Il periodo cinematografico intercorrente dalla metà degli anni ’70 al concludersi degli ’80 ha visto sorgere in Italia un genere alquanto particolare, collocabile all’interno dei cosiddetti B-movie, ovvero il cinema trash all’italiana. Tale nomenclatura dal tono quasi dispregiativo va ad abbracciare una vasta tipologia di film dal dubbio valore qualitativo, prodotti a basso costo e diretti in poche settimane con dialoghi caratterizzati da volgari battute con frequente utilizzo di accenti e forme dialettali, goffi personaggi portati ad assumere atteggiamenti eccentrici, donne dalle curve sinuose e prorompenti impiegate soprattutto durante le piccanti scene di nudo… il tutto all’interno di un contesto ricco di sketch umoristici, burle giovanili e tanta sana ignoranza.
Correvano gli anni post-rivoluzione giovanile, erano tempi di piombo ed attentati, di cantanti impegnati ad affrontare tematiche sociali impegnative, sul fronte estero la guerra del Vietnam tramutava in Guerra fredda con due superpotenze impegnate a spartirsi il mondo. Il cinema voleva essere una seppur fugace evasione da tal contesto coi suoi problemi in divenire, mentre il bianco e nero dagli schermi aveva lasciato posto agli sgargianti colori del ventennio ’70-’80 ed il grande schermo andava gradualmente ad assumere una sua autonoma funzione catalizzatrice di moda e costume in particolare verso le masse giovanili che assiepavano le sale soprattutto nei fine settimana.
Nel Belpaese le pellicole d’autore girate dai vari maestri Ermanno Olmi, Vittorio De Sica e Sergio Leone andavano a cedere il passo verso un genere assai più leggero e scanzonato oggi noto come cinema trash all’italiana, che vedeva nel “peggior regista italiano” Tanio Boccia il suo principale sostenitore, e nelle figure degli Alvaro Vitali, Lino Banfi, Edwige Fenech, Gianfranco D’Angelo, Gloria Guida, Tomas Milian, Carmen Russo, Pippo Franco, Renzo Montagnani e Diego Abatantuono gli interpreti ideali di quel caratteristico genere cinematografico dal marchio provinciale.
Dal realismo in bianco e nero alla colorita ignoranza del trash
Il cinema trash all’italiana spazia in tutti i campi… anche in quello da calcio, dove il vulcanico allenatore di provincia Oronzo Canà (alias Lino Banfi) neo approdato in serie A allena la fantomatica Longobarda guidata dai gol del bomber brasiliano Aristoteles. L’allenatore nel pallone ottiene ai botteghini enorme successo di pubblico, frutto del vincente binomio di mondo del calcio e commedia italiana. Stesso discorso va fatto per il film Eccezziunale veramente con attore protagonista un poliedrico Diego Abatantuono che veste i panni di tre diversi personaggi tifosi sfegatati, oppure il fuoriclasse carioca dalla riccioluta chioma bionda Paulo Roberto Cotechinho interpretato dall’onnipresente stakanovista dei B-movie Alvaro Vitali.
Non poteva mancare il genere storico, e qui a farla da padrone, o meglio da tiranno condottiero, risulta essere la versione terrunciella del temibilissimo re degli Unni Attila flagello di Dio (nuovamente Diego Abatantuono), anzi…<<Aaattlaa!! A come atrocità, doppia T come terremoto e tragedia, I come ira di Dio, L come adesso vengo là e ti spacco la faccia!>>. E proprio l’attore milanese incarna in quegli anni l’archetipo tipo del “terrunciello” immigrato al nord in cerca di miglior fortuna dall’incomprensibile buffo linguaggio e dai modi poco ortodossi.
Il cinema trash all’italiana non poteva esimersi dallo spaziare anche nel ramo poliziesco, allora ecco l’attore cubano Tomas Milian assumere il ruolo del pittoresco ispettore Nico, poliziotto dall’accento romanesco (grazie al doppiaggio dell’impareggiabile Ferruccio Amendola) che indossa appariscenti abiti sgargianti, con modi spiccioli e battuta sempre pronta. Nicola Giraldi approfitta dei suoi trascorsi da rapinatore per scovare i colpevoli dei casi a lui sottoposti; indimenticabili i tanti siparietti a suon di ceffoni con protagonisti il medesimo ispettore ed il malcapitato Bombolo (Franco Lechner).
