Il primo gameplay trailer di Marvel’s Spider-Man, uscito in tutti i negozi fisici e digitali il 7 settembre 2018, fu mostrato per la prima volta all’E3 2017. Fin da quei primi fotogrammi era visibile un gameplay preso praticamente di peso da mostri sacri del mercato videoludico mondiale come i giochi della serie Batman Arkham di Rocksteady o l’accattivante Terra di Mezzo – L’ombra di Mordor (e relativo seguito).
Il sistema di swing tra i grattacieli della Grande Mela, in particolare, appariva molto fluido e convincente, sebbene ci fossero abbastanza sequenze scriptate e una dose forse un po’ eccessiva di Quick Time Events. Ebbene, nonostante le numerose lamentele dei fan riguardo queste ultime caratteristiche, fortunatamente la build finale del gioco è riuscita in toto a soddisfare le grandi aspettative suscitate. Unico neo qualche piccolo bug, ma nulla di così preoccupante da gridare allo scandalo.
Indice dell'articolo
Breve storia del brand videoludico ragnesco
Prima di Marvel’s Spider-Man, l’amichevole arrampicamuri di quartiere, creato da Stan Lee e dal compianto Steve Ditko ha avuto, nel corso degli anni, numerosissime trasposizioni videoludiche. Il primissimo gioco ad esso ispirato risale addirittura all’inizio degli anni ’80 e all’Atari 2600. Uno dei titoli che vale la pena ricordare è senz’altro Spider-Man, tie in sviluppato da Treyarch e da Digital Eclipse Software e pubblicato per Playstation 2 nel 2002. Basato totalmente sul primo film della trilogia diretta da Sam Raimi, uscito nello stesso anno, il titolo ha avuto inoltre il merito di introdurre diversi villain allora ancora inediti sul grande schermo come Shocker, Scorpio e Vulture.
L’apice è però raggiunto da Spider-Man 2 del 2004, basato ovviamente sul relativo sequel cinematografico dello stesso regista e, fino ad oggi, considerato dai fan il miglior gioco mai creato sul personaggio.
Spider-Man 2, il migliore finora
Spider-Man 2 stravolgeva completamente le meccaniche del gioco che lo aveva preceduto, permettendo al giocatore uno swing con la ragnatela molto più realistico rispetto al passato con la semplice pressione del tasto R2. Premendolo era, infatti, possibile sparare una tela che effettivamente si attaccasse alla parete di un edificio non andandosi a perdere in un punto imprecisato del cielo come in precedenza.
Inoltre, in questa seconda fatica di Treyarch pubblicata da Activision, esisteva la possibilità di camminare e girare liberamente per le strade di una Manhattan che, per l’epoca, risultava essere abbastanza convincente. Essa non ha infatti nulla da invidiare, in termini di grandezza e di possibilità esplorative, a un qualsiasi GTA sviluppato per console di sesta generazione. Ciò influì molto positivamente sul gameplay e sulla longevità del gioco che, con la sua vasta moltitudine di subquest, diventava praticamente infinita.
Ultimate Spider-Man, il fumetto fatto videogioco
Altro adattamento degno di nota è Ultimate Spider-Man, sempre prodotto da Treyarch e pubblicato da Activision. Si tratta di un gioco di stampo molto più fumettistico che ha attinto a pienissime mani dalla serie remake creata nel 2000 da Bryan Michael Bendis e Mark Bagley.
Le sue meccaniche fondamentali molto simili a quelle di Spider-Man 2 e, in alcuni punti, ne rappresentano un miglioramento. Il gioco offre inoltre la possibilità di impersonare anche il brutale Venom e si fregia della rivoluzionaria tecnica del “3D Comic Inking”, creata appositamente per questo gioco e che rendeva le ambientazioni e le cutscenes dei veri e propri fumetti animati.
Spider-Man: Web of Shadows, invece, sviluppato sempre da Treyarch e pubblicato per Ps2, Ps3 ed Xbox 360 nel 2008, è caratterizzato da meccaniche molto più avanzate e presenta una trama più realistica.
