In molti negozi vengono vendute tartarughe domestiche senza mettere in guardia i futuri proprietari delle esigenze degli animali e delle future dimensioni di quest’ultimi. Una volta portata a casa infatti, l’animale avrà un’aspettativa di vita che varia fra le 2 e le 3 settimane, dal momento che i più ignorano le necessità di questi “piccoli” e longevi animali. Scopriamo assieme dunque di cosa necessitano.
Trachemys scripta, le tartarughe domestiche più comuni
Le più famose tartarughe domestiche (nonché quelle su cui verterà questo articolo) sono le trachemys scripta scripta. Queste non vanno confuse con la cugina scripta elegans la cui importazione in Italia è vietata; ciò per motivi riguardanti la conservazione dell’ambiente italiano, in quanto queste tartarughe vengono spesso rilasciate in ambienti naturali, concorrendo e eliminando le specie autoctone, come le tartarughe del genere emys orbicularis.
Le tartarughe scripta scripta sono originarie dell’America settentrionale, in particolare delle zone paludose di Florida e Virginia. Per quanto possano vendute come tartarughe “nane“, esse da adulte raggiungono la grandezza di ben oltre 25 cm, raggiungendo anche i 30. Pertanto non bisogna farsi ingannare dalle ridotte dimensioni, in quanto quelle tartarughe sono semplicemente esemplari baby (di poche settimane).
Esse infatti sono delle terribili predatrici che non esitano ad agganciare col loro forte rostro qualsiasi cosa capiti loro a tiro. Esse però integrano la loro alimentazione da adulte anche con vegetali, risultando pertanto onnivore.
Il dimorfismo sessuale è accentuato. I maschi risultano più piccoli delle femmine; presentano sulle zampe anteriori dei lunghi artigli coi quali corteggiando le femmine strofinando loro il collo; inoltre presentano un piastrone più cavo per facilitare l’atto sessuale.
La giusta stabulazione
Per “stabulazione” di un animale s’intende la giusta sistemazione dell’animale in un ambiente consono alle sue esigenze. Nella maggioranza dei casi le tartarughe vendute nei negozi vengono stabulate, una volta portare a casa dagli ignari acquirenti, in vaschette inadatte. Ciò favorisce l’insorgenza di malattie metaboliche, come il nanismo indotto. Per stabulare una tartaruga è necessario considerare che il livello dell’acqua all’interno del suo terracquario dovrà essere il doppio della lunghezza del carapace della tartaruga ospitata. Nel caso si abbiano più tartarughe, deve essere il doppio della lunghezza della tartaruga più grande.
In termini di litraggio, per una baby tartaruga una vasca di 30 litri sarà più che sufficiente mentre per una femmina adulta saranno necessari 250 litri. Infatti in virtù della loro attività metabolica, esse necessitano di mangiare molto e pertanto sporcheranno molto, da qui l’obbligo di montare sistemi di filtraggio meccanico e biologico adatti agli animali posseduti.
La temperatura dell’acqua andrà tenuta fra i 22/24 gradi mentre nel punto di terra ferma in cui gli animali faranno basking (il momento in cui le tartarughe o gli altri animali a sangue freddo assorbono calore dalle radiazioni solari) dovrà essere mantenuta una temperatura di almeno 30 gradi.
Chi ne ha la possiblità, può anche allestire un laghetto opportunamente recintato per evitare fughe o intrusioni di predatori, quali volpi o cani randagi, e osservare i comportamenti naturali delle tartarughe, avendo la premura però di permettere il letargo esterno solo alle tartarughe sub-adulte o adulte, ritirando in vasche al coperto eventuali baby o animali debilitati.
L’alimentazione: punto cruciale
Oltre una giusta stabulazione, le tartarughe necessitano anche di una alimentazione accurata e studiata in base all’età dell’animale.
In età giovanile, esse sono prettamente carnivore e andranno alimentate principalmente con pellet studiati per tartarughe; dunque piccoli pesci decongelati, quali latterini, e piccoli insetti o lombrichi. Man mano che l’animale cresce la loro alimentazione andrà integrata con alimenti di origine vegetale, a partire da erbe di campo, aggiungendo radicchio e insalate a foglia larga, in modo tale da permettere la giusta assunzione di fibre. Costante in tutte le età deve essere l’osso di seppia, fondamentale per un giusto apporto di calcio nell’alimentazione.
ASSOLUTAMENTE SBAGLIATO procedere con una alimentazione di soli gamberetti secchi. Infatti spesso i gammarus possono essere portatori dell’agente patogeno che causa lo SCUD, ovvero una malattia che causa lesioni e permette l’afflusso di agenti patogeni nei tessuti e nel sangue, portando poi alla morte l’animale.
Stefano Capodanno