John Dryden: All for Love e il teatro della Restaurazione

John Dryden è stato un importante poeta e drammaturgo inglese della seconda metà del Seicento. Dopo l’ascesa al trono di Carlo II, diventò una delle figure letterarie più importanti del suo tempo. La sua prima opera poetica di successo fu Heroique Stanzas, scritta in occasione della morte di Cromwell. Più tardi invece pubblica Astraea Redux, in cui celebra il ritorno del re. In All for love (Tutto per amore), riprende la storia di Antonio e Cleopatra raccontata da William Shakespeare nella sua tragedia Antony and Cleopatra.

All for Love di John Dryden

john drydenScritta in blank verse, il metro prediletto di Shakespeare, racconta gli ultimi momenti di vita del generale Marco Antonio dopo la battaglia di Azio. La tragedia è ambientata completamente ad Alessandria, e rispetta le tre unità aristoteliche di spazio, tempo e azione. Dai trentaquattro personaggi della tragedia di Shakespeare si passa a dieci personaggi, tra cui spiccano ovviamente i due protagonisti Antonio e Cleopatra. Roma e l’Egitto rappresentano i due poli culturali opposti che si scontrano, e i valori di Roma sono per Dryden ovviamente superiori a quelli dell’Egitto. Tra le opere drammatiche di John Dryden, All for love è quella che ancora oggi resiste sui palcoscenici moderni. Uno dei motivi è da ricercarsi nel raffinato ritratto psicologico dei due personaggi, che rendono l’opera vicina a un pubblico contemporaneo.

Un teatro più razionale

A differenza delle tragedie sensazionali e piene di passioni di Shakespeare, John Dryden predilige una maggiore posatezza nella rappresentazione degli eventi. L’autore era infatti amante di un teatro più razionale. La tragedia di Dryden non presenta un climax nel senso tradizionale del termine. Se c’è un climax, questo è antecedente all’azione che vediamo sul palcoscenico: è quello della battaglia di Azio che è già passata quando comincia l’opera.

L’eroe del dramma eroico

L’opera passa in rassegna la complessa catena dei risultati della battaglia di Azio, che cambia il corso della storia e sigilla il destino di Antonio condannando la civiltà egizia. Questi avvenimenti e il contesto in cui si manifestano riflettono delle caratteristiche del dramma eroico della Restaurazione. Un eroe che si erge di fronte al destino, degno di grandi imprese e più grande della vita, è inserito in una civiltà moribonda. Questa è la poetica della fine in cui è intessuto il dramma della Restaurazione: gli eroi sono inseriti in un mondo che sta tramontando, un mondo in declino di fronte al quale se non c’è disperazione c’è sicuramente rassegnazione. Molte sono le immagini di tramonto che il poeta inserisce nell’opera. Il dramma di Dryden si configura così come una riflessione sul suo tempo e sulla mancanza di fiducia nell’utilità sociale dell’eroe.

Le differenze tra Shakespeare e Dryden

All for love è una riscrittura della storia di Antonio e Cleopatra, ma, nonostante la grande ammirazione di John Dryden per Shakespeare, non è in nessun modo un adattamento della tragedia shakespeariana.

Ma quali sono le differenze tra la tragedia di Shakespeare e quella di Dryden?

Innanzitutto, l’ambientazione della tragedia di Dryden non serve alla caratterizzazione della storia e dei personaggi. Antonio si confronta con sé stesso, e questo confronto in cui si scontrano passione e responsabilità è un conflitto personale di Antonio, e poco ha a che fare con lo scontro shakespeariano tra i valori culturali di Roma e dell’Egitto. Questa contrapposizione culturale e sociale dunque non si riversa nei due personaggi come nella tragedia di Shakespeare.

Cleopatra e la letteratura neoclassica

Nell’opera di Shakespeare Cleopatra è caratterizzata come una figura enigmatica, sensuale e carismatica. La Cleopatra di Shakespeare domina piuttosto che sottomettersi, mentre la Cleopatra di John Dryden è passiva e sottomissiva di natura, e l’autore si concentra sulla sua bellezza interiore.

Nel contrasto tra Antonio e Cleopatra nella tragedia di Dryden possiamo notare la riflessione neoclassica sulla virtù e sull’onore. Una delle differenze principali tra la letteratura rinascimentale e quella neoclassica è nell’approccio alla moralità. Mentre il Rinascimento celebrava il potenziale illimitato dell’uomo, il Neoclassicismo si concentra sulla fallibilità dell’uomo. Tendenze che si riflettono precisamente nel confronto tra la tragedia di Shakespeare e di Dryden. Inoltre, mentre la prima enfatizzava infatti la sperimentazione e l’invenzione, la seconda presentava personaggi e situazioni in modo più stabile e convenzionale.

Salvatore Cammisa

Fonti:

Paolo Bertinetti, Il teatro inglese. Storia e capolavori, Torino, Einaudi, 2013