Potere e responsabilità di un’esclusiva di punta
Tornando a Marvel’s Spider-Man, i ragazzi di Insomniac Games, casa di sviluppo famosissima per aver creato la saga di Ratchet & Clank, hanno preso molto seriamente a cuore l’arduo compito di dare nuova linfa vitale al brand videoludico dell’arrampicamuri. Grandi erano infatti il potere e le responsabilità affidategli da Marvel e da Sony Interactive Entertainment, per realizzare quest’esclusiva PlayStation.
Tale serietà si evince dalla cura maniacale con cui è stata trattata, in Marvel’s Spider-Man, ogni singola animazione del personaggio e dei suoi comprimari che si muovono con un’eleganza ed un’agilità estreme. Nelle cutscenes scriptate (posizionate a dovere nel corso della storia principale e mai frustranti) le animazioni facciali e fisiche in generale risultano godibilissime e molto credibili.
Le voci e le lamentele dei fan circa un presunto downgrade grafico rispetto ai precedenti trailer pubblicitari mostrati all’E3 di Los Angeles si sono però purtroppo rivelate fondate. Altra piccola nota dolente potrebbe essere una telecamera non sempre impeccabile nelle fasi di combattimento in ambienti chiusi (molto più reattiva e funzionale invece in quelli aperti). Inoltre lascia non poco perplessi il fatto che la texture di alcuni NPC, personaggi non giocanti, risulti realizzata in maniera frettolosa e approssimativa, probabilmente per problemi di tempistica.
Un open world coinvolgente
Nonostante i vari difetti dovuti al downgrade, le varie fasi di free roaming che il gioco mette a disposizione restano impeccabili, con grandissimi dettagli quali i riflessi sui vetri degli edifici, l’impatto della luce solare sui tetti e sulle strade e l’illuminazione sul costume di Spider-Man. Complici i 30 frame per secondo stabilissimi che non rovinano affatto la fruizione. Fanno il resto le innumerevoli citazioni e riferimenti ai più famosi luoghi fumettistici, cinematografici e televisivi di casa Marvel, rappresentati fedelmente in ogni singolo dettaglio (e c’è un riferimento, nella versione italiana del gioco, persino… agli 883!).
Quando si volteggia per i cieli di New York, in Marvel’s Spider-Man, è possibile far visita a tetti di grattacieli provvisti di piscine, sedie sdraio e bidoni dell’immondizia con un’ottima fisica ed interazione ambientale. Oggetti che, nelle fasi di combattimento, possono essere scagliati liberamente contro i nemici di turno, stordendoli e rendendo così il combat system (gestibile con i potenziamenti delle abilità e delle varie tute, prese di peso dalle relative storie fumettistiche, dall’apposito menù) molto più vario.
Piccola nota dolente però riguardo le missioni secondarie, che risultano nel complesso alquanto monotone e ripetitive.
Marvel’s Spider-Man: un’esclusiva… “pungente”
La storia, che si attesta su una durata di scarse venti ore, è molto semplice, ed alterna fasi prettamente action con protagonista il tessiragnatele, fasi stealth con protagonista MJ, nel gioco giornalista del Daily Bugle, e fasi ricche di enigmi logici o ambientali. La sceneggiatura è stata curata da Dan Slott, sceneggiatore anche delle ultime storie del Peter Parker/Spider-Man fumettistico, nonché creatore del personaggio di Mister Negativo, e da Christos Gage, sceneggiatore del Daredevil di Netflix. Essa è capace di toccare anche temi molto delicati come la paura per la possibile perdita di una persona cara, l’emancipazione femminile, il mobbing sul lavoro e l’orrore generato dagli attacchi terroristici con armi batteriologiche.
L’influenza che i mass media (con notizie non sempre verificate al 100%) possono avere su di una popolazione, inoltre, è praticamente uno dei temi centrali dell’ultima fatica di Insomniac. Essa è infatti presente nel gioco attraverso gli innumerevoli messaggi audio di J. Jonah Jameson.
Argomenti come questi di solito non vengono affrontati in giochi da tripla A e di largo consumo come vorrebbe essere, a giusta ragione, Marvel’s Spider-Man. Il che non può che dare ulteriore lustro al titolo, così come la presenza di tantissimi personaggi e villain storici dell’Uomo Ragno.
Marvel’s Spider-Man risulta quindi un gioco realizzato veramente a dovere, che è capace di divertire per ore ed ore e di cui si parlerà ancora molto in futuro.
Antonio Destino