Grottaminarda, denominata più comunemente in dialetto locale “ La Ròtta”, è un piccolo borgo della bella e verde Irpinia, in provincia di Avellino, che si ricorda per aver dato i natali al grande giornalista Benigno Blasi.
Grottaminarda è situata all’inizio della media Valle dell’Ufita e a ridosso delle colline del Catauro e del Tamauro. Il toponimo, secondo studi storici, deriverebbe dal sostantivo “grotta” con aggiunta del nome germanico “Maynardus”. Altre interpretazioni lo ricondurrebbero a “Cripta Minervae”: una grotta dedicata alla divinità della ragione Minerva. Dall’originario Cripta, si sarebbe gradualmente passato a Criptaminarda, Criptamainarda, Grottamainarda e, infine, Grottaminarda.
Il paese compare in documenti storici citato come tale solo a partire dal 1229, secondo Scipione Ammirati.
Anticamente fu colonia sottoposta alla giurisdizione di Aeclanum, poi capoluogo di circondario nel distretto di Ariano Irpino e, nel 1732, fortemente colpita dal terremoto che rase al suolo ampia parte dell’abitato.
Oggi, per quanto ridotto, in relazione al resto delle ristrette realtà irpine rimane uno dei centri di spicco, a livello commerciale, merito anche dello sbocco autostradale che agevola i collegamenti e i trasporti.
Punto focale di snodo viario, infatti, fin dall’antichità ha permesso il passaggio tra il Tirreno e l’Adriatico, prima grazie alla via Appia e successivamente alla strada nazionale delle Puglie.
Come ogni centro che vanta la sua storia, Grottaminarda non è esente dal suo passato testimoniato da antichi resti, tra cui primeggia il suggestivo Castello d’Aquino, riqualificato negli anni e all’interno del quale vi si trova l’oramai noto Caffè Letterario: punto d’incontro tra arte, storia e cultura di un territorio desideroso di emergere e valorizzarsi.
Grottaminarda e il Castello di “Fratta”
Nella zona medievale di Grottaminarda riconosciuta come la “Fratta” si trova il caratteristico Castello d’Aquino. Il Castello è di incerta datazione, nonostante qualcuno lo faccia risalire intorno all’ VIII-XIII secolo.
Taluni asseriscono che l’antico maniero sia stato opera dei Normanni e riconducibile al XII secolo, per essere successivamente ristrutturato sotto gli Aragonesi.
Nel tempo, la fortezza perse la funzione difensiva e divenne residenza gentilizia, la cui struttura è stata danneggiata dai numerosi eventi sismici.
Attualmente, ciò che resta del Castello sono le cinta murarie e le torri riportate alla luce.
In seguito ai terremoti del 1694 e del 1732, il forte fu diviso in due sezioni: un’ala residenziale e la parte del giardino pensile dotata di terrazza con veduta panoramica sul verdissimo vallone Palombara.
Un belvedere che offre un paesaggio incantevole e straordinario.
Dalla forma trapezoidale, il Castello di Grottaminarda occupava una posizione strategica. Probabilmente furono i Longobardi a costruirlo, a difesa contro gli attacchi bizantini.
Stando agli storici, il primo signore assoluto del castello fu il cavaliere normanno Trogisio. Nel 1137 l’imponente dimora fu ufficialmente sotto il dominio della nobile famiglia dei d’Aquino (avi di San Tommaso). Il castello rimase di loro proprietà fino a quando il feudo grottese passò nelle mani di Carlo V.
Dal 1532, sul maniero, si avvicendarono più casati: dai francesi de Rupt ai Loffredo, i Cosso, i Cornea; questi ultimi non lasciando eredi contribuirono a fare in modo che il Castello di Grottaminarda finisse nelle mani del Fisco Regio.
Nel 1698 la proprietà venne venduta ai Della Porta, fu oggetto di demanio e successione tra altri casati, sino all’ultima casa nobiliare dei Coscia di Paduli che furono gli ultimi Signori.
Oggi, il Castello è di proprietà comunale ed ospita il Museo Antiquarium “Filippo Buonopane”, la biblioteca e le cantine del castello.
Nel 2008 è stato anche sede del Centro per la Sismologia e Ingegneria Sismica.
Grottaminarda e altre curiosità
Tra gli altri importanti monumenti di Grottaminarda ricordiamo la Fontana del Re e la Dogana Aragonese. Quest’ultima, edificata, nel 1443 rappresenta un esempio di stazione di posta lungo la via Regia delle Puglie, ove avveniva il cambio dei cavalli.
Ad attirare l’attenzione sono inoltre i Palazzi settecenteschi ed ottocenteschi come Palazzo Petrillo, Palazzo Vitale, Palazzo Ciaburri, a cui si aggiungono la Chiesa di Santa Maria Maggiore e il Campanile adiacenti il Castello d’Aquino.
A pochi chilometri di distanza da Grottaminarda sorge la piccola frazione di Carpignano dove si trova l’omonimo Santuario della Madonna Nera, meta di pellegrinaggio.
Il Festone di Grottaminarda
È proprio qui, in questo luogo di pace e riflessione, che il 31 agosto di ogni anno si tiene la tradizionale tirata di un piccolo obelisco risalente alla fine degli anni Trenta, il quale contribuisce ad arricchire la tradizione grottese locale nello scenario più ampio delle tradizioni e del folklore irpino.
Tuttavia, gli eventi per eccellenza legati al borgo sono: il “Festone” e la Fiera dell’Immacolata che si tiene a dicembre.
Il Festone è la manifestazione grottese per antonomasia e cade la seconda metà d’agosto, in onore di San Tommaso, San Rocco e Sant’Antonio. Si tratta di una festa che si svolge dal 1889 e vede affluire gente da gran parte dei comuni limitrofi.
Una piccola parte d’Irpinia che va considerata, rivalutata e inglobata in un itinerario culturale alla scoperta di posti da visitare e approfondire.
Pasqualina Giusto
- Bibliografia:
- Storia, arte, immagini – Giampiero Galasso – De Angelis Editore
Sitografia:
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