, volgere lo sguardo verso Benevento e la civiltà Sannitica. Qui tra l’altro, nel IV sec. A.C., si diffuse il culto di Cibele, di cui ne parla ampiamente Ovidio. La leggenda sannita delle streghe si intrecciava a riti orgiastici e misteriosi praticati dai Longobardi che vi s’insediarono e che erano devoti a Wotan (padre degli dei).

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Wotan-dio longobardo

Più che risapute sono le tanto narrate riunioni che si tenevano fuori dalle mura della città. I raduni avvenivano intorno al famosissimo “noce sacro”, sul quale si posizionava la pelle di un caprone che veniva colpita con frecce, e poi mangiata a pezzetti. Questo rito strano, così insolito e “diverso” dalla tradizione, fu considerato dai Beneventani cattolici originari del luogo, una pratica demoniaca.

Successivamente, il culto “stregato” fu bandito ed il noce abbattuto per volere di S. Barbato. Così il culto longobardo divenne leggenda: la leggenda delle streghe di Benevento. Queste figure folkloriche sono viste come donne sacrileghe e malefiche, artefici di sortilegi e danzatrici di orge notturne, che banchettavano e invocavano i diavoli in cerchio vicino ad un albero che qualcuno, oggi, pensa essere ancora esistente nella vicina comunità di S. Lupo.

Intorno a questo magico noce, la leggenda narra che si riunissero più di duemila streghe, accompagnate ognuna dal proprio demone custode (Il martinello) che ungeva la donna con un unguento fatato e alla luce di ipnotici fuochi; dopo la venerazione del dio-demone, cominciava l’orgia.

Le streghe nell’arte

Molti uomini illustri tra pittori, letterati, poeti si sono ispirati a questa leggenda; basti pensare a ser Durante (1300), Redi, S. Bernardino che predicava lo sterminio delle streghe, A. Fiorenzuola o, basti citare opere musicali come quella palesemente rivolta al noce di Franz Xaver Sussmeyer (allievo di Mozart e Salieri), o ancora il famoso pezzo di Paganini “Le Streghe” fino a riscontri attuali più moderni che possiamo ritrovare in cantautori di musica popolare meridionale come il grande Eugenio Bennato che, nella sua “Ritmo di contrabbando” fa palese richiamo alle streghe sannite.

… Quando questo ritmo di contrabbando mi fa andare controvento per seguire fino in fondo quella musica che io sento, è il mio cuore che sta volando per andare all’appuntamento, con i diavoli del flamenco e con le streghe di Benevento … “

Le streghe ed il noce … oltre la Janara

La Janara è tra le streghe beneventane più famose, se non quella per eccellenza più nota, su cui tanti hanno scritto e a cui molti si sono ispirati. Degno di nota è l’ultimo lavoro cinematografico intitolato “Janara” e girato in territorio sannita. Ma oltre alla Janara ci sono anche altrefigure di streghe meno menzionate ma che popolano l’immaginario collettivo del Sannio.

Tra queste si ricordano La Zucculara: donna zoppa che infestava il Triggio, ovvero la zona del teatro romano e denominata così per i suoi zoccoli rumorosi, che rievocava Ecate la quale indossava un solo sandalo ed era venerata nei trivii. La Manalonga: donna dal braccio lungo che viveva nei pozzi e tirava giù chi passasse nelle vicinanze, in quanto il pozzo era inteso come un varco verso gli Inferi (cd. Gorghi dell’Inferno). Le Urie: spiriti domestici, simili ai Lari e ai Penati dell’antica Roma.

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Janara – il film

Per quanto concerne il noce, esso doveva essere alto, sempreverde e dalle caratteristiche nocive. Molti sostengono che nasceva sulle rive del fiume Sabato, altri attestano che fosse rinato successivamente nelle terre del nobile Francesco di Gennaro, altri ancora lo collocano in una gola detta lo Stretto di Barba, verso Avellino, dove c’è un boschetto fiancheggiato da una chiesa abbandonata.

Il liquore Strega

Unguento unguento  portami al noce di Benevento… Sopra l’acqua e sopra il vento e sopra ogni male tempo…”.

Questa è la nota formula magica che donne, accusate di stregoneria, riferivano durante i processi. È a queste streghe e alla loro leggenda che Giuseppe Alberti dedica la creazione del suo stimatissimo liquore che eterna, in qualche modo, un pezzo di storia del popolo sannita. Benevento, oltre a tanto altro, è dunque lo Strega … le Streghe!

Il liquore Strega è un distillato, che per il suo  color giallo limone acceso sembra voglia quasi rievocarci una magica pozione del passato; realizzato con ingredienti naturali e la cui ricetta tende da anni a rimanere segreta. Fatto con un misto di settanta erbe e spezie provenienti da ogni dove: cannella di Ceylon, menta sannita, zafferano (che ne da il caratteristico colore), finocchio, iride fiorentino, ginepro dell’Appennino italiano ecc.

Oggi viene usato come un digestivo dal sapore amabile e particolare, bevuto liscio o utilizzato nella preparazione di dolci, su frutta o gelato. Con esso si fanno anche torroni e cioccolatini “Strega” e, non a caso, il logo tradizionale presente nella pubblicità del liquore Strega raffigura una congrega di streghe in cerchio intorno al noce,una strega in primo piano con serpenti nei capelli, una scopa e una civetta, e la distilleria di liquore di Benevento.

liquore strega
Streghe intorno al noce sul logo del liquore Strega

Lo stabilimento di produzione “Alberti“ si trova nella zone ferroviaria della città. Il liquore Strega è prodotto sin dal 1860, viene stagionato in tini di rovere ed ha una gradazione di 40% vol. Non va dimenticato che allo “Strega” è connesso anche il famoso omonimo premio letterario. Il premio Strega fu istituito nel 1947 per iniziativa della famiglia Bellonci con il contributo di Guido Alberti che finanzia l’evento.

Pasqualina Giusto

Sitografia:

http://www.strega.it/strega_alberti/9_il_liquore_strega.html