Una delle più grandi dive della storia del cinema, Bette Davis, è la protagonista di Eva contro Eva, con i suoi modi diplomatici ed un forte aplomb. L’agrodolce pellicola è ispirata al racconto The wisdom of Eve, di Mary Orr. Candidato a ben 14 premi Oscar, record tenuto per 50 anni e superato soltanto da Titanic nel 1998, Eva contro Eva ne vinse 6.
Il film, uscito nel 1950, è di Joseph L. Mankiewicz, coltissimo regista, la cui preparazione si riflette anche nella sceneggiatura, da lui personalmente curata. Nel cast, appare una giovanissima Marilyn Monroe, nel ruolo marginale di una ragazza svampita. Eva contro Eva ha il grande merito di denunciare uno show business malato, che già all’epoca mostrava i frutti della gelosia, della meschinità e degli inganni. Tutto per un po’ di successo.
Eva contro Eva: l’esistenza del karma
Margo Channing (Bette Davis) è una grande attrice di Broadway, ha 40 anni e molti anni di gavetta alle spalle. È fidanzata con il regista teatrale Bill Sampson (Gary Merrill), un uomo più giovane di lei di dieci anni che la ama molto. È una sera piovosa d’ottobre, a New York City, quando l’amica di vecchia data di Margo, Karen Richards (Celeste Holm), si lascia intenerire da una giovane di nome Eva (Anne Baxter).
La giovane è dolce, remissiva, e ha seguito tutti gli spettacoli di Margo, essendo una sua sincera ammiratrice. Karen decide di presentarla a Margo. Una volta a contatto con l’attrice, dal forte carisma e dalla schiettezza pungente, Eva sciorina la storia della sua vita, fatta di drammatici eventi, tra cui la morte del compagno. Margo è commossa dal viso candido e puro di Eva e si affeziona subito a lei.
Passa del tempo, Eva è ormai la fidata assistente di Margo. Incantata dai lustrini, dal successo di Margo e dalla raffinatezza del mondo teatrale, Eva non impiega troppo tempo per liberare la sua serpe in seno, allattata a lungo alacremente. Ecco che basta un banale malanno fisico di Margo, per approfittarne subito. Eva si propone come sua sostituta, mentre Margo è gelosa della complicità senza malizia tra lei e Bill. È ad una festa che Margo si fa cogliere da un attacco di brutale onestà nei confronti della ragazza, insopportabilmente leziosa e finta nei confronti dell’attrice.
La diplomatica sottomissione di Eva, a dispetto della vulcanica personalità di Margo (scomoda), è la preferita dei registi. Ecco che Eva sostituisce una stella morente, ecco che Eva riceve il prestigioso premio Sarah Siddons. Frattanto, Margo decide di ritirarsi dalla vita artistica e di convolare a nozze con Bill.
La pellicola si conclude con il successo di Eva, ma una scena finale spiazza lo spettatore. Una giovane donna di nome Phoebe si presenta alla porta della casa di Eva, elogiando l’attrice. Phoebe si offre come assistente di Eva, che inizialmente titubante la accetta nella sua vita. Poco dopo alla porta bussa l’amante e cinico critico Addison DeWitt (George Sanders), intento a restituire il premio che Eva aveva dimenticato. Lo sguardo ipnotizzato di Phoebe fa capire immediatamente che il ciclo sta per ripetersi: Eva sta per essere fagocitata da un’altra Eva.
Eva contro Eva: l’ambizione supera il talento
Occhi languidi, capelli cotonati e tanta, tanta ruffianeria. Eva si presenta incredibilmente falsa già dalle prime battute, ma è più difficile allontanare chi fa i complimenti alla propria persona, perché l’orgoglio viene accarezzato. Per questo Margo non capisce immediatamente con chi ha a che fare, e nel corso della pellicola se ne pentirà, ma non troppo. Eva giunge perfino a sedurre Bill, che però la rifiuta con disprezzo.
Quasi un Lucifero razionale e lucido, specchio della nera coscienza di Eva, è Addison. Questi smaschera la donna nelle scene finali. Eva non si chiama Eva, non è mai stata sposata con un uomo poi morto, non ha mai avuto una relazione con il marito di Karen e, soprattutto, non è mai stata ad una performance teatrale di Margo.
L’aspide infame che è Eva è il simbolo per eccellenza di un arrivismo senza scrupoli, spesso anche senza talento. Nella cornice della pellicola, si potrebbe incarnare in Eva il mondo spietato di Hollywood, mentre in Margo il decadente e splendido mondo teatrale, fatto di pura arte. Il regista, pur lasciando a piede libero l’ambizione di Eva nel mondo teatrale, fa una critica sottile al nascente impero hollywoodiano, tant’è che Eva arriverà perfino lì. Gli anni in cui è uscito il film sono quelli d’oro per Hollywood, quelli in cui lo star system si delineava come la perfida macchina che è ancora. Chi meglio di un regista può conoscere e descrivere il fenomeno di “attore contro attore”?
La pellicola, tuttavia, non ha mai quel mordente esplicito, in cui la rabbia di Margo esplode. Non si assiste mai a forti litigi, uccisioni, derisioni pubbliche. È tutto equilibrato, ma mai, mai sotto tono. I dialoghi sono preziosi, colti, intelligenti. I personaggi eleganti, Margo nobilissima. L’ex grande star teatrale non renderà mai pan per focaccia alla donna che le ha soffiato la carriera, e che ha sedotto il suo uomo. Margo si distacca, con calma, da un mondo che amava, e che si è rivelato senza scrupoli. Un mondo che, quando Margo era appena più giovane, decorava con lustrini ed applausi la sua vita, per poi gettarla via come un abito vecchio.
Per quanto Eva contro Eva possa essere un film cinico ma non troppo, alla fine dei giochi è anche meritocratico. Eva piange su se stessa, è sola, non ha amici, ha un amante che la odia e prova per lei soltanto un’attrazione fisica, non ha familiari. Margo, invece, cena con i suoi amici storici e il suo amato Bill, felice della carriera conclusa che tante gioie le ha regalato.
Alla premiazione di Eva sono presenti anche Margo, Karen, suo marito e Bill. Eva ringrazia ognuno di loro. La risposta è fatta di sguardi gelidi, nessun sorriso. Ma nella sala sono gli occhi grandi ed espressivi di Bette Davis che soggiogano la scena: fulminano Eva con il disprezzo di chi, in fondo, la sa molto più lunga di una ragazza. In un gioco machiavellico, Eva riuscirà ad essere temuta e mai amata. Ma un’altra bella e giovane attrice è già pronta a prendere il suo posto.
Aurora Scarnera