<< Mia mamma diceva sempre che la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita >>
In tale proverbio materno si condensa la visione assai soggettiva quanto semplicistica che ha della vita il giovane Forrest Gump. Il film, datato 1994, sbanca i botteghini statunitensi e d’oltreoceano aggiudicandosi sei premi oscar e tre golden globe. La pellicola diretta da Robert Zemeckis trae ispirazione, pur discostandosene in parte, dall’omonimo romanzo best seller del 1986 scaturito dalla penna dello statunitense Wiston Groom. La strepitosa interpretazione offerta da Tom Hanks permette a questi di vincere la sua seconda statuetta consecutiva nella categoria miglior attore protagonista. Forrest Gump consacra il genere della commedia drammatica con centoquarantadue scorrevoli minuti tra sorrisi e silenzi di riflessione.
Il protagonista funge da atipico narratore raccontando a modo suo un ventennio di storia americana. La voce italiana prestata nell’occasione a Tom Hanks risponde al nome di Francesco Pannofino. Quest’ultimo recita con un timbro vocale capace di rendere al meglio la spontanea ingenuità che alberga nell’animo del personaggio. Ambientazioni e personaggi appaiono caratterizzati nei dettagli, i dialoghi sono semplici ma orecchiabili e significativi, le musiche armoniose senza mai sfociare nel melenso. Ciascuno dei personaggi presenti nel film ruota attorno alla figura del protagonista accrescendone la naturale propensione al giusto.
Forrest Gump pone fine all’eroismo dominante nei vari Rambo e Terminator made in Hollywood. Il vero eroismo deriva dal voler sempre bene seguendo gli insegnamenti materni e confidando nel buono delle persone. Una visione del mondo così bonacciona è alla base dei successi di Forrest che riesce a portare a termine anche le più ardue imprese con irrisoria semplicità.
Il bambino dalle gambe storte e cervello tardo capace di correre come il vento che soffia
<< Stupido è chi lo stupido fa >>
Così è solito rispondere Forrest Gump al passante di turno che osa mettere in dubbio le sue capacità cerebrali. Dalle primissime battute del film traspare l’intento del regista Zemeckis di voler dare maggior risalto possibile alla figura del protagonista. E quale modo migliore se non l’elevazione al ruolo di narratore onnisciente? Un ragazzo dal volto pulito, dal serioso taglio di capelli, ben vestito e dai modi gentili siede sopra una panchina posizionata alla fermata autobus. Egli tiene tra le mani una scatola di cioccolatini che offre a chiunque giunga sedendosi di fianco a lui. Nel frattempo, per ingannare l’attesa, decide di raccontare e rendere noti gli avventurosi episodi che lo hanno condotto fin lì.
Affrontare le avversità della vita con la leggerezza di una piuma trasportata dal vento
Forrest Gump è un bambino dalla gracile costituzione, preda di svariati disturbi di salute, tra cui asma e leggera zoppia dovuta ad una colonna vertebrale inarcata a mo’ di punto interrogativo. Vive nella tranquilla contea di Greenbow, in Alabama. Non ha mai conosciuto suo padre poiché fuggito via di casa, pertanto cresce sotto le apprensive cure della madre, la quale lo segue per invogliarlo costantemente durante la difficile infanzia. Al bambino viene diagnosticato un leggero ritardo mentale, ciò porta la madre a sacrificare la propria integrità sessuale per consentire al figlio l’istruzione all’interno di una normale scuola pubblica. Il piccolo Forrest giunge a conoscere Jenny, coetanea della quale si innamora perdutamente.
<< Io corro come il vento che soffia. corro…perché ho voglia di correre >>
Col trascorrere degli anni il protagonista sviluppa una forza impressionante nelle gambe che lo porta a raggiungere livelli di velocità fuori dal comune. Riesce ad eccellere nel football e serve poi la patria combattendo nella guerra del Vietnam. Sotto le armi assurge agli onori come pluridecorato eroe di guerra nonché eccelso giocatore di ping pong. Terminato il servizio militare passa ad occuparsi della pesca di gamberi per onorare la promessa fatta ad un caro amico scomparso in Vietnam. Grazie all’aiuto del suo vecchio tenente ridotto in stato paralitico, nonché di alcune fortunose circostanze esterne, il protagonista riesce a monopolizzare il mercato dei gamberi. Forrest Gump diventa così miliardario.
A causa della dipartita materna seguita dall’ennesimo abbandono di Jenny, decide poi intraprendere una corsa a piedi lungo l’intero versante degli Stati Uniti. Corre per un arco temporale di circa tre anni divenendo un noto personaggio pubblico, dopodiché viene a conoscenza tramite la stessa Jenny di essere padre. I due si sposano poco prima della morte di quest’ultima, colpita da un male incurabile. Il film si conclude mostrando la scena che vede il protagonista vedovo accompagnare verso la fermata dello scuolabus Forrest junior tenendolo stretto per mano. La simbolica immagine finale vede una piuma spinta dal vento che libra nell’azzurro cielo.
Forrest Gump e i limiti della normalità
Forrest Gump cerca a tutti i costi di apparire normale dinanzi agli occhi maliziosi della gente. Abituato da piccolo a lottare senza lamentarsi, si batte in silenzio per sconfiggere i problemi di salute che lo affliggono. La vera battaglia è appunto contro i pregiudizi di coloro che lo ritengono stupido. La paradossalità della vita vuole che egli raggiunga i suoi obiettivi semplicemente rimanendo sé stesso. Forrest fa soltanto ciò che ritiene giusto debba essere fatto, confida che ogni buon gesto venga ripagato dalla grazia divina. Non giudica, non è alla ricerca di esibizionismo o vanagloria. Insomma, lui corre…perché ha voglia di correre.
Davide Gallo