È paradossalmente tra i banchi di scuola però che il trash riesce a mostrare tutto il suo potenziale di “sana ignoranza” andando poi ad evolvere nella commedia sexy italiana tanto in voga durante il fertile periodo ’80. Giunge così alla ribalta la stupenda attrice italo-francese Edwige Fenech, all’epoca il personaggio femminile più influente della sua generazione, seconda quanto a notorietà e sex-appeal soltanto a mostri sacri come Sofia Loren e Gina Lollobrigida.
Nel periodo in questione tocca però al personaggio di Pierino, alias Alvaro Vitali, fare libero sfoggio di esilaranti gag e battute a raffica verso insegnanti e compagni di classe. La frase di congedo pronunciata dal piccolo studente romano “Col fischio o senza?” diviene da subito tormentone. Il film raggiunge un successo tanto inaspettato quanto clamoroso, ne verranno girati diversi numeri, ad oggi Pierino rappresenta il personaggio protagonista tipico di ogni barzelletta che si rispetti, nonostante dagli inizi 2000 questi sia costretto a giocarsela (magari non su un campo da calcio)… con Totti. È semplicemente l’effetto dell’ignorante cinema trash all’italiana, nato tra i banchi di scuola e destinato pertanto a far scuola.
Quentin Tarantino: maestro del pulp innamorato dell’italian trash… e della Fenech
Chi non ha mai nascosto la propria ammirazione per il cinema nostrano è Quentin Tarantino. Il regista premio Oscar nonché accanito cineasta ha in più occasioni manifestato la personale predilezione per il B-movie made in Italy, e buona parte di cotanto interesse è dovuto alle grazie di Edwige Fenech, verso la quale Tarantino ha confessato di provare un debole da sempre. Lo stesso ha anche dichiarato di seguire il cinema italiano a trecentosessanta gradi, dal realismo del dopoguerra proseguendo per lo spaghetti western firmato Sergio Leone all’horror d’autore di Dario Argento, ciò nonostante mai si è sottratto alla visione di generi parodistici quali il fagioli-western in cui domina il duo Bud Spencer-Terence Hill ed in egual misura dicasi per lo stracult più casareccio.
’90 – 2000, il cinema trash all’italiana si evolve nel cinepanettone
L’arrivo del decennio ’90 ha segnato la fine del canonico cinema trash all’italiana ponendo un cambiamento al suo interno poi sfociato nella nascita del cosiddetto cinepanettone incarnato alla perfezione dalla coppia Massimo Boldi e Christian De Sica. Il trash del nuovo millennio si spoglia della sua aura di provincialità aprendosi a contesti internazionali, film di tale genere presentano più storie che alle volte finiscono ad incrociarsi, le musiche suonate e cantate provengono dai tormentoni del momento, spesso formano parte integrante del cast (anche comparendo in semplici camei) attori stranieri di fama, a questi si aggiungono vari personaggi appartenenti al mondo dello show business tra cui vallette, cantanti e sportivi.
È l’italica commedia che evolve in stile, contesti e personaggi, restando fedele a propri goliardici ideali, come un vecchio imborghesito pagliaccio nostalgico struccato ed imborghesito. Come un settantenne dal volto familiare perennemente sorridente con rughe su viso e capelli imbiancati, alto sul metro e cinquanta, questi ha ormai dismesso di indossare grembiule scolastico e cappellino, girare centocinquanta film per ritrovarsi a dover campare con mille euro di pensione al mese, quell’inconfondibile accento romanesco accompagnato dalla caratteristica voce fanciullesca da eterno bambino, mentre passeggia tra le strade di Roma salutando vecchi e giovani fan…<<Col fischio o senza?>>.
Davide Gallo